E non c’è più nessuno che mi parli ancora un po’ di Ivan
Mi ricordo… Si, mi ricordo. Un’estate: era il 1980, incombeva la seconda media, sul tavolino TV Sorrisi e Canzoni, e con le mie vicine si sentiva la radio. Poca, la tv. Eppure, sull’apparecchio in bianco e nero – e sì, la prima tv a colori era arrivata a fine ’76, ma in campagna avevamo solo quella – gli occhiali di Ivan Graziani li rivedo rossi: e quella canzone – “Firenze (Canzone triste)” la sento attraverso un sonoro pieno di imperfezioni, ma anche di suggestioni… Per me, roba più esotica dell’Africa: che ne sapevo del “colosso toscano”, e di “una donna da amare in due”? Eppure la cantavo tutta, trascinato dalla melodia, e dall’adolescenziale sicurezza che, se un cantante dice certe cose, un senso ce lo hanno per forza.
Al Festivalbar di quell’anno, Graziani non vinse: il premio se lo aggiudicò “Olympic games” di Miguel Bosé, la futura icona gay ancora intrappolata nella crisalide del bel ragazzo in canottiera, muscoli e sorrisi.
Ivan non fu mai, un’icona: né gay, né etero, né rock, e nemmeno cantautorale… Ma – me ne rendo conto solo ora – fu il mio primo idolo: ed è (anche) per sdebitarmi con lui, che gli dedico l’inizio della mia avventura da blogger.
La sua carriera non fu per nulla facile: al netto di un breve periodo di fama – che fu sempre risicata, e mai in pieno sole – Graziani rimase per il Bel Paese un curioso incidente di percorso, chiuso fra i cantautori impegnati, l’imminente ondata New-Mtv-Romantic e i reduci degli anni Settanta. Colpa, se di colpa si tratta, di una scrittura bipolare, oscillante fra rock, ballate eteree e bozzetti ironici, di un falsetto pure originale e riconoscibile, ma di non facile digeribilità, e una fisicità un po’ sfigatella, che gli occhiali rossi non sono mai bastati a tonificare. Tanto che il nostro, a partire dal 1981, iniziò a scivolare sempre più in basso nelle classifiche, e nelle preferenze del pubblico. L’ultimo colpo di coda – la caustica “Maledette malelingue”, portata anche a Sanremo – arriva fuori tempo massimo: un “brutto male” (ma ci decidessimo a chiamarlo cancro?) lo porta via nel ‘97, lasciando al figlio Filippo il compito di perpetuarne la memoria (e il falsetto) con fedeltà e rispetto.
Ma tutto questo, nell’80, non lo so ancora. Dopo “Firenze”, e la successiva “Radio Londra”, Graziani torna a occupare i miei pomeriggi con “Nove” (1984), una cassetta – anzi, una MUSICASSETTA! – ricevuta in regalo da mio cugino, e che ho letteralmente consumato: non era un capolavoro, ma all’epoca le paghette non si usavano, e dovevo fare di necessità virtù. L’opening track “Limiti (affari d’amore)”, col suo velato riferimento ai palpiti omosex, è senza dubbio il pezzo migliore: ogni tanto canticchio ancora la stramba e saltellante “Io che c’entro” (con tanto di uomo seduto a “meditare” sul cesso), e la svagata “Minù Minù”… Delle altre, lo confesso, ho poca memoria.
…E poi cade l’oblio. Fino almeno al 2004 quando – in vacanza in terra d’Abruzzi, e quindi pienamente in tema con il teramano Ivan – in un’edicola spendo pochi euro per il doppio cd “Firenze-Lugano no stop”: una raccolta che, come tutte le sue sorelle, alterna pregi (l’esonero dall’acquisto dei singoli album) e difetti (gli inevitabili buchi, e un paio di inediti non così indispensabili).
L’antologia ha un buon successo, e riporta per un attimo Ivan in classifica: ma la polvere, appena sollevata, torna presto a ricoprire il suo nome e – lo confesso – anche il mio cd. Che se ne sta in archivio per qualche anno, dimenticato: ma, complice il progredire dell’età e il regredire dei ricordi, da qualche mese è tornato a girare prima nei miei pensieri e poi nel lettore dell’auto.
Le perle sono molte: “Pigro”, “Monna Lisa”, “Lugano addio”, “Firenze (Canzone triste)”, “Il chitarrista”, “Agnese”, “Taglia la testa al gallo”, “Dada”, “Fuoco sulla collina”, “Ballata per quattro stagioni”. E la parola “perle” la dice lunga su come le considero: sul fatto che non sono per tutti, e sull’idea che – proprio come i gioielli – non devono star chiuse in un cassetto, ma girare per l’etere, e farsi vedere e ascoltare: lasciando perdere il modello “autotune” ora in voga, ma lasciandosi cullare dalla placida serenità di chi è fuori dai giochi, e libero dalla necessità.
Un cd da avere, dunque, se proprio non si vogliono comprare gli album-capolavoro “Pigro”, “Agnese dolce Agnese” e “Viaggi e intemperie”. E al cui ascolto aggiungo due note. Che Graziani, oltre a cantante e autore, fu anche un buon illustratore (anzi, era questa la professione che il giovane Ivan immaginava per sé: lo testimoniano molte bande dessinée sopravvissute, fra cui alcune strisce porno), e un chitarrista molto in gamba (e qui bastano i licks blues di “Monna Lisa”, e l’ingaggio di Battisti per “La batteria, il contrabbasso, eccetera”).
E l’altra è “Cleo” (1981): canzone “minore” che mi perseguita dal giorno in cui l’ho sentita, zeppa di immagini e suggestioni classiche, e che in questo autunno che si è deciso ad arrivare sembra proprio cadere a pennello: anche per me, che “da Torino a Salonicco” sono mai andato. “E arriverà il cielo, e la pioggia di settembre: lungo i marciapiedi, fra le case e in questo bar e nel mio bicchiere, e dentro me”.
Ivan Graziani – “Firenze-Lugano no stop” (Raccolta)
Pubblicazione: 2004 – BMG Ricordi
Tracklist
CD1
- Il lupo e il bracconiere (Ivan Graziani) – Inedito
- Firenze (canzone triste) (Ivan Graziani)
- Il chitarrista (Ivan Graziani, Cheope)
- Agnese (Ivan Graziani,Traditional)
- Monna Lisa (Ivan Graziani)
- Signora bionda dei ciliegi (Ivan Graziani,Cheope)
- Dada (Ivan Graziani)
- Fuoco sulla collina (Ivan Graziani)
- Cleo (Ivan Graziani)
- Grande mondo (Ivan Graziani)
- Angelina (Ivan Graziani)
- E sei così bella (Ivan Graziani)
CD2
- Pigro (Ivan Graziani)
- Ballata per 4 stagioni (Ivan Graziani)
- Giuliana (Ivan Graziani) – Inedito
- I lupi (Ivan Graziani)
- Paolina (Ivan Graziani)
- Taglia la testa al gallo (Ivan Graziani)
- Canzone per Susy (Ivan Graziani)
- Doctor Jekyll and Mr. Hyde (A.Rosa,Ivan Graziani)
- Palla di gomma (Cheope,Ivan Graziani)
- Gran Sasso (Ivan Graziani)
- Navi (Cheope,Ivan Graziani)
- Lugano addio (Ivan Graziani)
Conto su di te per provare a sistemare almeno un pochetto la mia enorme ignoranza in materia musicale, che si fa sentire ancor di più leggendo articoli come questo😀…
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E io mi rifaccio per il cine (in sala e “archiviato”) con te! Ah, la blog-community!
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