Cazzeggiando per il Torino Film Festival40 #1

Ciao a tutti! Un anno fa vi avevo raccontato di come la mia compagna e io, ogni anno, ci prendessimo una settimana di pausa dal lavoro non per andare al mare, all’estero, in montagna o in una SPA, ma per frequentare il Torino Film Festival (in gergo, il TFF): bene, quest’anno l’abitudine si rinnova, e in più il Festival compie 40 anni. In questa puntata vi racconto un po’ come si struttura, cosa ci sta piacendo e cosa meno: la prossima settimana entrerò nel dettaglio dei film visti.

Dunque, la minestra, a livello macro, può apparire sempre la solita: circa 170 pellicole, suddivise fra concorso e sezioni collaterali; nove sale coinvolte; ogni film proposto almeno due, se non tre, volte, su una griglia oraria che spazia fra le 9 del mattino e le 22; biglietti acquistabili singolarmente, o in abbonamento; ospite speciale rigorosamente di primo piano (quest’anno, Malcom McDowell, il protagonista – fra le tante pellicole girate – di “Arancia Meccanica”); e una caterva di buone intenzioni. Continua a leggere “Cazzeggiando per il Torino Film Festival40 #1”

La diffusione della musica: radio, tv, jukebox, videoclip…

Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.

Dopo aver affrontato i supporti “materiali” attraverso cui una canzone può essere fissata, riprodotta in serie e venduta al pubblico (cilindri, dischi, nastri magnetici e cd), ora passiamo ad occuparci dei canali (i media) attraverso cui questi supporti, per così dire, “viaggiano”: in poche parole, dopo aver parlato della distribuzione, raggiungiamo il regno della diffusione della musica. E, quindi, radio, tv, jukebox, cinema, videoclip, web…

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La radio è inventata da Guglielmo Marconi nel 1894: inizialmente gli apparecchi possono propagare solamente segnali codificati (i “bip” dell’alfabeto Morse), ma ben presto il sogno di diffondere nell’etere suoni e parole diventa realtà. Nella notte di Natale del 1906 l’inventore canadese Reginald A. Fessenden trasmette, da Boston, un breve discorso, legge un passo della Bibbia, esegue qualche melodia di violino, e accende il suo grammofono. È il primo caso documentato di trasmissione a distanza di voce umana e di musica: ma, per quanto avveniristica, resta una bizzarria senza esito.

Per tutti gli anni Dieci la radio è intesa esclusivamente come un sostituto del telegrafo, destinato alle comunicazioni marittime e militari: ma, dopo la Prima Guerra Mondiale, il vento cambia. Molti giovani, che hanno acquisito sul campo le necessarie cognizioni tecniche, si dedicano alla realizzazione di piccole stazioni trasmittenti (nel 1918, i radioamatori sono già più di diecimila) e si lanciano in nuovi esperimenti. Continua a leggere