Sono cintura nera nelle arti parziali

Bel titolo eh? Una battuta carina che ho letto qualche tempo fa, ma sinceramente non ricordo dove: e che torna a proposito per commentare una sensazione per me abbastanza ricorrente.

Per passare il tempo, spesso non trovo di meglio che guardare video su Youtube: video musicali, per lo più, e se possibile di performance live di artisti che amo. Uno di questi è Stevie Ray Vaughan: un chitarrista rock blues fra i migliori di tutti i tempi, torrido come un whisky di contrabbando, con un suono pazzesco e una classe immensa. E, come sempre mi accade davanti al genio, all’arte, alla creatività esplosiva, mi sono venuti i lucciconi. Perché è commovente ed esaltante vedere qualcuno che fa facilmente cose che per (quasi) tutti gli altri sono impossibili: e senza far mai mancare il calore, la cazzimma, la naturalezza. Mi accade, principalmente, con la musica: ma anche con gli scacchi, lo sport (che, in alcuni casi, è arte e poesia!), la scrittura.

E’ il talento puro a coinvolgermi così tanto: quel qualcosa di arcano, sublime e assoluto capace di trascendere i limiti dell’ordinario, e avvicinare l’uomo al potere della creazione e del divino. Un dono dalla distribuzione casuale e misteriosa: che nulla ha a che vedere con meriti individuali, valutazioni morali o etiche. Poi ci metti l’applicazione, il sudore, la tenacia: ma la scintilla o c’è, o non c’è. Vie di mezzo non esistono.

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Domani avvenne: da lunedì 24 agosto 2020 a domenica 30 agosto

24 Agosto 1905: a Forest (Mississippi) nasce Arthur “Big Boy” Crudup. Songster itinerante, nel ’39 emigra a Chicago: nonostante il talento, i guadagni ottenuti da una serie di 78 giri sono inferiori alle attese, e nel ’48 abbandona la carriera solistica per tornare al Sud. Nel ’54 la vecchia “That’s All Right” – diventata, nelle mani dell’esordiente Presley, un successo importante – non gli procura che qualche spicciolo: beffa che si ripete con “My Baby Left Me” e “So Glad You’re Mine”, coverizzate con fortuna da Elvis e altre star rock’n’roll… Tutto questo mentre Arthur è costretto a guadagnarsi il pane come mezzadro, e a rivivere le (poche) glorie passate in modo saltuario, giocando la parte del “bluesman arcaico” nei folk club dei college.

25 Agosto 1960: in singolo “Apache“, degli inglesi Shadows, raggiunge il primo posto della classifica. Brano strumentale condotto dal caratteristico tremolo di chitarra elettrica, cerca di riprodurre in musica le suggestioni e le atmosfere dei nativi americani: ed è un successo mondiale, che arriva al secondo posto anche in Italia.

26 Agosto 2005: a Montreal (Canada), per le conseguenze di una neoplasia intestinale, ci lascia Denis “Piggy” D’Amour, chitarrista, fondatore e autore della band prog-thrash metal Voivod. Aveva solo 46 anni, 17 dei quali passati nella band.

27 Agosto 1990: dopo la partecipazione a un concerto all’Alpine Valley Resort, presso East Troy (Wisconsin), con Eric Clapton, Robert Cray, Buddy Guy e il fratello Jimmie, Stevie Ray Vaughan sale su un elicottero per tornare a Chicago., scalzando amichevolmente dal mezzo Clapton, che avrebbe dovuto partire per primo. Poco dopo il decollo il velivolo si schianta contro una collina, a causa della fitta nebbia e della poca esperienza del pilota: e nessuno, fino alla mattina seguente, si accorge della tragedia. Ci lascia così, a 36 anni, uno dei più grandi chitarristi rock-blues di sempre: e uno dei pochi capaci di eseguire brani di Hendrix con piena dignità. E sono passati già 30 anni…

28 Agosto 2009: l’ennesima lite fra i fratelli Liam e Noel Gallagher degli Oasis culmina con parole grosse, insulti e due chitarre sfasciate… Ma sarà l’ultima. Il mattino dopo, con un annuncio sul sito della band, il chitarrista, cantante e co-autore Noel comunica che lascerà immediatamente il gruppo degli Oasis, fondato assieme al fratello nel 1991. Saltano così i concerti di Parigi, Costanza e Milano: e si rompe una delle band più significative, importanti e redditizie del Britpop.

29 Agosto 1920: a Kansas City, giusto cento anni fa, nasce Charlie Parker. Uno dei più grandi musicisti – e non solo jazzisti – del XX Secolo, col suo sax e le ardite linee melodiche e armoniche definisce per sempre lo stile Bebop. Soprannominato “Bird” per la passione per il pollo fritto, autore di standard come “Ko Ko”, “Ornithology”, “Moose the Mooche”, “Billie’s Bounce” e “Relaxin’ at Camarillo”, è uno dei maestri imprescindibili per chiunque voglia suonare jazz. Incalcolabile l’eredità lasciata al mondo della musica moderna.

30 Agosto 1939: a Heswall (UK) nasce John Robert Parker Ravenscroft, in arte John Peel. Voce storica della BBC Radio One, è il conduttore di innumerevoli programmi a tema musicale. Dal Flower Power sino alla scena indie, non c’è territorio che non debba a Peel qualcosa: fra il 1967 e il 2004 John fa suonare live al suo programma le star e le nuove leve dell’epoca, con mini-concerti di 3 o 4 brani… Sono le famose Peel Sessions, poi pubblicate dall’etichetta indipendente Strange Fruit: fra gli ospiti più importanti,  Led Zeppelin, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Bob Marley, The Smiths, Nirvana e The Fall.