Us and Them: a weekend in Pink

Bravate, nella mia vita, ne ho fatte poche, pochissime… E non è che quella che vado a raccontare sia una bravata in senso stretto: piuttosto, è una di quelle piccole stramberie fatte in quel periodo in cui la giovinezza inizia a scolorire e gli obblighi della maturità si approssimano, e che per quello – e tanti altri motivi – ti rimangono dentro, andando a far parte del tuo repertorio di aneddoti e ricordi.

Un po’ di anni fa, col mio amico Silvio, probabilmente spinti da infinite chiacchiere su quale fosse il migliore, il peggiore e il più interessante album dei Pink Floyd, decidemmo di andare in fondo alla questione: spararci tutti i dischi, uno dopo l’altro, nell’arco di 24 ore, e vedere l’effetto che faceva. Il luogo: una casa di campagna nell’astigiano, dove ai tempi passavo l’estate; il tempo: un weekend dell’altro millennio; l’azione: dischi, cassette e musica.

Iniziamo, mi pare, verso metà pomeriggio, a casa dei miei, per sfruttare la presenza del giradischi: e partiamo con l’era Barrett, “The Piper at the Gates of Dawn” e “A Saucerful of Secrets”, subito seguiti da “Meddle”… Il primo e l’unico sgarro alla sequenza cronologica, dovuto al fatto che del disco non avevo  copie su nastro e andava ascoltato per forza lì.

Una cena veloce cucinata dalla mamma, e via, in campagna: una casa tutta per noi, dove il rumore (macché rumore… le sublimi armonie di David e Roger, semmai!) non avrebbe disturbato nessuno. Arrivati nei boschi, si continua con “More” e il doppio “Ummagumma“… E devo dire che sentire lo studio-album di “Ummagumma” verso mezzanotte, con i suoi sperimentalismi e la sua pseudo-avanguardia è stato abbastanza straniante… anche in assenza di canne!

Al mattino, avanti col programma, a passo di marcia: “Atom Heart Mother”, “Obscured by Clouds”, “The Dark Side of the Moon”, “Wish You Were Here“. E da qui in avanti, se non mi sbaglio, piazzammo il mangianastri sulla finestra per ascoltare il tutto dal cortile, mentre prendevamo il sole spaparanzati su due sdraio… E del proposito di non dar fastidio ai vicini chi se ne ricordava più? In fondo erano i Pink Floyd: come potevano non esser graditi all’universo?

Dopo pranzo, la tranche finale: “Animals”, il doppio “The Wall”, “The Final Cut“. E, mentre l’aria perdeva la sua umidità e la luce assumeva la trasparenza tipica del secondo pomeriggio, il capitolo finale della tirata, “A Momentary Lapse of Reason“. Dopo le note di “Sorrow”, i saluti. “Ciao, bella storia!” “Dai, ci vediamo presto“. E ognuno a casa sua.

Questo è quanto: potrei aver sbagliato qualcosina nella distribuzione temporale degli ascolti durante la giornata, ma siamo lì. Come sempre, cosa conta non è quanto esattamente è successo, ma quel che ti lascia. E a me resta il ricordo di un weekend un po’ particolare, passato con un amico (che tale è ancora oggi), e con le sublimi melodie dei Floyd, e le acide liriche di Roger… Senza retorica, intendiamoci: ma bello quando il tuo mondo è ancora libero da scazzi lavorativi, preoccupazioni familiari o di salute, e tutto il tuo spazio è occupato dalle cose che ami e dalle persone con cui condividi passioni. Che poi, si potrebbe fare anche oggi: non tanto un weekend musicale, ma vivere con intensità e libertà simili… Ma questa è un’altra questione, ben più profonda e privata.

E voi, che mi dite? Qualcuno ha vissuto un’esperienza più o meno analoga? Di che band avete ascoltato tutto (o quasi) di fila, in un arco temporale ristretto?

E, dico a me stesso: di quale band vorrei fare oggi quanto fatto coi Floyd? Aspetta che ci penso e vi dico…

16 pensieri riguardo “Us and Them: a weekend in Pink

  1. Il figlio del mio vicino spara i Pynk Floyd a tutto volume ogni notte, e resto solo io a difenderlo a spada tratta nel condominio…Mi addormento con Mother che fa vibrare le pareti e mi sembra una ninna nanna. Amo quest’uomo.

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  2. Bella bravata davvero… Bel racconto, magari ci scrivo su.. Se posso…
    Tutti no ma una serie dei grandi successi ripetuti più volte, con un caro amico, quasi fidanzato, un amore andato, Depeche Mode.. ore e ore in auto a girare ….. Che nostalgiaaaaaaa

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