Domani avvenne: da lunedì 15 settembre 2025 a domenica 21 settembre

Quale musicista è nato oggi? Quale disco è uscito in quella data? Quale rocker è morto dieci anni fa? Ecco, per la settimana entrante, qualche risposta!

15 Settembre 1980: a New York, a soli 51 anni, ci lascia Bill Evans. Giovanissimo pianista, passa dalle lezioni anarchiche con la maestra Helen Leland agli studi classici, fino ad approdare al jazz: nel 1950 inizia la carriera professionista, nel ’59 collabora con Miles Davis allo storico album “Kind of Blue”, e nel ’61 fonda il suo trio. Bill è uno dei più grandi artisti jazz di sempre ma, carattere fragile, si avvicina alle droghe: dipendenza che, complici gravi lutti familiari, diventerà sempre più presente e nefasta, fino a condurlo alla morte.

16 Settembre 1925: a Itta Bena (Mississippi), giusto cent’anni fa, nasce Riley B. King, in arte e per tutti B.B. King. Uno dei maggiori chitarristi blues di tutti i tempi, B.B.: lui, con la mitica chitarra Lucille. Riley passa dalla raccolta di cotone nelle piantagioni alla professione di deejay-musicista alla WDIA di Memphis: e, nel giro di pochi anni, assurge all’olimpo della musica americana e mondiale. Ammirato da centinaia di colleghi, ha vinto ben 15 Grammy Awards: quindici, come i suoi figli, tutti generati con diverse donne al di fuori dei suoi due matrimoni!

17 Settembre 1983: a soli tre mesi dalla sua uscita “No Parlez“, album di debutto del “soul man di pelle bianca” Paul Young, raggiunge il primo posto della classifica inglese. Straordinario successo di pubblico (rimarrà nella Top100 britannica per 119 settimane), esibisce in scaletta brani come “Come Back and Stay”, e le cover di “Love Will Tear Us Apart”, “Wherever I Lay My Hat (That’s My Home)” e “Love of the Common People”.

18 Settembre 1990: per la Restless Records esce “In a Priest Driven Ambulance“, quarto album degli statunitensi Flaming Lips. Con questo lavoro, Wayne Coyne e compagni iniziano a stabilizzare il loro sound anarchico e pazzoide in una forma più compatta, dove psichedelia, code strumentali furibonde, distorsioni, intimismo da folksinger ed effetti sonori trovano un perfetto equilibrio.

19 Settembre 1960: la canzone “The Twist“, cantata da Chubby Checker, debutta direttamente al primo posto della classifica statunitense. Singolo scritto l’anno prima da Hank Ballard, ma passato inosservato, grazie a un battage pubblicitario tambureggiante, e all’appoggio dell’influente presentatore televisivo Dick Clark, trova nel debuttante Chubby il veicolo giusto per sfondare. Il  ballo Twist diventa così una vera e propria follia nazionale: il colpo da ko arriverà l’anno dopo, con la famosissima “Let’s Twist Again”.

20 Settembre 1890: a New Orleans nasce Ferdinand Joseph LaMothe, in arte Jelly Roll Morton. Pianista, compositore e manager di se stesso, Jelly Roll (“rotolo di marmellata”, dolce dalla forma oscenamente inequivocabile) rappresenta l’ultima fioritura di una tradizione declinante, seppur di elevatissimo spessore, lontana sia dalla canzonetta swing semplificata che dal jazz egocentrico di Armstrong e Hawkins. Uno dei grandissimi del primo jazz, insomma, di cui però non abbiamo dati anagrafici certi, se non la morte: alla moglie disse di esser nato nel 1886, su una polizza sanitaria dichiarò il 1888, nei documenti della Biblioteca del Congresso di Washington risulta il 1885, mentre sulla tomba è scritto 1890. Facciamo finta sia questa, la data buona!

21 Settembre 2020: a Los Vegas, alla bella età di 92 anni, muore Gaetano “Tommy” DeVito. Ultimo di nove figli, musicista e vocalist, nel 1954 incontra il cantante Frankie Valli, con cui due anni dopo fonda il quartetto dei Four Lovers: ma è solo nel ’60, con l’ingresso del compositore Bob Gaudio, che i quattro trovano il successo col nome di Four Seasons, e con grandi hit come “Sherry”, “Beggin’”, “Rag Doll” e “Big Girls Don’t Cry”.

Domani avvenne: da lunedì 10 gennaio 2022 a domenica 16 gennaio

10 Gennaio 1989: Lou Reed pubblica, per la Sire Records, il suo quindicesimo album, “New York“. Opera matura e compiuta, e sorta di “concept album” moderno, si snoda attraverso 14 tracce, che dipingono un ritratto della Grande Mela sincero e sentito: poesia urbana, ballate decadenti, momenti rabbiosi, chitarre asciutte e ritmi marziali, la sintesi insomma della poetica di Lou Reed portata al massimo grado.

11 Gennaio 1999: a cinque mesi dal primo campanello d’allarme Fabrizio De Andrè, ricoverato all’Istituto Tumori di Milano, si deve arrendere al cancro ai polmoni che lo sta divorando. In questi mesi Faber non ha però abbandonato il lavoro: ha messo mano al disco “Notturni”, col poeta Oliviero Malaspina (che però non vedrà mai la luce), e sta progettando un libro intitolato “Dizionario dell’ingiuria”. Al funerale, tenuto il 13 Gennaio, partecipano oltre 10.000 persone. E, l’11 Gennaio, uscirà un mio post “problematico”, dedicato proprio a Fabrizio.

12 Gennaio 2007: a Los Angeles ci lascia, all’età di 70 anni, Alice Coltrane. Nata come Alice McLeod, pianista, arpista e organista jazz, nel 1965 sostituisce McCoy Tyner nella band di John Coltrane, che sposa nel 1966: dopo la morte del marito, nel 1967, continua l’attività di musicista, e diventa devota del guru indiano Sathya Sai Baba, arrivando anche a fondare un ashram a Malibù.

13 Gennaio 1962: il singolo “The Twist“, nella cover di Chubby Checker, arriva per la seconda volta, e a distanza di oltre un anno, in vetta alla classifica di Billboard: un piccolo record per un pezzo che fa storia, e dà il via a una vera e propria craze danzereccia e di costume di dimensioni mondiali. Attenzione: questa non è “Let’s Twist Again”, ma la progenitrice “The Twist”!

14 Gennaio 1967: a Bayonne (New Jersey) nasce Jeffrey Phillip Wielandt. Giovane chitarrista metal, non ancora ventenne è già insegnante di tecniche sulla sei corde: nel 1986, saputo che Ozzy Osbourne sta cercando un rimpiazzo per sostituire il solista Jake E. Lee, manda un nastro, ed è scelto… Prendendo spunto da un fumetto, prende ufficialmente possesso del suo pseudonimo ufficiale, Zakk Wylde. Chitarrista dallo stile eclettico, in bilico fra metal, southern rock e tecniche country, resta con Ozzy sino al 2009: parallelamente partecipa a un’infinità di progetti paralleli, fra cui i Black Label Society e i Pride & Glory.

15 Gennaio 1994: a Agoura Hills (California), a soli 54 anni, afflitto da congeniti problemi cardiaci, muore Harry Nilsson. Autore a cavallo fra folk e pop barocco, diventa curiosamente famoso come interprete di canzoni di altrui mano (la più famosa è “Everybody’s Talkin’”, tratta dalla colonna sonora di “Un uomo da marciapiede”): da qui la sua carriera di autore riprende quota, con collaborazioni con John Lennon e Ringo Starr, e la realizzazione del film d’animazione “The Point!”.

16 Gennaio 1992: ai Bray Studios di Windsor (UK), nell’ambito del format televisivo MTV Unplugged, e davanti a un pubblico di poche decine di persone, Eric Clapton registra e incide la sua performance. Queste 17 canzoni, eseguite in compagnia di musicisti di prim’ordine e in versione preminentemente acustica, pescate dal proprio repertorio e dal blues classico, vanno a costituire una gemma preziosa, che riporta Eric alle radici. Dal concerto, ad Agosto, sarà pubblicato l’album “Unplugged”: in scaletta, la famosa “Tears in Heaven”, dedicata al figlio Conor, morto a 4 anni.

Scacchi e musica – Seconda parte

Mai muovere troppo in fretta

Bentornati a tutti… E, dopo la prima parte, dedicata a scacchi, musica e musicisti, tocca alle copertine a tema: e qui si apre il baratro. Sono letteralmente centinaia quelle sputate fuori dai motori di ricerca: oltre al catalogo della Chess Records – che con gli scacchi non c’entra nulla, ma che ugualmente ingolfa pagine e pagine web – per arrivare al nocciolo del problema bisogna anche scremare quelle dove gli scacchi sono semplicemente un motivo grafico, senza attinenza col nobil gioco… E, dopo un bel po’ di tempo, di vaffa e di diottrie perse, ecco i risultati più interessanti.

Il chitarrista Manuel Göttsching è uno di quei musicisti defilati e di nicchia ma, come dicono quelli bravi, “seminali”: fondatore degli Ash Ra Temple, eminenza grigia del Krautrock, col suo stile minimalista ha influenzato e indirettamente ispirato la scena ambient e house degli anni Ottanta. Il suo album d’esordio  (1984) riprende, nel titolo e nella grafica, la mossa d’apertura per eccellenza del “gioco aperto”: quella “E2-E4” scritta sulla copertina, una scacchiera vuota (e il minimalismo musicale incontra quello grafico). L’album è composto da nove brani, che prendono il nome da altrettanti momenti e fasi del gioco (“And Central Game”, “Queen a Pawn”, “Draw”).

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