Ed eccoci, finalmente… Il racconto della morte / non-morte di Paul McCartney – la famosa “Teoria P.I.D.” – è arrivato alla sua conclusione! Negli scorsi episodi – che i più arditi vorranno “ripassare”… – abbiamo parlato di tutto un po’: copertine, targhe automobilistiche, funerali, macellai e trichechi. E’ giunto il momento di tirare le fila, e chiudere la questione. Questo post si articolerà in tre parti, corrispondenti a tre scenari differenti: i “perché si”, i “perché no”, e l’esposizione di quella che ai miei occhi pare l’ipotesi più realistica e probabile.
Pronti? Si parte!
Scenario 1, perché si. Paul è morto, viva Paul
- Paul ha un incidente automobilistico il 9 Novembre 1966, e ci lascia le penne; viene immediatamente deciso di celare la notizia, e provvedere alla sua sostituzione. I motivi sono i più disparati: interesse economico, intromissione dei servizi segreti o – poteva mai mancare? – l’influenza di una setta satanica. Certo è che, per una ragione o per l’altra, il complotto viene messo in moto.
- Il 10, in una conferenza stampa, il manager dichiara che non faranno più concerti.
- Viene trovato un sostituto: in un concorso per sosia i Beatles ne avevano notato uno molto somigliante: e caso vuole che il medesimo sia pure parecchio dotato… In fondo, negli anni Sessanta, geni musicali ne nascevano in ogni dove! Qualche ritocchino, lenti a contatto, e la grande recita può iniziare.
- Per favorire il camuffamento del sosia i Beatles, a inizio 1967, si fanno crescere barba e baffi.
- Il rimpiazzo, con grande sorpresa, si mostra straboccante di entusiasmo e creatività, impone una svolta al gruppo, e chiede di tornare a suonare dal vivo (in fondo, non l’ha mai fatto!); mentre Lennon entra in depressione e crisi creativa, scosso dalla morte dell’amico.
- Nessuno parla, e parlerà mai: questo è un reato, ragazzi!; e poi svelare il trucco significherebbe rovinare la loro carriera…. MA (vedi 7…)
- Iniziano a seminare indizi, che lasciano intendere qualcosa: alcune copertine (“Sgt. Pepper” e “Abbey Road”) inscenano un funerale, mentre diverse canzoni abbondano di stranezze e sottintesi obliqui… Segnali inseriti a bella posta: un po’ per giocare col fuoco, in pieno humor inglese, un po’ come se – dostoevskianamente – volessero essere scoperti, e un po’ per rendere omaggio a Paul in modo sotterraneo.
- I confronti antropometrici e dei tracciati vocali confermano che il Paul pre ’67 e quello post sono due persone effettivamente diverse. I Beatles, negli anni, fanno poco o nulla per smentire le dicerie: aspettando forse con ansia, forse con orrore, forse con un sorriso sardonico, che la verità venga a galla.
- Conclusione: Paul è proprio morto, e il suo sosia è ancora in mezzo a noi!
Scenario 2, perché no. Paul è vivo, e lotta insieme a noi!
- La copertura dell’incidente, e il successivo insabbiamento, comporterebbero il coinvolgimento di molte persone: almeno una cinquantina, fra amici, fidanzate, chirurghi, collaboratori, personale tecnico, ecc. E, si sa, più è alto il numero di persone implicate in un intrigo, più c’è il rischio che possa trapelare qualcosa.
- Le incisioni successive alla presunta data di morte arrivano una quindicina di giorni dopo: un lasso di tempo davvero breve per trovare un rimpiazzo adeguato e istruirlo!
- Un sostituto dovrebbe inoltre saper ingannare non solo il pubblico discografico, ma anche conoscenti occasionali: statisticamente improbabile.
- Il sosia sarebbe infine davvero un genio: canta, suona, compone come Paul, è mancino, detta legge, e recita benissimo la parte… E non c’è alcuna prova che i vari “William Campbell” o “William Sheppard” (gli ipotetici rimpiazzi) siano mai esistiti.
- I confronti vocali e quelli antropometrici lasciano il tempo che trovano. I primi, infatti, esaminano nastri incisi, che per definizione hanno già subito alterazioni in studio; i secondi, invece, andrebbero fatti sulla “carne viva”, e non su fotografie.
- Diversi musicisti, dal ’67 in poi, hanno incontrato e suonato con Paul, e nessuno ha mai notato nulla di anomalo.
- La crisi di Lennon è dovuta a due incontri fatali – con Yoko Ono, e con l’eroina – e non ad altre improbabili cause.
- Le riprese di “Let It Be” (di cui ho diffusamente parlato in altri post) mostrano un Paul iperattivo, creativo e dominante, che scrive di getto e canta, scherza infantilmente con Lennon e litiga con Harrison, e dà una direzione al progetto: possibile che un parvenu avesse tanta autorità e libertà di manovra?
- Dopo lo scioglimento del gruppo Paul e John se ne sono dette di cotte e di crude: ma nessuno ha mai usato la PID per attaccare l’altro; anzi, Ringo e John, negli anni, hanno dichiarato che la PID è “un mucchio di merda stantia“.
- Conclusione? Paul è vivo e non c’è alcun complotto. E gli “indizi”? Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere!
Scenario 3. La Grande Burla
- Inutile girarci attorno: indizi ce ne sono, e parecchi. Quelli indicati nelle scorse puntate sono, a mio giudizio, molto significativi, e difficili da negare: e si parla di almeno una dozzina di ricorrenze.
- E’ pur vero che un complotto di queste dimensioni sarebbe impossibile da nascondere…
- …Così come sarebbe altamente improbabile trovare un sostituto non solo identico, ma anche all’altezza come performer, autore, cantante, ecc ecc
- Ricordiamoci, però, della “Butcher Cover“, la “copertina dei macellai”, di cui ho parlato la scorsa puntata: a proposito di quella seduta fotografica, Lennon dichiara che la sua idea originaria – poi abortita – era di “decapitare Paul“! Potrebbe essere questo il seme di tutto.
- Pochi mesi dopo, in modo spontaneo, la stampa riporta alcune notizie su un misterioso incidente occorso a McCartney. E i Beatles – forse Lennon, il più attratto da giochi di parole, nonsense e acide ironie e/o forse lo stesso Paul, cui il sarcasmo non manca – memori dello scandalo suscitato dalla “Butcher Cover”, iniziano a prendere in carico la questione della sua presunta morte, e a ricamarci sopra.
- Ed ecco la spiegazione per le copertine allusive, i filmati strani, i garofani neri, i trichechi dall’identità fluttuante, e compagnia bella: evidenze belle e buone, e non fantasie! Tutto parte di un gioco, orchestrato dai Fab Four, che prende coscienza di sé man mano che gli anni passano e i dischi escono. Una Grande Burla, dark e british, che dovrà (anche) colmare il vuoto di comunicazione lasciato dalla sospensione sine die dei tour… E che prenderà di mira proprio quei giornalisti e fan che Lennon meno digeriva: quelli che volevano a tutti i costi trovare significati nascosti. Ne cercavano? Ne avrebbero avuti tanti da impazzire!
- La PID prende piede: non solo le copertine, ma forse anche la telefonata alla radio di un misterioso fan informato dei fatti, e che innesca il tutto, è opera loro.
- Nel frattempo, i Beatles si sciolgono: ma ormai la PID va avanti con le sue gambe, forse oltre le stesse intenzioni di Lennon e Paul. E, come al solito, se uno vuol trovare, trova: ed è così che i maniaci della PID iniziano a osservare con la lente ogni fotografia, a lambiccarsi su ogni parola… E rintracciano evidenze casuali, che nutrono a dismisura la massa di “prove” a disposizione, e accrescono la narrazione oltre il ragionevole.
- E’ vero, i Beatles hanno definito la PID in modi poco lusinghieri, senza mai ammettere nulla: ma Paul, una volta, ci ha ironizzato sopra! Nel ’93 Macca pubblica un disco dal vivo, e lo intitola “Paul Is Live”: sulla copertina lui, è in piedi sulle strisce pedonali di Abbey Road, e a sinistra è parcheggiato, di nuovo, un Maggiolino… La targa, però, non più “28 IF”, “28 se”, come nel ’69: ma “51 IS”, “51 è” (l’età di Macca nel ’93!). Uno scherzo nello scherzo, insomma, e un’autocitazione che qualche sospetto suscita.
- Conclusione? Nessun complotto, Paul è vivo: ma molti indizi sono reali, e fanno parte di una Grande Burla, messa in piedi dagli stessi protagonisti.
- Paul Is Live
- 51 IS!
Come si sarà capito, lo scenario 3 – quello della Grande Burla è quello con cui mi trovo senza dubbio a mio agio, e che più mi diverte e convince… Ma questi tre scenari non sono certo gli unici: esistono variazioni infinite, una quasi per ogni persona!
Negli anni, la PID ha sfondato gli argini, sull’onda del complottismo ormai imperante, e favorito dalle chiacchiere in rete. Chissà, se i Beatles non si fossero sciolti, quale direzione avrebbe preso questo gioco gigantesco: se fosse previsto, ad esempio, uno stop, uno svelamento, o altro. Non lo sapremo mai, ahimè! Se gioco è stato, anche i protagonisti se ne sono ormai stufati.
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Spero che questa cavalcata attraverso 50 e passa anni di storia, dicerie, teorie, ipotesi e quant’altro vi abbia appassionato almeno un po’… A me è successo, ma sarei felice di sapere anche voi incuriositi e soddisfatti. Attendo le vostre opinioni sulla faccenda, e sarò lieto di rispondere a eventuali altri dubbi e domande. Termino ringraziando Glauco Cartocci, il preciso e esaustivo autore del libro da cui ho tratto la maggior parte dei dati, “Paul is Dead? Il caso del doppio Beatle“, e da cui i più interessati potranno ricavare altre notizie.
Paul è morto? No. Ma comunque e sempre, viva i Beatles!
Nessun dubbio in proposito. (scherzo)
Buona giornata.
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Bello questo viaggio, accurato ed esauriente, anche se, come è ovvio, non poteva arrivare a una conclusione definititiva. Personalmente la penso come te.
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Grazie! Felice che sei riuscita a seguirlo fino in fondo!
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wtf
come fondersi il cervello per cause inutili lol
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Ah beh grazie 🙂
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Molto carino questo romanzo a puntate. Anch’io concordo con te.
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Grazie per la pazienza!
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Non vedevo l’ora di leggere la conclusione di tutta la storia!
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Concordi con la terza ipotesi?
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Mi sembra convincente!
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