Ciao a tutti, vi segnalo un nuovo post, curato dal sottoscritto, in uscita oggi sul blogdellamusica.
Dopo aver affrontato i supporti “materiali” attraverso cui una canzone può essere fissata, riprodotta in serie e venduta al pubblico (cilindri, dischi, nastri magnetici e cd), ora passiamo ad occuparci dei canali (i media) attraverso cui questi supporti, per così dire, “viaggiano”: in poche parole, dopo aver parlato della distribuzione, raggiungiamo il regno della diffusione della musica. E, quindi, radio, tv, jukebox, cinema, videoclip, web…
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La radio è inventata da Guglielmo Marconi nel 1894: inizialmente gli apparecchi possono propagare solamente segnali codificati (i “bip” dell’alfabeto Morse), ma ben presto il sogno di diffondere nell’etere suoni e parole diventa realtà. Nella notte di Natale del 1906 l’inventore canadese Reginald A. Fessenden trasmette, da Boston, un breve discorso, legge un passo della Bibbia, esegue qualche melodia di violino, e accende il suo grammofono. È il primo caso documentato di trasmissione a distanza di voce umana e di musica: ma, per quanto avveniristica, resta una bizzarria senza esito.
Per tutti gli anni Dieci la radio è intesa esclusivamente come un sostituto del telegrafo, destinato alle comunicazioni marittime e militari: ma, dopo la Prima Guerra Mondiale, il vento cambia. Molti giovani, che hanno acquisito sul campo le necessarie cognizioni tecniche, si dedicano alla realizzazione di piccole stazioni trasmittenti (nel 1918, i radioamatori sono già più di diecimila) e si lanciano in nuovi esperimenti. Continua a leggere