Domani avvenne: da lunedì 19 dicembre 2022 a domenica 25 dicembre

19 Dicembre 1947: a Newtonmore (UK) nasce Jimmy Bain. Bassista elettrico, nel 1974 è notato da Ritchie Blackmore, che lo convoca nei suoi Rainbow: lasciata poi la band, suona con numerosi artisti di ambito hard tra cui Phil Lynott, Gary Moore e Ronnie James Dio.

20 Dicembre 1966: a Marietta (Georgia) nasce Chris Robison. Cantante, durante l’adolescenza inizia a suonare assieme al fratello e chitarrista Rich, con cui negli anni Ottanta fonda i Mr. Crowe’s Garden: gruppo che nell’89 firma con la Def, e cambia nome nel definitivo The Black Crowes. Cantante dalla voce inconfondibile e “a la Robert Plant”, resta con i Corvi per tutta la loro carriera, dando vita e corde vocali a uno dei gruppi rock più straordinari di fine Novecento.

21 Dicembre 2012: il video “Gangnam Style“, del rapper sudcoreano Psy, è certificato come il primo della storia a raggiungere il miliardo di visualizzazioni su Youtube. Per la cronaca, “Gangnam” è uno dei quartieri più popolari di Seul.

22 Dicembre 1962: il singolo strumentale “Telstar“, degli inglesi Tornados, raggiunge il primo posto della classifica americana: è il primo singolo di carattere pop-rock britannico a conquistare le chart d’oltre Atlantico. Inutile dirlo, dopo un anno arriveranno i Beatles, e questa diventerà un’abitudine!

23 Dicembre 1972: a Milano nasce Marco Castoldi, in arte Morgan. Pianista, bassista, autore e cantante, dopo un’adolescenza funestata dal suicidio del padre, nel 1988 inizia un sodalizio col musicista Andrea “Andy” Fumagalli: nel 1991 il duo fonda i Bluevertigo, con cui vince il MTV Europe Music Awards. Personaggio sopra le righe, entusiasta e insopportabile, colto e contraddittorio, brillante e vanesio, detiene anche un curioso record: è il giudice di talent show che ha vinto il maggior numero di talent nel mondo. Il soprannome “Morgan” deriva dal corsaro gallese Henry Morgan.

24 Dicembre 1988: i Nirvana, con un session di 5 ore, iniziano la registrazione di quello che sarà il loro primo lp, “Bleach“. Tre le session previste, per un totale di 30 ore complessive, e un affitto del Reciprocal Recording Studios di Seattle di soli 600 dollari: la cifra è pagata da Jason Everman, chitarrista-fan del gruppo, e che per “ricompensa” compare come secondo chitarrista nei credits dell’album. Un inizio modesto, per delle vere e proprie leggende!

25 Dicembre 1907: a Rochester (New York) nasce Cabell “Cab” Calloway. Calloway è un cantante swing magnifico, uno showman di primissim’ordine, e un capobanda fenomenale: i suoi anni al Cotton Club sono leggendari, così come il suo pezzo più famoso, “Minnie Moocher“, ricco di giochi di parole, vocalizzi e botta-e-risposta col pubblico. Se mai avete visto il film “The Blues Brothers”, allora sapete anche chi è Cab!

Domani avvenne: da lunedì 1° marzo 2021 a domenica 7 marzo

1° Marzo 1927: a New York, da famiglia di origini giamaicane e martinicane, nasce Harold Bellanfanti, in arte Harry Belafonte. Cantante pop, folk e di musical, diffusore delle ritmiche caraibiche (mento e calypso), confidente di Martin Luther King, sostenitore del movimento dei Diritti Civili, attore cinematografico, presentatore tv… Non un semplice cantante, ma un artista a tutto tondo: a lui spetta inoltre la promozione di una allora sconosciuta Miriam Makeba, e il primissimo spazio concesso su un disco all’esordiente Bob Dylan (una parte di armonica nel suo album “Midnight Special”, 1961).

2 Marzo 1948: a Torrance (California) nasce Larry Carlton. Chitarrista di ispirazione jazz, negli anni Settanta si afferma come uno fra i turnisti più richiesti, arrivando a sfiorare le 500 registrazioni annue: la sua carriera solista, già attiva dal ’77, ha una svolta nel 1985, a seguito del passaggio alla MCA, quando si sposta sul jazz acustico. Sempre molto attivo, negli anni successivi oscilla fra tradizione e lavori più commerciali, a cavallo fra pop, fusion ed eterodossia, ma sempre con una classe eccelsa: nel suo carniere si contano ben tre Grammy.

3 Marzo 1931: per la Brunswich Records esce il 78 giri “Minnie the Moocher“, di Cab Calloway. Million seller e sempreverde dello Swing, il pezzo è famoso essenzialmente per due motivi: gli scat del cantante, via via più complessi e con cui ingaggia un “duetto” col pubblico (“Hi-de-hi-de-hi-de-hi, Ho-di-ho-di-ho-di-oh, Skip-a-bibby-goop-a-bibby-give-a-bibby, bubly-bop“), e la performance dell’ormai anziano ma brillante Calloway nel film “The Blues Brothers“.

4 Marzo 1951: a Middlesbrough (UK) vede la luce Chris Rea. Figlio di padre italiano e mamma irlandese, dopo diverse esperienze (fra cui quella nei Magdalene, in cui entra per sostituire David Coverdale, appena entrato nei Deep Purple), inizia la carriera solista nel 1979: ottimo chitarrista soft rock con venature blues, Rea nella sua lunga carriera pubblica 18 album e vende oltre 30 milioni di pezzi.

5 Marzo 1971: alla Ulster Hall di Belfast i Led Zeppelin eseguono, per la prima volta in assoluto, “Stairway to Heaven”, in anticipo di 8 mesi rispetto all’uscita ufficiale sull’album “Led Zeppelin IV”. Canzone famosissima, molto articolata, dal testo sfuggente e con uno straordinario assolo di chitarra, è anche uno degli spartiti più pubblicati della storia, con oltre un milione di copie vendute.

6 Marzo 2013: a Marbella (Spagna), per le complicanze di un intervento chirurgico cardiaco di routine, all’età di 68 anni si spegne Alvin Lee. Chitarrista rock-blues di grande tecnica (“la chitarra più veloce del West”), è stato l’anima del terzetto Ten Years After, di cui resta iconica l’esibizione al Festival di Woodstock, con la torrenziale “I’m Going Home”.

7 Marzo 2013: a Londra, all’età di 66 anni, ci lascia Peter Banks. Chitarrista, nel ’66 forma il gruppo The Syn, in cui milita anche il bassista Chris Squire: dopo alcune vicissitudini, ai due si uniscono Jon Anderson, Tony Kaye e Bill Bruford, dando vita ai Mabel Greer’s Toyshop… Ma il nome è troppo lungo: è proprio Banks a proporre il definitivo e storico Yes! Banks inciderà con gli Yes i primi due album, prima di essere sostituito da Steve Howe: dal 1971 Banks inizia una carriera divisa fra progetti più o meno estemporanei e il lavoro di prestigioso session man, continuata fino alla sua morte improvvisa.

The Blues Brothers – The lost O.S.T.

Capita di avere casini in famiglia… E in questi giorni li ho, eccome. Allora, volendo mantenere la promessa dell’articolo settimanale, ricorro a un pezzo dove la riflessione è messa in secondo piano a vantaggio di qualcosa di più spiccio, ma che spero comunque interessante.

Parto in quarta: strano che di un film come “The Blues Brothers”, così ricco di canzoni e musica, esista una colonna sonora tanto preziosa quanto risicata. Su due ore abbondanti di film, è stata estratta una O.S.T. con sole 11 tracce: piccoli capolavori, intendiamoci… Ma roba ne manca. E poiché tutti conoscete i pezzi del disco ufficiale, parliamo allora di quelli segati dalla produzione! Continua a leggere “The Blues Brothers – The lost O.S.T.”