Io non so parlar di musica #2 – Van der Graaf Generator

La rubrica “Io non so parlar di musica“, questa volta, si concentra su un gran pezzo: “Darkness”, dei Van der Graaf Generator. Anche qui, ci sarebbero parole, metafore e suggestioni da usare, e dati tecnici da riportare… Ma preferisco lasciar campo all’ascolto: dico solo che sì, la musica dei Van der Graaf Generator è inserita nel filone Progressive, ma in modo molto laterale. Non conosce infatti il virtuosismo strumentale di molti gruppi coevi, o i richiami classicheggianti o medievali di altri, e nemmeno le atmosfere favolistiche di altri ancora: al loro posto, un sound drammatico e allucinato, guidato da sax e tastiere, e dal canto gelido e nevrotico di Hammill, alle prese con le nostre nevrosi più profonde.

A voi l’ascolto: al buio, preferibilmente…

Van der Graaf Generator – “Darkness (11/11)

“Don’t blame me for the letters that may form in the sand;
Don’t look in my eyes, you may see all the numbers
That stretch in my sky and colour my hand.
Don’t say that I’m wrong in imagining
That the voice of my life cannot sing.
Fate enters and talks in old words:
They amuse it”

Tratto da “The Least We Can Do Is Wave to Each Other” (1970)

Domani avvenne: da lunedì 2 novembre 2020 a domenica 8 novembre

2 Novembre 1969: per la Fantasy Records esce “Willy and the Poor Boys“, quarto album dei Creedence Clearwater Revival, e terzo del 1969! Pietra miliare del rock made in USA, guidato dalla brillante vena compositiva e dalla voce graffiante di John Fogerty, esibisce in scaletta alcuni classici della band, come “Down on the Corner”, “Fortunate Son” (uno degli inni per eccellenza della controcultura… e se ne ricorderà Zemeckis in “Forrest Gump”) e le cover di “Cotton Fields” e “Midnight Special”.

3 Novembre 1941: a Londra nasce Brian Poole. Cantante, fra il 1957 e il ’66 è il leader dei Tremeloes: emuli londinesi dei Crickets di Buddy Holly, titolari di una manciata di singoli presso la Decca, si ricordano soprattutto per un fatto storico: sono la band che, nelle famose audizioni di capodanno del 1962, si aggiudica un contratto discografico a scapito dei Beatles… Evento di cui la Decca si ricorderà amaramente per sempre! Per la cronaca Poole, abbandonato il mondo della musica nel ’66, diventa macellaio nel negozio del fratello.

4 Novembre 1965: a Brooklyn (NY) nasce Jeff Scott Soto. Di origini portoricane, questo grintoso cantante di ambito heavy rock, è un vero e proprio globetrotter delle corde vocali: nei suoi ormai quarant’anni di carriera ha cantato con Yngwie J. Malmsteen, Talisman, Kuni, Lita Ford, House of Lords, Stryper, Dio, Quiet Riot, Journey, e nel supergruppo Sons of Apollo.

5 Novembre 1948: a Ealing (UK) nasce Peter Hammill. Cantante, autore e polistrumentista, nel 1967 è fra i fondatori dei Van der Graaf Generator, uno dei complessi prog più originali, coraggiosi e influenti della storia. La carriera di Peter e dei VDGG tendono spesso a sovrapporsi: tutti i testi e alcune idee melodiche del gruppo si devono a Hammill, mentre in molti suoi lavori solisti troviamo il contributo degli altri membri del gruppo. Le liriche di Hammill sono esistenzialiste e filosofiche, ispirate alla letteratura e al pensiero razionale: e la sua voce è teatrale e istrionica, un vero e proprio viaggio nel profondo della psiche.

6 Novembre 1854: a Washington D.C. nasce John Philip Sousa. Figlio di un trombonista spagnolo, nato in una famiglia di remote origini portoghesi e bavaresi, a 6 anni studia già violino e armonia: a 13 anni entra nella banda della Marina Militare, e nel 1880 ne diviene direttore. Il “Re della della Marcia” è autore di veri e propri monumenti del genere, come “Stars and Stripes Forever” e “Liberty Bell”: fragorosi successi di fama mondiale, che esportano ovunque l’entusiasmo e il vitale ottimismo dell’America. All’uscita dalla Marina fonda la “Sousa Band”, con cui eseguirà oltre 15.000 concerti in tutto il mondo.

7 Novembre 1951: dopo una frequentazione di otto anni, Frank Sinatra sposa in seconde nozze l’attrice Ava Gardner. Un’unione tossica (“abbiamo sempre bevuto e litigato tantissimo”) messa a dura prova dalle dipendenze e che – nonostante la fortissima passione – si sbriciola dopo il secondo aborto di Ava, nel 1953. La Gardner scappa a Madrid col torero Dominguin e chiede il divorzio da Frank: che il crooner concederà solo 4 anni dopo.

8 Novembre 1954: a Chicago nasce Rickie Lee Jones. Dopo aver vagabondato per gli States in cerca di fortuna, nel 1977 incontra Tom Waits, con cui inizia una appassionante storia d’amore e artistica, durata sino all’80. Cantante e autrice di originale spirito folk, nel 1979 pubblica il suo album d’esordio, in cui mostra una eclettica vena a cavallo fra folk, jazz, blues condita da testi fra il visionario, il romantico e il paranoico. La sua carriera, spesso interrotta da crisi personali, alcolismo e problemi familiari, ha ricevuto il plauso unanime della critica, e continua ancora ai giorni nostri.

Scacchi e musica – Seconda parte

Mai muovere troppo in fretta

Bentornati a tutti… E, dopo la prima parte, dedicata a scacchi, musica e musicisti, tocca alle copertine a tema: e qui si apre il baratro. Sono letteralmente centinaia quelle sputate fuori dai motori di ricerca: oltre al catalogo della Chess Records – che con gli scacchi non c’entra nulla, ma che ugualmente ingolfa pagine e pagine web – per arrivare al nocciolo del problema bisogna anche scremare quelle dove gli scacchi sono semplicemente un motivo grafico, senza attinenza col nobil gioco… E, dopo un bel po’ di tempo, di vaffa e di diottrie perse, ecco i risultati più interessanti.

Il chitarrista Manuel Göttsching è uno di quei musicisti defilati e di nicchia ma, come dicono quelli bravi, “seminali”: fondatore degli Ash Ra Temple, eminenza grigia del Krautrock, col suo stile minimalista ha influenzato e indirettamente ispirato la scena ambient e house degli anni Ottanta. Il suo album d’esordio  (1984) riprende, nel titolo e nella grafica, la mossa d’apertura per eccellenza del “gioco aperto”: quella “E2-E4” scritta sulla copertina, una scacchiera vuota (e il minimalismo musicale incontra quello grafico). L’album è composto da nove brani, che prendono il nome da altrettanti momenti e fasi del gioco (“And Central Game”, “Queen a Pawn”, “Draw”).

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