Il mio corpo che cambia (no, non sono i Litfiba)

Ciao a tutti. Una settimana fa, più o meno, avrete letto (forse) questo post, in cui dicevo di sentirmi un po’ fragile. Senza farla né lunga né grossa, la cosa era legata alla recentissima scoperta di una grana medica non grave ma da affrontare, senza cincischiare. Non è stata la cosa in sé a suscitarmi pensieri un po’ depressivi, ma la coscienza del recente accumularsi di piccoli problemi di salute: nessuno dei quali (e meno male!) invalidante, ma che danno la chiara sensazione di come il mio corpo – ma va?! – non stia certo migliorando, e che necessiti – proprio come un meccanismo – di maggiori attenzioni e cure… e questo solo per “mantenere le posizioni”!

Passata la piccola “crisi”, mentre pensavo a come affrontare questa nuova piccola sfida, mi è venuto in mente di girare tutto sull’ironia. Ed è così che vi propongo una serie di canzoni, ognuna delle quali  sarcasticamente “a tema” con i problemucci più importanti che mi affliggono: giusto per ricordarmi di prendere sì le cose sul serio, ma senza prendermi troppo sul serio!

  1. Coldplay – “A Rush of Blood to the Head” (2002). Bel disco, questo dei Coldplay: quello, per intenderci, che ospita pezzoni come “Clocks”, “The Scientist” e “In My Place”… Il titolo, che letteralmente significa “Un’ondata di sangue alla testa“, ha fatto pensare a molti che il filo conduttore dell’album sia il dialogo fra mente e cuore, che quando manca può solo germinare violenza e perdita. Un titolo che qui cito invece per nominare la pressione alta, che mi segue da 20 anni, che tratto con buon successo e la cui presenza è ormai serenamente accettata.
  2. Prozac+ – “Acido acida” (1998). Il testo parla di ben altro, ma uso questa bella e scatenata canzone punk-rock per accennare al mio permanente reflusso gastrico, scatenato da una “beanza iatale” quasi congenita… Beanza, non ernia: mi raccomando, non vi confondete!
  3. Rolling Stones – “She’s a Rainbow” (1967). La ragazza del titolo “porta i colori nell’aria, come una regina nei giorni dorati, come un tramonto, come un arcobaleno“: una visione quasi mistica… Come quelle generate dalle mie aure visive! Un fenomeno saltuario e abbastanza raro, ma che lo scorso si dimostrò un po’ insistente: e che consiste nella visione improvvisa di un punto iridescente che, pian piano, si allarga a tutto il campo visivo e poi si sfrangia, fino a svanire… E mi sa tanto che la stessa cosa sia capitata a molti veggenti medievali: loro sono poi diventati santi, io un peccatore qualunque 🙂
  4. Vasco Rossi – “Ieri ho sgozzato mio figlio” (1981). Dice il poeta: “La primavera bussa alle porte, entra dalle finestre … La primavera ormai è dappertutto, si struscia come un gatto“; e lo dice per dipingere ironicamente un quadro di incipiente follia, pronta a esplodere. Io, più prosaicamente, qui mi riferisco all’allergia alle graminacee, che mi tormenta dall’adolescenza, che mi rovina la primavera e che in certi momenti mi farebbe venir voglia non di sgozzare qualcuno, ma di estirparmi le narici!
  5. Tom Waits – “Eggs and Sausage“(1975). Due sconosciuti, a notte fonda, si incontrano in un  locale fumoso, e fra “uova e salsicce e un contorno di pane tostato, caffè e un panino, il Cile in una ciotola con hamburger e patatine fritte” passano assieme le ore più buie. Un menù leggermente nutriente: e che subito rimanda al colesterolo e alla sindrome metabolica, che da anni provo a rintuzzare entro il limite, ma che sta vincendo la battaglia. I geni di mio padre si fanno sentire, eccome.
  6. Lucio Battisti – “E penso a te” –  (1972). Ormai, a quasi 10 anni dall’evento, ho digerito completamente l’asportazione di un testicolo: ma allora, nelle prime settimane, ero molto concentrato sulla questione… Con la stessa malinconica attenzione con cui Battisti vagheggiava la sua innamorata, io pensavo a lui, andato per sempre: “Sono al buio e penso a te, chiudo gli occhi e penso a te, io non dormo e penso a te“. Per fortuna che i gioielli di famiglia sono fabbricati in coppia! E, come disse il chirurgo, “per fare il proprio dovere, ne basta mezzo“. 🙂

Statemi tutti bene, carissimi amici di blog!

15 pensieri riguardo “Il mio corpo che cambia (no, non sono i Litfiba)

  1. Anche io soffro di allergie, e inizio col dovuto anticipo, perché l’ulivo viene prima delle graminacee (uff).
    Proprio ieri guardavo un episodio di un “medical drama” e a un tizio gli dovevano asportare un testicolo, ma gli è andata male perché gli hanno tolto quello sano…

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a FA minore Cancella risposta