Buon compleanno, Blues!

Come diceva il compianto Pino Daniele, “A me me piace ‘o blues”: e non poco, ma parecchio! E, come succede per una persona cara, approfitto di questa data per fare gli auguri di Buon Compleanno al Blues, per il suoi 120 anni.

Eh si… Per quanto possa apparire assurdo, nel 2003 una risoluzione del Senato degli Stati Uniti ha stabilito che il 1° Febbraio di quell’anno avesse inizio “l’anno del Blues”, con una serie di celebrazioni e incontri a tema: e, di conseguenza, questa data è diventata il suo compleanno.

Si lo so, è un’americanata, direte: e come darvi torto? Come fa un genere musicale – e soprattutto uno come il Blues, nato dal basso e attraverso lentissime elaborazioni, appropriazioni e sintesi – ad avere un inizio così certo? Ovvio, si tratta di una convenzione, calata dall’alto e che fa il paio con tutte le varie “giornate di qualcosa” che esistono nel mondo (a proposito, oggi è la “giornata mondiale del velo islamico”…): ma il motivo per cui è stato scelto proprio il 1903 è interessante: e ve lo racconto. Continua a leggere “Buon compleanno, Blues!”

Cochi, Chicco e Renato – Un compleanno intelligente

Buongiorno, ciao, hello!

Dato che oggi è il mio compleanno, parlo di una cosa cui tengo particolarmente e che mi “appartiene” nel profondo.

Abbastanza tempo fa pubblicai il post “Le mie prime volte“, dove accennavo ai miei primi ricordi musicali: ebbene, fra Walter Foini e Antonello Venditti, tralasciai quello che – assieme a Dalida – è probabilmente la più antica memoria canzonettara del sottoscritto… E, cioè, “La canzone intelligente“.

Sigla del programma Rai “Il poeta e il contadino” (1973), scritta da quel genio di Enzo Jannacci assieme a Cochi e Renato, e cantata dal celebre duo comico, suscita in me nostalgia, ammirazione, divertimento e memoria. Continua a leggere “Cochi, Chicco e Renato – Un compleanno intelligente”

The Crawling Chaos: Howard Phillips Lovecraft e il rock

Proprio 130 anni fa, il 20 Agosto 1890, a Providence (Rhode Island), nasceva Howard Phillips Lovecraft: uno dei più grandi scrittori di ambito horror e fantascientifico, creatore di cosmogonie aliene e sistemi mitologici arcani, e soprattutto una delle mie passioni più tenaci.

Per me si: ma non per tutti. C’è chi non digerisce il suo universo, cupo, a-morale e materialistico, chi il suo congenito razzismo, chi la sua fantascienza così cerebrale e relativistica; e c’è, soprattutto, chi non sopporta la sua prosa involuta, e il puntuale fuggire le descrizioni delle divinità – eccezion fatta per un paio – scegliendo invece il ricorso a perifrasi, all’ “innominabile”, a un non ben identificato “orrore cosmico”. Questa è la croce e delizia del mondo di HPL: rapportarsi con una mitologia allucinante, estrema e affascinante; e la difficoltà a raccontarla con mezzi consueti. Ne sanno qualcosa gli innumerevoli epigoni, che solo occasionalmente hanno saputo avvicinarsi ai vertici del Maestro, e in generale tutti coloro che hanno provato a tradurne le idee in altri ambiti espressivi, cinema in primis.

Perché è inutile voler calligraficamente riproporre quanto è – per definizione – indicibile: soprattutto nella narrazione attuale, ammorbata dalla voglia di spiegare e mostrare tutto. Sono andati vicino alla perfezione il cineasta John Carpenter, il geniale fumettista Alan Moore, alcuni racconti a tema di Robert Bloch, Stephen King e Frank Belknap Long… E qualche musicista. D’altronde, se non alla musica, la più immateriale delle arti, a chi si potrebbe chiedere di evocare ciò che le parole non riescono? Perchè, non dimentichiamolo, è lo stesso HPL a infarcire i suoi racconti di idiomi alieni (Cthulhu fhtagn ph’nglui mglw’nafh), violinisti impazziti (Eric Zann) e di quel “sottile, monotono lamento d’un flauto demoniaco” che accompagna le danze che circondano il dio cieco e idiota Azathoth. Complice il 130° compleanno di Howie – e i post dei blogger Lucius Etruscus, Austin Dove e Celia – proviamo a dare un’occhiata alla questione, proponendo alcune suggestioni. Continua a leggere “The Crawling Chaos: Howard Phillips Lovecraft e il rock”