Incantesimi e scheletri tabagisti
New York, Ottobre 1956, studi Okeh Records: il bluesman Jalacy “Jay” Hawkins sta provvedendo a una nuova versione della sua “I Put a Spell on You“, già incisa in via semi-sperimentale poco più di un anno prima con la piccola Grand Records. Serata incredibile, quella, come la registrazione: quando l’aveva scritta, aveva pensato a una semplice ballad d’amore, con un testo giusto un po’ inquietante. Ma caso vuole che il produttore, Arnold Maxin, porti in studio ali di pollo fritte e alcol a fiumi, e i musicisti inizino prima a ubriacarsi, e poi a suonare: ne esce così una versione strana, “weird“ direbbero gli anglofoni, minacciosa e sopra le righe, con Jay che urla e sbraita appoggiato a un tappeto strumentale minimale e notturno. Ancora anni dopo, Jay confesserà di non ricordare nulla di quella session: ma sa che entrò in studio come Jay Hawkins, e ne uscì col soprannome di “Screamin’“, proprio grazie alla sua performance. Il singolo non vede però la luce: troppo estremo e rischioso. Continua a leggere “Pensieri per Halloween #3: “I Put a Spell on You””