Domani avvenne: da lunedì 18 agosto 2025 a domenica 24 agosto

Quale musicista è nato oggi? Quale disco è uscito in quella data? Quale rocker è morto dieci anni fa? Ecco, per la settimana entrante, qualche risposta!

18 Agosto 1985: per la EMI esce “Freaky Styley“, secondo album degli statunitensi Red Hot Chili Peppers. Con questo lavoro, prodotto dal leggendario George Clinton, i RHCP mettono a fuoco la loro formula, un incrocio potente di funk, punk, rock e rap, cui dà energia la presenza di una sezione fiati: i testi suscitano qualche polemica, tanto da indurre la EMI a vietare la pubblicazione di un brano, e cambiare il titolo di un’altro (da “Blowjob Park” a “Battleship”). In scaletta, “Jungle Man”, “Hollywood” e “Catholic School Girls Rule”.

19 Agosto 1972: David Bowie, nella sua incarnazione di “Ziggy Stardust”, tiene un concerto memorabile al Rainbow Theatre di Londra, registrando il tutto esaurito. Lo spettacolo – un vero e proprio evento multimediale, che incorpora rock, recitazione, provocazioni, arte mimica e musical – riceve critiche entusiastiche dai giornalisti specializzati e dal pubblico: platea in cui siedono anche Mick Jagger, Elton John, Rod Stewart e Alice Cooper.

20 Agosto 2020: a Los Angeles, a causa di un tumore al pancreas, a 69 anni ci lascia Frank Banali. Batterista di spirito hard rock nato in una famiglia di immigrati italiani, ha tenuto in mano le bacchette per i Quiet Riot, W.A.S.P. e Ozzy Osbourne.

21 Agosto 2024: la pop star Taylor Swift conclude la tappa europea del suo “Eras Tour” con uno spettacolo da record allo stadio di Wembley. Con questa serata (l’ottava consecutiva a Londra) eguaglia il record assoluto per il maggior numero di serate in quello stesso stadio, precedentemente stabilito dai Take That con il loro “Progress Tour” nel 2011.

22 Agosto 1968Cynthia Powell, moglie di John Lennon dal 1962, avvia la procedura di divorzio per infedeltà coniugale. Il decreto di separazione diventa effettivo tre mesi dopo: una brutta storia, con Lennon che – nel privato – si dimostra di tutt’altra pasta rispetto al mito peace&love che ancora ora incarna. Ma si sa, artista e persona raramente coincidono.

23 Agosto 1970: Lou Reed e i Velvet Underground (già orfani di John Cale) si esibiscono insieme per l’ultima volta nel leggendario club di New York, il Max’s Kansas City.

24 Agosto 1915: a Omaha (Nebraska) nasce Wynonie Harris. Dopo le prime esperienze da ballerino, Wynonie passa al canto nell’orchestra di Baron Moorehead, e nel ’46 si mette in proprio: “shouter”, diventa famoso per la briosa e sapida cover del classico di “Good Rockin’ Tonight” di Roy Brown, 1948,  che raggiunga la vetta della classifica dei “race record”, ed è considerata uno dei precursori del rock’n’roll.

Music challenge!

Ciao a tutti.
Oggi nulla di serio, storico o analitico, ma un piccolo gioco: prendendo spunto da quanto postato QUI dall’amico di blog Tony, e che aveva ben altro spessore e intenzione, ripropongo la challenge in versione ridotta e semplificata… Una challenge a tema musicale, ovviamente! Se qualcuno volesse mai scrivere le sue risposte, sono pronto!
  • Una canzone che mi piace con un colore nel titolo: “Black Dog” dei Led Zeppelin… Anche se il “cane nero” del titolo non ha nulla a che fare con il testo della canzone! Un pezzo della madonna, potente e carico di groove come solo Paul, Jimmy, John e Robert sapevano fare.
  • Una canzone che mi piace con un numero nel titolo: “Quattro cani“, di Francesco De Gregori. Canzone semplice, che racconta quel che il titolo promette, ma su cui moltissimi hanno appiccicato interpretazioni quanto meno fantasiose…
  • Una canzone che mi fa pensare all’estate: sarò ovvio, ma “Un’estate al mare” della compianta Giuni Russo è inevitabile… brano scritto da Battiato e Giusto Pio con un sottotesto tutt’altro che consolatorio, e con la pazzesca voce della signora Giuseppa Romeo a imitare i versi dei gabbiani.
  • Una canzone che mi fa pensare a qualcuno a cui non vorrei pensare affatto: “Meno male che Silvio c’è“… e non aggiungo altro.
  • Una canzone che deve essere messa ad alto volume: “Thunderstruck” degli AC/DC. E viene anche voglia di fare il duck walk, assieme allo scatenato Angus Young.
  • Una canzone che metto in macchina mentre guido: da anni ritengo che “Where the Streets Have No Name” degli U2 sia la miglior canzone possibile per iniziare un lungo viaggio.
  • Una canzone sulla droga: “I’m Waiting for My Man” dei Velvet Undeground. Quasi didascalica nel narrare di un tossico che aspetta lo spacciatore, con un riff martellante riff di chitarra e piano, a sottolineare l’urgenza e l’ansia di una dose.
  • Una canzone che mi rende felice: qua nessuna originalità o sforzo da parte mia, e cito “Happy” di Pharrell Williams, alla cui epidermica allegria lego anche un piacevole ricordo di famiglia.
  • Una canzone che mi rende triste: nessuna.
  • Una canzone dalla mia infanzia: “Oh Lady Mary” di Dalida, il cui 45 giri, all’età di tre anni, infilavo a ripetizione del mangiadischi, riconoscendolo dal colore dell’etichetta. Strano bambino…
  • La mia canzone preferita dal repertorio classico: senza alcun dubbio la “Sonata per pianoforte n. 32 in Do minore, Op. 111” di Ludovico Van. Potenza e delicatezza.
  • Una canzone con un nome proprio nel titolo: “Roxanne” dei Police. Un classico, fresco ancora oggi, dopo più di 40 anni.
  • Una canzone che chiunque dovrebbe ascoltare almeno una volta. Ne cito due, per motivi differenti e complementari. “A Day in the Life” dei Beatles, per capire come pianificazione, casualità e evoluti concetti d’arrangiamento possano costruire un capolavoro. “When the Music’s Over” dei Doors nella versione live all’Hollywood Bowl, per assistere a quel luciferino e unico mix di improvvisazione, allucinazione, teatro e genio proprio di Morrison e soci.

E voilà, finito! Voi che ne dite? Quali sono le canzoni che proporreste? Ciaooo…

Domani avvenne: da lunedì 26 agosto 2024 a domenica 1° settembre

Quale musicista è nato oggi? Quale disco è uscito in quella data? Quale rocker è morto dieci anni fa? Ecco, per la settimana entrante, qualche risposta!

26 Agosto 1901: a Oklahoma City nasce Jimmy Rushing. Pianista e cantante in stile “shout”, nel 1937 si unisce alla Count Basie Orchestra, e ne diventa uno dei pilastri: la sua voce intensa, calda e penetrante riesce a conferire al blues un lirismo romantico e una chiarezza del tutto nuova, lontana sia dal ruggito del Profondo Sud che dagli addolcimenti dell’Est.

27 Agosto 2009: a Milano, a 89 anni, muore Virgilio Savona. Cantante e autore, nel 1940 fonda il quartetto vocale Egie, che di lì a poco cambia nome in Quartetto Cetra: Virgilio (“quello con gli occhiali“), assieme al compagno d’arte Tata Giacobetti, è l’autore (in qualità di paroliere) della maggior parte dei loro successi, ed è il marito della collega Lucia Mannucci. Poco conosciuti, ma di assoluto rilievo, i suoi lavori solisti nell’ambito della canzone politica e di protesta.

28 Agosto 1964: i Beatles, al Delmonico Hotel di New York, incontrano il loro mito Bob Dylan. Bevuto qualche bicchiere di vino, Bob propone un giro di fumo, e riceve in cambio gli occhi sbarrati di Epstein e soci… Nessuno di loro ha mai fumato marijuana: bene, impareranno in fretta. Qualche tiro ed eccoli lì, a ridere, fissare il vuoto, e sentenziare di filosofia, musica, letteratura, e senso della vita: tanto che McCartney è convinto di averlo scoperto, e annotato. Il mattino dopo, apre il foglietto su cui aveva preso appunti, e legge: “Ci sono sette livelli”… Che mai vorrà dire? 🙂

29 Agosto 1958: per la EMI esce “Move It“, il singolo di debutto dell’inglese Cliff Richard. Originariamente pubblicato come B side di “Schoolboy Crush”, “Move it”, vivace rock’n’roll scritto dal chitarrista Ian Samwell durante un viaggio in bus, fa il botto: sostenuto da un riff di chitarra scarno e pulsante, arriva in un istante al secondo posto della classifica, e lancia il giovane Cliff nell’empireo del rock inglese. Sarà lui – cinque anni prima dei Beatles – il primo idolo della perfida Albione.

30 Agosto 1995: a Poughkeepsie (stato di New York), per un cancro, ci lascia Sterling Morrison. Chitarrista elettrico, nel 1964 si unisce al compagno di studi Lou Reed, nel tentativo di “farsi un nome” nel mondo della musica: poco dopo conoscono l’eclettico musicista John Cale, e nel 1965 assumono il definitivo nome di Velvet Underground. Con la leggendaria band newyorkese Sterling resta sino al 1971, e alla sua fuoriuscita inizia un dottorato in letteratura medievale: lasciata la cattedra, negli anni Ottanta diventa capitano di un rimorchiatore (sic!).

31 Agosto 1991: a poco più di tre settimane dalla sua uscita “Metallica“, il quinto album della omonima band californiana, balza al primo posto della classifica statunitense. Conosciuto da tutti come “Black Album“, a causa della laconica copertina nera, è il disco di maggior successo commerciale del gruppo, con oltre 25 milioni di pezzi venduti. I suoi brani sono caratterizzati da una forma più diretta e stringata: in scaletta, smash hits come “Sad but True”, “Nothing Else Matters” e “Enter Sandman”.

1° Settembre 1989: per la Virgin esce “Puta’s Fever“, il secondo album della band francese Manonegra. Capitanati da Manu Chao, i Manonegra attingono a una tavolozza musicale multicolore e variegata per dipingere una delle opere più eclettiche e divertenti del periodo: una “patchanka” di stili che va dal punk al reggae, dal rap al funk, dal folk magrebino a quello francese, dalle musichette da luna park al pop… In scaletta, “Peligro”, “Soledad”, “Pas assez de toi” e la famosa “King Kong Five”.

Domani avvenne: da lunedì 30 gennaio 2023 a domenica 5 febbraio

Quale musicista è nato il tal giorno? Quale disco è uscito in quella data? Quale rocker è morto proprio oggi? Ecco, per la settimana entrante, qualche risposta!

30 Gennaio 1968: per la Verve Records esce “White Light/White Heat“, il secondo album dei Velvet Underground. Con questo lavoro i Velvet spingono ancor più il pedale sul rumorismo, le dissonanze e il minimalismo, e i testi di Lou Reed calcano la mano su temi scomodi quali paranoia metropolitana, alienazione e dipendenza. In scaletta, oltre alla title track, “Lady Godiva’s Operation”, “Here She Comes Now” e “Sister Ray”. Con questo disco termina inoltre il sodalizio con la cantante Nico e con John Cale.

31 Gennaio 1944: a Kosciusko (Mississippi) nasce Charlie Musselwhite. Giovane armonicista a bocca, emigra presto a Chicago, dove suona in tutti i locali e con tutte le stelle locali: ma è a San Francisco che il suo primo album raggiunge il successo, e dove Charlie decide di andare a vivere e suonare. Musselwhite è, a tutti gli effetti, una leggenda dell’armonica blues, e lo è a maggior ragione in considerazione della sua pelle bianca, in un ambiente all’epoca dominato da una sorta di “razzismo a colori invertiti”.

1° Febbraio 2003: a seguito di una risoluzione del Senato degli Stati Uniti, è stabilito che dal 1° Febbraio 2003 abbia inizio “l’anno del Blues”, in ricordo alla presunta, mitizzata – e convenzionale – data di inizio del Blues, il 1° Febbraio 1903. La storia è interessante: e ve ne parlo in un post imminente, in uscita proprio il 1° Febbraio.

2 Febbraio 1959: al Surf Ballroom di Clear Lake in Iowa, quale ultima tappa del Winter Dance Party Tour, va in scena un concerto del grande Buddy Holly: con lui ci sono anche Ritchie Valens e The Big Bopper. Sarà la loro ultima esibizione: il 3 Febbraio, in un incidente aereo, i tre compagni d’avventura periranno, in quel giorno definito “The Day the Music Died”… E di cui, prima o poi, parlerò.

3 Febbraio 1979: il singolo “Heart of Glass“, del gruppo new wave Blondie, a circa un mese dalla sua uscita raggiunge il primo posto della classifica inglese. Estratto dall’album “Parallel Lines”, e scritto dal chitarrista Chris Stein e dalla bellissima cantante Debbie Harry, ha in realtà una storia più remota, essendo stato composto nel ’75 con un ritmo più morbido e lento: ma è grazie a un arrangiamento “disco” e brillante che il pezzo finalmente trova la sua strada e il successo internazionale.

4 Febbraio 1953: a Toyohashi (Giappone) nasce Masanori Takahashi, in arte Kitaro. Polistrumentista e compositore, dopo anni come musicista giramondo, nel ’77 torna in patria, e diventa uno degli artisti di punta del movimento New Age: è nominato tre volte ai Grammy (e ne vince uno), si aggiudica un Golden Globe, e suona e collabora con decine di artisti.

5 Febbraio 1944: a New York nasce Al Kooper. Tastierista e autore, raggiunge la fama quasi all’improvviso grazie alla sua presenza (decisiva, in termini di sound e idee) nei due album capolavoro della “svolta elettrica” di Dylan: terminata la prima fase della collaborazione con Bob, fonda la jazz-rock band dei Blood, Sweat & Tears, collabora con gli Stones, Hendrix, Who, Cream, scopre i Lynyrd Skynyrd, e torna con Dylan per un’altra serie di successi. Un grandissimo!

Domani avvenne: da lunedì 22 agosto 2022 a domenica 28 agosto

22 Agosto 1917: a Clarksdale (Mississippi) nasce John Lee Hooker. Undicesimo figlio di una povera famiglia di mezzadri, cresce immerso negli spiritual e nei gospel, ma il nuovo patrigno porta in casa la musica del diavolo, il blues. Nel 1943 emigra a Detroit, e nel ’48 fa il botto con quello che diventerà il suo pezzo simbolo: “Boogie Chillen’”. Con trascurabili adeguamenti nella grammatica musicale e nell’abbigliamento, Hooker resta sulla cresta dell’onda fino alla fine della sua lunga vita. Famose sono anche “Baby, Please don’t Go” e “Boom Boom”.

23 Agosto 1945: a Torino, a pochi metri da casa mia :-), nasce Rita Pavone. Alla fine degli anni Cinquanta si fa notare in alcuni contest locali, e nel 1962 conosce quello che diventerà prima suo mentore, e poi marito, Teddy Reno. Dal ’63 in poi il fenomeno Rita Pavone esplode, con hit come “La partita di pallone”, “Sul cucuzzolo” e “Il ballo del mattone”; Rita è inoltre anche attrice in alcuni musicarelli, e nello sceneggiato tv “Il giornalino di Gian Burrasca”. In carriera “Pel di carota” vende oltre 50 milioni di dischi in tutto il mondo, ed è una delle otto cantanti italiane ad essere entrata in classifica nel Regno Unito. Ad una leggenda metropolitana che la riguarda Rita e i Pink Floyd ho dedicato questo post.

24 Agosto 1967: su interessamento di Pattie Harrison, i Beatles si recano all’Hotel Hilton di Park Lane, Londra, per assistere a una conferenza del guru induista Maharishi Mahesh Yogi: è l’inizio di un’infatuazione per la mistica orientale che porterà i quattro, nel Febbraio 1968, all’ashram del maestro… Viaggio che condizionerà non solo la musica e il pensiero dei Fab Four (George Harrison in primis), ma un’intera generazione.

25 Agosto 1992: per la Reprise Records esce “Unplugged“, album live di Eric Clapton. Registrato a febbraio ai Bray Studios di Windsor, nell’ambito del format televisivo MTV Unplugged, e davanti a un pubblico di poche decine di persone, questo live rappresenta per molti la “rinascita” di Clapton, dopo anni di produzioni pop stantie. Queste 17 canzoni, eseguite in compagnia di musicisti di prim’ordine e in versione preminentemente acustica, riportano Eric alle radici: in scaletta, fra le altre, la famosa “Tears in Heaven”, dedicata al figlio Conor, morto a 4 anni.

26 Agosto 1960: a New Orleans nasce Branford Marsalis. Sassofonista jazz, e fratello del trombettista Wynton, esordisce nel 1980 con Art Blakey, e nel ’84 è convocato da sua maestà Miles Davis: inizia così il suo periodo d’oro, che lo vede alternare performance di jazz col suo quartetto di all star, una collaborazione con Sting, la recita in un film e la direzione musicale dello show televisivo “Jay Leno’s Tonight Show”.

27 Agosto 2002: per la Interscope Records esce “Songs for the Deaf“, il terzo album del gruppo stoner Queens of the Stone Age. Pensato del leader Josh Homme come un concept album ispirato dai suoi frequenti viaggi in macchina attraverso il deserto californiano, vede la partecipazione alla batteria di Dave Grohl (ex Nirvana) e alla voce di Mark Lanegan. In scaletta, “The Sky Is Fallin'”, “No One Knows”, “God Is on the Radio” e la title track.

28 Agosto 1942: a East Meadow (Long Island, NY) nasce Sterling Morrison. Chitarrista elettrico, nel 1964 si unisce al compagno di studi Lou Reed, nel tentativo di “farsi un nome” nel mondo della musica: poco dopo conoscono l’eclettico musicista John Cale, e nel 1965 assumono il definitivo nome di Velvet Underground. Con la leggendaria band newyorkese Sterling resta sino al 1971, e alla sua fuoriuscita inizia un dottorato in letteratura medievale: lasciata la cattedra, negli anni Ottanta diventa capitano di un rimorchiatore (sic!).

Io non so parlar di musica #6 – Velvet Underground

Sarà perché ormai le giornate lavorative sono sempre più simili a sessioni sadomaso (in cui, ovviamente, io recito controvoglia la parte “maso” e qualcuno di più in alto di me quella “sado”), ma oggi ho voglia di proporvi (senza parlarvene troppo… se no il titolo “Io non so parlar di musica” che ci sta a fare?) questo pezzo: “Venus in Furs“.

Canzone degli immensi Velvet Underground di Lou Redd e John Cale, è probabilmente uno dei loro vertici: ispirato al romanzo di Leopold von Sacher Masoch “Venere in pelliccia”, Lou Reed dà vita a un brano ipnotico, disturbato e disturbante. Perversione, morbosità, decadenza: il tessuto musicale, retto dal bordone della “ostrich guitar” di Reed (una chitarra con tutte le corde accordate sulla stessa nota), dalla insinuante viola elettrificata di Cale, e da un ritmo ossessivo e cadenzato, si fonde alla perfezione con la voce disadorna e impassibile di Lou, che incita e commenta la performance dei due amanti, prendendo prima le parti della dominatrice in lucidi stivali di cuoio, e poi del suo schiavo sessuale, che lecca le cinghie e assaggia lo schiocco della frusta. E, fra una strofa e l’altra, la disperazione dell’esistere. Continua a leggere “Io non so parlar di musica #6 – Velvet Underground”