Buona settimana
30 Settembre 1940: a Chesterfield, Ontario (Canada) nasce Walter Milton Dwayne Midkiff. A 13 anni impara a suonare la batteria e più tardi, notato da un produttore di Nashville, raggiunge la capitale del country a stelle e strisce e – col nome d’arte di Dewey Martin – diventa un apprezzato session man. La svolta della carriera avviene nel 1966, quando si unisce a Stephen Stills e Richie Furay nei Buffalo Springfield.
1° Ottobre 1880: il polistrumentista e orchestratore John P. Sousa, dopo aver velocemente scalato tutte le gerarchie, è promosso a direttore della United States Marine Band. Argutamente dichiara: “Le marce sono musica per i piedi, e non per la testa”: devono essere prive di orpelli, dotate di una struttura armonica netta, precisa, priva di complessità eccessive, e comunicare allegria ed energia. Gli esempi migliori del suo pensiero musicale “americano” sono le autografe – e famosissime – “Stars and stripes forever” (1901) e “Liberty bell”: fragorosi successi di fama mondiale, che esportano ovunque l’entusiasmo e il vitale ottimismo dell’America.
2 Ottobre 1945: a New Rochelle, stato di New York, nasce Don McLean. Folksinger attivo nelle coffee houses , ottiene notorietà quando accompagna il cantante e attivista Pete Seeger nel suo percorso lungo lo Hudson per protestare contro l’inquinamento del fiume. La sua canzone più famosa è “American Pie“, spesso interpretata come una riflessione sulla morte di Buddy Holly e Ritchie Valens nell’incidente aereo del 1959, e sulla fine del sogno adolescenziale. In Italia McLean ha avuto un breve periodo di notorietà grazie al brano “Vincent”, utilizzato come sigla del seguitissimo giallo televisivo “Lungo il fiume e sull’acqua” (1973).
3 Ottobre 1961: The Pendleton, nel Settembre 1961, si presentano alla Stereo Masters di Hollywood per un’audizione: la tradizionale ballad “Their hearts were full of spring” non convince i discografici, i quattro amici stanno lasciando lo studio con le orecchie basse, ma Dennis Wilson ha un’idea… Si fa coraggio, e confessa che hanno da parte un pezzo, “Surfin’”: certo, è appena abbozzato, ma possono lavorarci su. Gli autori, Brian Wilson e Mike Love, sgobbano da mattino a sera per terminare la stesura del brano, e il 3 Ottobre tornano in studio, e lo mettono su nastro. Quando, verso metà Novembre, aprono le scatole contenenti i 45 giri freschi di stampa, trovano una sorpresa: senza consultare nessuno, un promoter ha cambiato il nome della band. La brevissima era dei Pendleton è finita: ora tocca ai Beach Boys. “Surfin’”, a fine’61, arriva terzo nelle classifiche locali, e settantacinquesimo in quelle nazionali: e inizia la leggenda.
4 Ottobre 1959: a Blackpool (UK) nasce Chris Lowe. Dopo aver studiato prima il trombone e poi il pianoforte, nell’81 in un negozio di elettronica di Chelsea incontra il cantante Neil Tennant, con cui lega immediatamente. Dopo qualche mese di esperimenti i due mettono su il duo elettro-pop dei Pet Shop Boys: il successo arriverà solo cinque anni dopo, ma sarà fragoroso.
5 Ottobre 1943: a soli 41 anni, ci lascia Leon Roppolo. Clarinettista jazz di chiare origini italiane (i genitori erano di Salaparuta, proprio come quelli di Louis Prima e Nick La Rocca), assieme al cornettista Paul Mares nel 1921 fonda i New Orleans Rhythm Kings, una delle più alte e rispettose espressioni del Dixieland della Big Easy: un calibrato compromesso fra tradizione collettiva nera di King Oliver e la schiera di imitatori bianchi della scuola di Chicago. Forse per abuso di marijuana, forse per le cause della sifilide, alla fine degli anni Trenta Leon inizia a dare segni di squilibrio mentale: muore nell’ospedale psichiatrico di New Orleans, dov’è stato internato per volere della famiglia.
6 Ottobre 1945: a Teramo nasce Ivan Graziani. Chitarrista – ma anche illustratore di fumetti – inizia la carriera negli Anonima Sound, per poi tentare – parallelamente a quella di session man per Lucio Battisti, PFM, Antonello Venditti – la strada solista. Le prime prove sono opache o eterodosse (un disco strumentale, uno in inglese con lo pseudonimo di Rockleberry Roll), ma nel ’76 trova finalmente la sua strada, e diventa una delle voci (anche letteralmente) più originali della canzone d’autore italiana. Ne ho parlato qui.