I falsi miti della musica #6 – P.I.D. (Paul Is Dead) – Quarta parte

Ci siamo quasi… La questione della morte / non-morte di Paul McCartney – la famosa “Teoria P.I.D.” – è alle battute finali. Negli scorsi episodi abbiamo descritto il contesto generale della questione, ed esaminate le “prove” contenute nelle copertine (e nei testi) dei dischi dal ’67 in poi: in questa, che è la penultima puntata, esamineremo tre questioni, che completano il quadro, e preparano la conclusione.

  1. Gli indizi nei dischi pre-morte;
  2. L’identità del rimpiazzo;
  3. Le incongruenze somatiche.

Seguitemi, il gioco continua!

1. I dischi pre-morte. Come abbiamo detto, l’incidente stradale in cui McCartney avrebbe perso la vita si situerebbe al 9 Novembre 1966. Il disco immediatamente precedente è “Revolver”, uscito il 5 Agosto ’66: anche qui, ovviamente, qualcuno ha individuato delle stranezze, ma sono davvero cose di poco conto. Poco prima, però (15 Giugno ’66), i Beatles avevano dato alle stampe “Yesterday and Today”, una raccolta per il solo mercato americano. E qui sì che c’è una bella storia: perché la prima copertina raffigura i Beatles con indosso camici da macellaio, fra brandelli di carne e bambole smembrate. Eh sì: i Quattro – McCartney in testa – erano a loro agio con lo humour nero, e volevano sfuggire alle solite copertine compiacenti e perbeniste. Ma apriti cielo: migliaia di proteste, e poche ore dopo l’uscita, il disco è ritirato. Di corsa si appronta una nuova cover, più convenzionale (la cosiddetta “Trunk Cover”), incollata sulla precedente: i membri della band posano ora accanto ad un baule da viaggio aperto, in cui siede (guarda caso) proprio Paul. Vi lascio immaginare quanto siano ricercate le copie “Butcher Cover” nel mercato collezionistico: ma non è questo il punto. Carni macellate, bambole con la testa mozza, sangue: come non pensare alla morte di Macca! E pure la copertina emendata è ben strana: McCartney è l’unico a trovarsi “dentro” un contenitore… Forse l’allusione a una bara?

Ma come può un disco uscito 5 mesi prima della “morte” di Paul, entrare nel discorso PID? Eppure, basta ribaltare la prospettiva. Perché – e qui anticipiamo le conclusioni – potrebbe essere proprio da questi “indizi pre-morte” che la leggenda ha preso piede, e ha trovato terreno fertile per crescere. Pensiamoci un attimo: una copertina così anomala e macabra; pochi mesi dopo, la notizia di un incidente a Paul. E, a seguire, il ritiro dall’attività live, il cambio di look, le copertine di “Sgt. Pepper” e “Abbey Road”… Ce n’è, volendo, per farsi strane idee.

2. E ora, veniamo alla seconda questione: il sosia! Questo, ovviamente, è il campo dove la teoria mostra più la corda. Parleremo la prossima volta dell’impossibilità quasi assoluta di trovarne uno adeguato… Ma, nell’ipotesi, CHI diavolo sarebbe il sostituto? Nella telefonata del ’69, che dà il via a tutto, il misterioso informatore afferma che si tratterebbe di un tal William Campbell, attore scozzese scovato a un concorso per sosia: un ragazzo orfano (cosa che fa molto comodo) e non digiuno di musica. Poi, negli anni Duemila, qualcuno ipotizza il nome di William Sheppard: un fantomatico poliziotto, nientemeno dell’Ontario… Oppure (e questa è un’idea figa!) Billy Shepherd, musicista realmente esistito a capo dei “Billy Pepper and The Pepperpots” (toh, il Sgt. Pepper che spunta!), attivi nel 1964 e con qualche cover dei Fab Four alle spalle. Ovviamente, ognuno di questi rimpiazzi sarebbe stato sottoposto a una avanguardistica plastica facciale… Fatto sta che, se già le altre non sono vere e proprie prove, queste non lo sono nemmeno per sbaglio: sono solo idee, boutade, fantasie… Anche se quella di Billy Pepper ha il suo perché!

3. Qualcuno, negli anni, si è divertito anche a rintracciare differenze somatiche nelle foto fra il Paul pre- e dopo-“decesso”. In effetti, alcune fotografie fanno venire qualche sospetto: ve ne propongo una, giusto per la cronaca.

Due periti specializzati in antropometria (la misurazione del cranio), e del tutto scettici sulla PID, hanno recentemente preso varie immagini di Paul fino al ’66, le hanno portate su un’unica scala, e le hanno confrontate con immagini dal ’67 in poi: con sconcerto, hanno rilevato inspiegabili differenze fra curva mandibolare, connessione labiale, dentatura e parte dell’orecchio dei due Paul! Per un’analisi inoppugnabile, occorrerebbe ovviamente un’esame dal vivo: ma, almeno a questo livello, le incongruenze ci sono! Analogo esperimento, fra parentesi, è stato fatto per i tracciati vocali: e, manco a dirlo, sono emerse analoghe e strane risultanze.

—–

Bene, per oggi termino qui. Le prove, gli indizi, le idiozie e le ipotesi sono tutte sul tavolo. Alcune convincenti, altre incoerenti, altre sciocche e altre oggettivamente stuzzicanti. Il prossimo (e ultimo) episodio non potrà, ovviamente, dare una parola definitiva sulla questione: ma proverò a tirare le fila, esporre i “perché sì” e i “perché no”, e dire la mia opinione. Oltre alla solita chiosa (“meditate gente, meditate”), vi aggiungo un’altra frase fatta: “le coincidenze non esistono“…

Alla prossima!

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