Sessant’anni fa: la British Invasion! – Parte 2

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Come sapete, su questo bel blog, cui ho piacere di collaborare, e che consiglio a tutti, pubblico post a tema musicale di taglio storico: quello in uscita oggi si concentra sulla British Invasion… Quando, cioè, giusto sessant’anni fa, prima i Beatles, poi gli Animal, poi gli Stones – e nel giro di pochissimi mesi – conquistarono cuori, classifiche, vendite, sale da concerto e televisioni di tutti gli Stati Uniti, spazzando letteralmente via una generazione di musicisti americani, e dando alla storia della musica pop una sterzata così improvvisa e potente che i risultati si vedono ancora oggi.

Questo piccolo viaggio è organizzato in due post: il primo si è occupato del “come” e “quando” di questa Invasione; in questo vi racconto invece dei cambiamenti suscitati in ambito musicale dalla “calata degli inglesi” oltre Atlantico, cercando soprattutto di capire e spiegare il “perché” di questo successo improvviso e travolgente. Se volete capirne di più, potete dare un’occhiata al post originale: non breve, ovviamente, ha il taglio di un mini-saggio… Ma – almeno per me, e spero per qualcuno di voi – anche interessante.

Buona lettura!

Sessant’anni fa: la British Invasion! – Parte 1

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Come sapete, su questo bel blog, cui ho piacere di collaborare, e che consiglio a tutti, pubblico post a tema musicale di taglio storico: quello in uscita oggi si concentra sulla British Invasion… Quando, cioè, giusto sessant’anni fa, prima i Beatles, poi gli Animal, poi gli Stones – e nel giro di pochissimi mesi – conquistarono cuori, classifiche, vendite, sale da concerto e televisioni di tutti gli Stati Uniti, spazzando letteralmente via una generazione di musicisti americani, e dando alla storia della musica pop una sterzata così improvvisa e potente che i risultati si vedono ancora oggi.

Questo piccolo viaggio si organizza in due post: questo, che è il primo, riguarda il “come”  il “quando” di questa Invasione; nel prossimo, vi racconterò invece dei cambiamenti suscitati in ambito musicale dalla “calata degli inglesi” oltre Atlantico, e cercherò di capire e spiegare il “perchè” di questo successo improvviso e travolgente. Se volete capirne di più, potete dare un’occhiata al post originale: un po’ lunghetto, ma anche interessante… L’ho scritto io, poffarbacco! Buona lettura!

Il Boogie

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Come sapete, su questo bel blog, cui ho l’onore di collaborare, e che consiglio a tutti, pubblico post a tema musicale di taglio storico: quello in uscita oggi fa parte di una serie di articoli che descrivono l’incontro, in terra d’America fra Ottocento e Novecneto, fra la quadratura della musica “perbene” e le anomalie ritmiche d’origine africana, e che vede nel pianoforte un indiscusso protagonista.

La quarta tappa di questo viaggio esplora un genere che, sebbene sia in Italia più conosciuto per l’omonimo ballo, nasce in realtà come performance strumentale di tipo pianistico: il Boogie. Ma sì, quei bei pezzi allegri dal ritmo insistente e battente, e un po’ virtuosistici, col famoso “ostinato di basso”… Comunque, se volete capirne di più, potete dare un’occhiata al post originale. Buona lettura!

Il Ragtime

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Come sapete, su questo bel blog, cui ho l’onore di collaborare, e che consiglio a tutti, pubblico post a tema musicale di taglio storico: quello in uscita oggi fa parte di una serie di articoli che descrivono l’incontro, in terra d’America d’Ottocento, fra la quadratura della musica “perbene” e le anomalie ritmiche d’origine africana, e che vede nel pianoforte un indiscusso protagonista.

La terza tappa di questo viaggio esplora il genere che, più di tutti, meglio rappresenta questo tentativo di fusione: il Ragtime. Ma si, lo sapete tutti cos’è: “La Stangata” vi dice nulla? Altrimenti, ascoltate qui!

E qui c’è il post originale. Buona lettura!

Il ritmo creolo di Louis Moreau Gottschalk

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Avviso ai naviganti: come i precedenti, è un post un po’ specialistico e storico. Fa parte di una breve serie di articoli che narreranno l’incontro, in terra d’America d’Ottocento, fra la quadratura della musica “perbene” e le anomalie ritmiche d’origine africana: un dialogo da cui nasceranno ragtime, boogie, blues e jazz (mica pizza e fichi).

La seconda tappa di questo viaggio si colloca a metà Ottocento, nella poliglotta New Orleans: dove un pianista dal curioso nome di Louis Moreau Gottschalk – e che già ci parla di poliedricità e miscugli etnici – scrive, dirige e suona un patois pianistico altrettanto curioso, che attinge a umori e ritmi esotici… Un vero scandalo, signora mia!

Qui il post originale. Buona lettura!

La musica perbene incontra il ritmo: il caso Frank Johnson

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Si tratta, lo dico subito, di un post un po’ specialistico, e che apre una breve serie di articoli che narreranno l’incontro, in terra d’America d’Ottocento, fra la quadratura della musica “perbene” e le anomalie ritmiche d’origine africana: un dialogo da cui nasceranno ragtime, boogie, blues e jazz (e scusate se è poco).

La prima tappa di questo viaggio si colloca circa 200 anni fa, a Philadelphia: e il nostro eroe è il nero Frank Johnson, un capobanda all’epoca famosissimo, elegante e tutto d’un pezzo…

Qui il post originale. Buona lettura!