Us and Them: a weekend in Pink

Bravate, nella mia vita, ne ho fatte poche, pochissime… E non è che quella che vado a raccontare sia una bravata in senso stretto: piuttosto, è una di quelle piccole stramberie fatte in quel periodo in cui la giovinezza inizia a scolorire e gli obblighi della maturità si approssimano, e che per quello – e tanti altri motivi – ti rimangono dentro, andando a far parte del tuo repertorio di aneddoti e ricordi.

Un po’ di anni fa, col mio amico Silvio, probabilmente spinti da infinite chiacchiere su quale fosse il migliore, il peggiore e il più interessante album dei Pink Floyd, decidemmo di andare in fondo alla questione: spararci tutti i dischi, uno dopo l’altro, nell’arco di 24 ore, e vedere l’effetto che faceva. Il luogo: una casa di campagna nell’astigiano, dove ai tempi passavo l’estate; il tempo: un weekend dell’altro millennio; l’azione: dischi, cassette e musica.

Iniziamo, mi pare, verso metà pomeriggio, a casa dei miei, per sfruttare la presenza del giradischi: e partiamo con l’era Barrett, “The Piper at the Gates of Dawn” e “A Saucerful of Secrets”, subito seguiti da “Meddle”… Il primo e l’unico sgarro alla sequenza cronologica, dovuto al fatto che del disco non avevo  copie su nastro e andava ascoltato per forza lì. Continua a leggere “Us and Them: a weekend in Pink”

Quarant’anni fa: Pink Floyd – “The Wall” – Pt. 2

(continua dalla prima parte)

Ma, oltre che un disco, un concerto e un film, TW è una narrazione: e una narrazione complessa, ardita, con ampi tratti di meta-qualcosa. Il flusso sonoro è punteggiato di “vocine” e “a parte” che giocano coi pensieri del protagonista, smentiscono le sue speranze o ne anticipano il destino, al pari di un narratore onnisciente. E gli incubi si materializzano, nel concerto, con i pupazzi che invadono la scena e minacciano Waters-Pink, mentre il gran demiurgo apre lo spettacolo con quattro musicisti che SEMBRANO i Pink, ma NON SONO i Pink: quattro figuri in nazi-uniforme che indossano maschere di gomma con le fattezze dei Floyd. Una “surrogate band” che, al secondo pezzo, cede il posto a David, Roger & co. per poi riemergere brutalmente nel pre-finale, la parte dedicata al delirio di potenza di Pink (“In the Flesh”, “Waiting for the Worms”). Una costruzione metanarrativa, quindi, che usa un concerto-massa per criticare proprio il concerto-massa e la divinizzazione fascista della star.

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Quarant’anni fa: Pink Floyd – “The Wall” – Pt. 1

Uno sputo nel buio

Quarant’anni fa, il 30 Novembre 1979, usciva “The Wall” dei Pink Floyd: il disco. Precisazione non superflua, perché “The Wall” (che per brevità chiameremo TW) è un oggetto a più strati: c’è il disco (con tutte le sue demo, gli outtakes, i pentimenti, gli scarti e le variazioni in corso d’opera), c’è lo show (una serie di 31 concerti, allestiti come uno spettacolo teatrale), c’è una sceneggiatura, e c’è un film (1982, per la regia di Alan Parker).

Ma non finisce mica qui. Perché c’è un prima-ancora-prima, e un dopo-ancora-dopo. E, come si deve a un’opera così complessa, non sarò breve: per agevolare la lettura splitto il tutto in due parti, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Continua a leggere “Quarant’anni fa: Pink Floyd – “The Wall” – Pt. 1″

Domani avvenne: da lunedì 25 novembre 2019 a domenica 1° dicembre

25 Novembre 1940: a Leighton (Alabama) nasce Percy Sledge. Cantante e autore Soul, Percy in gioventù alterna l’attività di musicista dilettante con il lavoro all’ospedale: nel ’66, presentato alla Atlantic Records, debutta col botto clamoroso di “When a Man Loves a Woman“, che balza istantaneamente in vetta alla classifica.

26 Novembre 1977: per la Emi, esce il singolo “Anarchy in the U.K.“, della punk band inglese Sex Pistols. Il singolo di debutto è un attacco frontale, sia in termini sonori che lirici, al sistema britannico; è un urlo senza censure pieno di rabbia, delusione e amarezza per la situazione del paese; ed è una dichiarazione di auto-governo, di assoluta indipendenza, in cinque accordi.

27 Novembre 1949: a Milano nasce Fabio Treves. Figlio d’arte, e divoratore infantile di musica, grazie a un concerto degli Who scopre l’armonica a bocca, e se ne innamora. Nel 1974 forma la Treves Blues Band, dedita a una fedele e torrida rivisitazione del blues americano. Di assoluta rilevanza la sua carriera di session man: ha suonato con Frank Zappa, Eugenio Finardi, Giorgio Conte, Mina, Elio e le Storie Tese, Mike Bloomfield, Deep Purple e Bruce Springsteen. E oggi compie 70 anni!

28 Novembre 1929: a Tyler (Alabama) nasce Clarence Fountain. Non vedente, a 8 anni entra all'”Alabama Institute for the Negro Deaf and Blind”. Ancora a scuola, con cinque amici fonda gli Happy Land Jubilee Singers: gruppo che, dopo aver registrato l’hit “I Can See Everybody Mother But Mine”, cambia nome nel più noto Blind Boys Of Alabama, uno dei complessi vocali più importanti e famosi del gospel. La loro fama dura oltre 50 anni, con cinque Grammy Awards vinti e collaborazioni con Tom Waits, Lou Reed e Peter Gabriel.

29 Novembre 1958: a Salisbury (ora Harare, Zimbabwe), nasce Michael Dempsey. Membro fondatore dei Cure, ne caratterizza – con le linee di basso pulsanti e rapide – il primo periodo: esce dalla band su pressione del leader Robert Smith, che intende sposare un sound più lento e cadenzato, vicino al Dark. Uscito dai Cure nel 1980, passa negli Associates, con cui rimane sino all’83. Una curiosità: Dempsey è l’unico membro dei Cure (oltre a Smith) ad aver cantato in una pubblicazione ufficiale (la cover di “Foxy Lady”).

30 Novembre 1979: per la Emi/Harvest – quarant’anni fa oggi – esce il doppio album “The Wall“, dei Pink Floyd. Disco che poi diventa spettacolo, e infine film: un’Opera Rock, insomma, e una delle più riuscite e complesse di tutti i tempi. Nella scaletta, “Another Brick in the Wall”, “Comfortably Numb” e “Run Like Hell”: e al timone un Roger Waters sempre più calato nella parte di demiurgo, e un David Gilmour sempre più insofferente (ne parlo qui).

1° Dicembre 1951: a Norristown (Pennsylvania), in una famiglia di origini tedesche e scandinave, nasce Anthony “Jaco” Pastorius. Figlio d’arte e giovanissimo batterista, a causa della frattura di un polso è costretto a lasciare le pelli, e passa al basso elettrico: dopo anni di esperienze in giro per il mondo, nel ’75 debutta su lp, e l’anno dopo passa nei Weather Report. Inizia così la carriera di quello che è forse stato il bassista elettrico più innovativo, eclettico, importante e rivoluzionario di sempre.