Polemiche che mannoiano

Ciao a tutti. Come spesso capita, arrivo tardi sulle polemiche del giorno: la questione Mannoia-Ruggeri (che, da cosa ho capito, risale a quasi un mesetto fa) è giunta alle mie orecchie da pochissimo, ma ha avuto già il tempo di scavare qualche solco nella mia coscienza. Molti di voi probabilmente ne sono già a conoscenza, ma un minimo di riassunto è d’obbligo. Continua a leggere “Polemiche che mannoiano”

La terremo d’occhio

Ciao a tutti. Oggi vi parlo di un paio di due canzoni a me molto care, e che presentano una curiosa combinazione: una melodia molto dolce e piacevole, appoggiata a un arrangiamento morbido e avvolgente, ma sposata a un significato piuttosto sinistro e inquietante… Accostamento in entrambi i casi legato all’ossessione del controllo. Continua a leggere “La terremo d’occhio”

Un grande pennello: ovvero, di caxxoni e canzoni

Ciao a tutti. Oggi è il 31 Ottobre: ma, in barba a tutti gli Halloween di questo mondo, ecco per voi un argomento che con questa “ricorrenza” non c’entra proprio una fava :-)… E dove andrò a parare l’avrete già capito da questa battutaccia e dal titolo del post: sì, proprio quello… Le canzoni ricche di riferimenti, più o meno palesi, al tema macro-fallico, non mancano, anzi… E proprio per questo NON vi propongo un noioso elenco di pezzi, ma solo una brevissima selezione, a mio esclusivo gusto. Gli illustri esclusi sono molti, e spesso di valore (uno per tutti, “John Holmes (Una vita per il cinema)” di Elio): ma tant’è! E, per chiarire: non canzoni che parlano di sesso, di voglie o di scopate: ma proprio di “grandi pennelli”.

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I miei vinili #20 – Scrivere di musica

Ciao a tutti. Oggi torna la rubrica “I miei vinili” (ferma da un po’ di tempo) per occuparsi dell’argomento “scrivere di musica“… Che è un po’ quello che sto facendo, da ormai sei anni e 750 post!

Mille sono i modi di affrontare l’argomento”scrivere di musica”: di “che” musica scrivere, ad esempio (e già si apre un mondo); se preferire articoli formali, post, tweet o recensioni; se parlare di storia, di teoria, di artisti, di mercato, di curiosità o di dischi; se cercare un confronto o far cadere dall’alto le proprie considerazioni; e così via…

Evito questo ginepraio, peraltro un po’ noioso e didascalico, e mi soffermo invece su un singolo aspetto, a mio parere più interessante: il “senso”, il “perché” dello scrivere di musica.

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Sette note, un coniglio, una vecchia e un insetticida

Ciao a tutti. Immagino che più o meno ognuno di voi abbia visto, almeno una volta, lo spassoso “Chi ha incastrato Roger Rabbit?“: e che abbiate preso nota che il cattivo di Cartoonia, il Giudice Morton, per (VEDI QUI) stanare il coniglio, accenni al motivo di “Ammazza la vecchia…“, sicuro che la sua vittima, prima o poi, non potrà rinunciare a terminare la frase con “… col Flit!“, smascherando il suo nascondiglio.

Già: perché “Ammazza la vecchia” – almeno sino a pochi anni fa… chissà adesso? – era una di quelle minuscole frasi ritmico-musicali (sole 7 note) che tutti conoscevano! Ma da dove arriva questo brevissimo ma contagioso stacchetto? Se vi interessa, leggete ancora qualche riga! Continua a leggere “Sette note, un coniglio, una vecchia e un insetticida”

Verso l’infinito: la scala Shepard

Ciao a tutti. Oggi passo subito al dunque, e vi parlo di un particolare effetto sonoro che, nella storia della musica contemporanea – e in quella del pop-rock – fa ogni tanto capolino… Magari con discrezione, ma sempre creando sorpresa e inquietudine: la Scala Shepard (in inglese, “Shepard Tone“). Un qualcosa che vi invito a scoprire e che, vedrete, in qualche modo conoscete già. Cercherò di non essere troppo tecnico: anche perché non sono un esperto, ma un semplice appassionato.

La Scala Shepard è un’illusione sonora individuata dallo scienziato cognitivo statunitense Roger Shepard: un effetto prodotto ad arte e che crea l’illusione di un tono che cresce (o decresce) “eternamente”. Illusione, certo: nessun suono può crescere in altezza all’infinito ed essere udito indefinitamente (anche per i limiti del nostro apparato uditivo)… Eppure, grazie alla Scala Shepard, è questo l’effetto che l’ascoltatore percepisce. Continua a leggere “Verso l’infinito: la scala Shepard”