Ciao a tutti! Passato bene il 25 Aprile? Data che viene proprio a fagiolo, visto che in questo post proseguo la mia breve storia dedicata alla canzone durante il Fascismo: ora tocca agli immancabili inni di propaganda del Ventennio. Ma sia chiara una cosa: questo NON è un post filo-fascista.
Per un regime come quello fascista, che punta molto sull’inquadramento militare della popolazione, e sulla retorica patriottarda, nulla è meglio che qualche bella canzone di propaganda, che sollevi gli animi e faccia da colonna sonora alle onnipresenti marce militari… Ma, innanzitutto, occorre un inno ufficiale per il Partito.
Fra gli inni di propaganda del Ventennio spicca una canzone che, nel ’25, ha una quindicina d’anni alle spalle: e che, nella sua storia, ripropone i mutamenti sociali che hanno portato al Regime fascista. “Giovinezza” (perché di questo stiamo parlando) inizia come canzone goliardica dei giovani interventisti (1909), due anni dopo diventa l’inno dei reparti alpini e poi dei reparti d’assalto degli Arditi (1917); passano due anni, e sono gli Squadristi ad appropriarsene. Nel 1925, infine, diventa l’inno trionfale del Partito Nazionale Fascista, e il secondo inno del Regno d’Italia (il primo era la Marcia Reale): tanto che, nelle cerimonie ufficiali, occorre eseguirle entrambe. Il testo è molto chiaro, nella sua retorica didascalica: “Dell’Italia nei confini son rifatti gli italiani li ha rifatti Mussolini per la guerra di domani. Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza nella vita e nell’asprezza il tuo canto squilla e va“.
E’ noto l’episodio del 1931, in cui Arturo Toscanini rifiuta di suonare “Giovinezza” prima di un concerto ed è insultato, assalito e preso a schiaffi da un gruppo di squadristi: in tutta risposta, Toscanini lascia il paese, per tornarvi solo dopo la Guerra. Un “Hombre Vertical“, lo chiamerebbero oggi in Spagna! E di sicuro con molta più spina dorsale di tanti impettiti gerarchi. Continua a leggere “Gli inni di propaganda del Ventennio” →