Cochi, Chicco e Renato – Un compleanno intelligente

Buongiorno, ciao, hello!

Dato che oggi è il mio compleanno, parlo di una cosa cui tengo particolarmente e che mi “appartiene” nel profondo.

Abbastanza tempo fa pubblicai il post “Le mie prime volte“, dove accennavo ai miei primi ricordi musicali: ebbene, fra Walter Foini e Antonello Venditti, tralasciai quello che – assieme a Dalida – è probabilmente la più antica memoria canzonettara del sottoscritto… E, cioè, “La canzone intelligente“.

Sigla del programma Rai “Il poeta e il contadino” (1973), scritta da quel genio di Enzo Jannacci assieme a Cochi e Renato, e cantata dal celebre duo comico, suscita in me nostalgia, ammirazione, divertimento e memoria.

Memoria di quando, seduto sulle ginocchia di mia zia, mi sganasciavo alle facce e agli “Eh la Madonna!” di Renato Pozzetto e, senza capirci troppo, ma senza nemmeno perdermi un minuto, assistevo agli stralunati sketch proposti nel programma.

Divertimento per via del buffo andazzo del pezzo, dell’ancor più strambo testo, e del filmato che accompagnava la canzone… Un filmato sempre diverso, puntata dopo puntata, ma con un comune denominatore: le opposte vite del “poeta Cochi”, ripreso nelle sue vacue occupazioni mondane, e del “contadino Renato”, goffo e impacciato, a spasso per una metropoli ostile. Esistenze che, nel prologo muto,  entravano improvvisamente in collisione grazie a un misterioso motociclista mascherato che raccattava i due, con le buone (il poeta) o le cattive (il contadino), li caricava su una strampalata bici con sidecar, e li lasciava alle porte dello studio televisivo.

E qui arriva l’ammirazione: perché – colpo di genio – la trasmissione finiva con i due che tornavano alle loro vite tramite il filmato del prologo proiettato al contrario, e questa volta accompagnato dalla canzone. E, di nuovo, ammirazione per un testo sì stravagante ma per nulla ingenuo (“la casa discografica adiacente veste il cantante come un deficiente, lo lancia sul mercato sottostante“), e per una musica “jannacciana” fino al midollo, con l’irresistibile “iattattattà” di esordio e l’incalzante ritmo di marcetta.

Infine, nostalgia: nostalgia di una Rai non ancora caduta nella routine dei format preconfezionati e che non aveva paura di inventare; di un gruppo di comici, autori e cantanti straordinari (Cochi e Renato, Beppe Viola, Felice Andreasi, Jannacci, Dario Fo) con libertà e inventiva fuori dal comune (altro che “Made in Sud”); e di una tv sì in bianco e nero, ma capace di aggregare milioni di persone, e forgiare una memoria collettiva nazionale.

Che poi, io dico “memoria collettiva“, ma lo sarà davvero? Per chi ha più o meno la mia età questi sono pezzi non solo di storia della tv, della comicità o della canzone, ma della propria vita: ma non so se un ventenne o un trentenne abbia mai sentito parlare di Cochi e Renato, o abbia nelle orecchie (anche solo vagamente) “La canzone intelligente”.

Ma chissenefrega. Almeno questa volta, dell’ottica storica, della critica musicale e di pipponi annessi e connessi non me ne può interessare di meno. Mi godo il ricordo, dolce e allegro, di quel piccolo Chiccoconti che sgambetta e ride davanti alla tv, mentre sua zia Ina cerca di tenerlo a bada, ridendo anche lei.

Vi lascio con un piccolo regalo: la sigla di una delle puntate de “Il poeta e il contadino”, che ho recuperato da una replica del programma mandata in onda parecchi anni fa, e ho conservato gelosamente. Per quanto ne so, si tratta della sola registrazione esistente in rete.

Bye bye!

 

7 pensieri riguardo “Cochi, Chicco e Renato – Un compleanno intelligente

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