I miei vinili #15 – Ti faccio una cassetta (ma non per San Valentino!)

Attenzione, post solo per persone con più di 40 anni 🙂

Per chi, come me, ha ancora usato le cosiddette “musicassette“, i ricordi si sprecano. Le cassette erano comode, piccole e economiche: le autoradio di allora accettavano solamente le cassette, così come i primi esperimenti di “musica da passeggio” (i mitici walkman) contemplavano proprio l’ascolto di cassette in cuffia.

E poi, soprattutto: le cassette “vergini” erano registrabili direttamente dallo stereo, senza il bisogno di apparecchi professionali. Potevi copiare un disco su una cassetta e passarlo a un amico, duplicare da una cassetta a un’altra o farti una compilation personale, attingendo da un disco o dalla radio.

Ho ben impresso di quando, senza una lira in tasca da spendere ma già appassionato di Battiato e Lucio Dalla, stavo per ore alla radio – e col dito sul tasto rosso del “Rec” – in attesa che, nel flusso del palinsesto, passasse qualche pezzo del loro ultimo disco… E costruirmi così, con calma, magari anche in un mese, tutto un loro album!

Ma il ricordo più tenero connesso alle cassette è legato ai primi approcci sentimentali: quando confezionavi una piccola compilation a una ragazzina che ti piaceva, e gliela consegnavi dicendo “Ti ho fatto una cassetta”. Più semplice di una lettera, meno compromettente di una dichiarazione verbale, quell’omaggio voleva dire che lei ti interessava davvero: nella scelta dei pezzi miscelavi quanto piaceva a te, per farti un po’ conoscere, e qualcosa che pensavi potesse garbare anche a lei…

Di “cassette per lei” penso di averne fatte un po’: non ho tenuto il conto, ma a occhio una cifra fra le 10 e le 15 mi pare sensata.  Ma mai per San Valentino: mai creduto a questa festa, e in generale alle ricorrenza obbligate… Nemmeno a 14 anni. Testa dura.

Una delle ultime “cassette per lei” l’ho registrata per la mia attuale compagna, 29 anni fa, nelle settimane in cui le facevo la corte: non mi ricordo esattamente quale fosse la scaletta, ma sono pressoché certo di aver messo “Diavolo Rosso” di Paolo Conte, “Quanno chiove” di Pino Daniele,  “La volpe” e “La costruzione di un amore” di Fossati e “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin… Dovrei chiedere a lei, da qualche parte ce l’ha ancora, ne sono sicuro.

Le cassette non si usano più fa una ventina d’anni: e non so se i ragazzi, ora, si scambino musica e canzoni come segno di interesse, e in che modo… Non ho figli, e mia nipote, di cosa fa con i suoi amici e di come si relaziona con loro, non dice granché: non a me, almeno! Certo è che di questa consuetudine – mia, e di molti miei amici e compagni di allora – mi è rimasto un bel ricordo: quello di un gesto semplice ma che comunque richiedeva attenzione, impegno e tempo. E’ anche la testimonianza di come – allora di sicuro, oggi non saprei – le canzoni fossero un collante generazionale, un modo per trasmettere emozioni e una maniera per esprimere – attraverso i propri gusti – se stessi.

Una mia collega, poco tempo fa, mi raccontò di quando il suo fidanzatino le dichiarò, tutto serio – e lei lo prese come un enorme complimento – “Per me sei meglio dei Dire Straits“… Spero che abbiano avuto il loro momento da “Tunnel of Love”: e che tenerezza!

15 pensieri riguardo “I miei vinili #15 – Ti faccio una cassetta (ma non per San Valentino!)

  1. E’ un ricordo che condivido. Ne ho ricevute e ne ho regalate, anche a semplici amici in realtà, cercando di coglierne i gusti. Come hai detto bene, un gesto semplice ma che sottintendeva un’attenzione all’altro che oggi forse non esiste più.

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  2. Regalare le cassette agli amici era anche come farli partecipi di se stessi, dei propri gusti, ma soprattutto delle proprie emozioni che la musica regalava, era un po’ come donarsi, che bei ricordi 😀. Pensa, io ricordo anche le stereo 8, ma quelle, mi pare, non c’era modo di registrarle. Grazie per questo piacevole viaggio nel passato.

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  3. Davvero, quanti ricordi, di cui tanti bellissimo. Mi rammento che il mio primo “Telefunken” non aveva la presa a cavo, e mi toccava registrare in presa diretta mentre andavo da un mio amico granoso che già possedeva i vinili, e in quel frangente si sentivano le voci dei miei amici con cui giocavo a carte mentre in disco girava, mentre io dicevo: sssssst, sto registrando. O quando registrai il “Concerto a Pompei dei Pink Floyd” appiccato al televisore, mentre ogni tanto arrivava mia madre che diceva: “ma cosa stai facendo” e la sua voce veniva registrata. Però che tempi…

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  4. Ho avuto (e ho ancora, stipate dentro scatole da scarpe) non so quante cassette… ed è vero che ti consentivano qualcosa che poi è diventato difficilissimo: registrarti le cose che ti piacevano dallo stereo o direttamente dalla radio. E quante volte sulla canzone è rimasta incisa anche la voce del conduttore che diceva “questa è da Tizio a Caia con simpamicizia”…

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