I miei dischi dell’anno #13 – Il 1963

Ciao a tutti, e benvenuti a una nuova puntata della rubrica “I miei dischi dell’anno“: ora è la volta del 1963, anno del primo numero di Amazing Spider Man, dell’attentato a John Fitzgerald Kennedy, del celebre discorso “I Have a Dream” di Martin Luther King, della morte di Giovanni XXIII, della tragedia del Vajont… E, per fortuna, di un sacco di novità musicali!

Rispetto al 1962 è passato solo un anno, ma la valanga messa in moto – in Inghilterra – dal primo singolo dei Beatles inizia a travolgere i primi villaggi. E’ questo il vero anno della svolta: le classifiche – ed è una novità assoluta – mostrano un mondo la cui polarità sta per invertirsi con esiti clamorosi, rompendo la storica dipendenza delle chart inglesi da quelle americane. Se infatti negli Stati Uniti i campioni d’incassi ripetono, a grandi linee, nomi e generi già visti nel ’62, nel Regno unito sono i Beatles – e i loro colleghi beat Gerry and the Pacemakers – ad accaparrarsi tutto. Per ora i due mercati sembrano ignorarsi, e nelle radio a stelle e strisce di Lennon e McCartney non c’è nemmeno l’ombra: ma è solo questione di tempo… La British Invasion è dietro l’angolo: e sconquasserà tutto. Continua a leggere “I miei dischi dell’anno #13 – Il 1963”

Garage Rock: #2 – Louie Louie!

(continua dalla puntata precedente)

Quando arriva ai Wailers, in realtà, “Louie Louieha già alle spalle un passato di tutto rispetto, mediamente travagliato, e del tutto simile a una gara a tappe. I primi staffettisti sono, curiosamente, cubani: allo start, troviamo il compositore Rosendo Ruiz Jr, e la sua “Amarren al Loco” (1956), una charanga ballabile; riceve il testimone, pochi mesi dopo, il collega René Touzet, che carica il pezzo di Ruiz di una marcata sottolineatura ritmica, e lo pubblica col nuovo titolo di “El loco Cha Cha”.

Richard Berry & The Pharaohs

Giunti a metà gara, da Cuba ci spostiamo in America, California: in una sala da ballo di Los Angeles si aggira Richard Berry (1935-’97, nessuna parentela con Chuck), cantante e autore di rhythm’n’blues e doo-wop, che per sbarcare il lunario è appena entrato in un gruppo di musica latina… Non proprio il massimo, per chi si confronta giornalmente con la fama di Muddy Waters e Howlin’ Wolf.

Un complesso concorrente, in una pausa, attacca “El loco Cha Cha”: pezzo che attira subito l’attenzione di Berry grazie al suo ritmo spezzato e coinvolgente… Un curioso riff a dieci impulsi, schematizzabile come “1-2-3, 1–2, 1-2-3, 1–2” o, secondo la notazione classica:

Berry coglie al volo l’occasione: si sbarazza dei colleghi latinos, fonda un gruppo rhythm’n’blues – Richard Berry and the Pharaohs – e nell’Aprile del ’57 dà alle stampe “Louie Louie”, cover in lingua inglese di “El loco Cha Cha”. Il disco vende oltre centomila copie ma – pur diventando un piccolo classico rnb del Nord Ovest – non regala a Richard l’auspicato balzo di popolarità.

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