Un capodanno davvero speciale: 31 Dicembre 1961, i Beach Boys

Il destino è veramente incredibile… Due anni fa vi ho raccontato (qui) della prima audition dei Beatles, alla Decca di Londra: era il 1° Gennaio 1962, e il casting non andrò propriamente bene, anzi i Beatles furono silurati senza tanti complimenti! Ma giusto il tempo di riprendersi, e pochi mesi dopo i Fab Four furono messi sotto contratto dalla EMI, e la storia cambiò, per sempre. Nel giro di una manciata di anni, i Beatles impressero una sterzata al mondo del music business mai vista prima, invadendo letteralmente anche il mercato americano… Là dove operava una band che, come loro, mieteva successi a non finire, e il cui leader – Brian Wilson – era una delle menti musicali pop più creative e geniali della storia.

Stiamo parlando, ovviamente, dei Beach Boys: ed è noto che, fra i Ragazzi da Spiaggia e gli Scarabei, vi fu qualcosa di più di una semplice rivalità commerciale… Martin e McCarney qua, e Brian Wilson là, cercavano continuamente di emulare le soluzioni di orchestrazione dell’altro, tanto che il grande arrangiatore inglese arriverà a dire “«Pepper’s» fu un tentativo di imitare «Pet Sounds»”. Ma i legami fra Paul, John e Brian non si fermano qui… Se, per i Beatles, la prima auditon avvenne il 1° Gennaio 1962, per i Beach Boys il primo, vero, concerto, si verificò… una dozzina d’ore prima, il 31 Dicembre 1961 (sessant’anni fa!).

A quella data, i BB (li chiamerò così, e Brigitte Bardot mi perdonerà) sono un quintetto con pochi mesi di attività alle spalle: i fratelli Brian, Dennis e Carl Wilson – spronati dal padre-padrone Murry – hanno sviluppato un gran talento nel produrre intricate armonie vocali, sull’esempio degli amati Four Freshmen: con l’ingresso del cugino Mike Love e dell’amico Al Jardine, il gruppo è al completo. Il nome non c’è: provano con “Kenny and the Cadets” e “Carl and the Passions”, poi Dennis intuisce che il gruppo debba strizzare l’occhio alla vita e al mondo del surf, e battezza il quartetto “The Pendleton”, come il marchio delle maglie usate dai surfer della South Bay.

Nel Settembre 1961 i Pendleton si presentano alla Stereo Masters di Hollywood: le cover proposte non convincono i discografici, ma Dennis ha un’idea… Si fa coraggio, e confessa che hanno da parte un pezzo, “Surfin’”: possono lavorarci su, tornare e farglielo ascoltare. Brian e Mike, ricaricate le pile, sgobbano da mattino a sera per terminare la stesura del brano, e dopo tre giorni tornano in studio, armati di chitarra, basso e batteria, e lo mettono su nastro. Quando, verso metà Novembre, aprono le scatole contenenti i 45 giri freschi di stampa, trovano una sorpresa: senza consultare nessuno, un promoter ha cambiato il nome della band. La brevissima era dei Pendleton è finita: ora tocca ai Beach Boys.

“Surfin’”, a fine’61, arriva terzo nelle classifiche locali, e settantacinquesimo in quelle nazionali. Murry Wilson, autoproclamatosi manager, assicura il primo ingaggio: il veglione di Capodanno del 1961 al Ritchie Valens Memorial di Long Beach, e con in cartellone Ike & Tina Turner, The Carlos Brothers, The Rivingtons e Chris Montez. Sì: un veglione in memoria di Ritchie Valens (quello de “La Bamba”), morto poco meno di tre anni prima in un disastro aereo assieme a Buddy Holly, in un 3 Febbraio passato alla storia come “The day the music died“.

Quella domenica sera lo spazio concesso ai BB è poco, come si conviene a degli esordienti: giusto il tempo di suonare tre pezzi (la loro “Surfin’”, e le cover di “Bermuda Shorts” e “Johnny B. Goode”), ed è già ora di scendere dal palco.  La paga è bassa (60 dollari a testa), ma l’esperienza è di quelle illuminanti: come sintetizza Brian, “Cinque ragazzi bianchi, di un sobborgo conservatore, davanti a un auditorium pieno di neri… Il successo è tutto qui: R&B, rock’n’roll e soldi”.

E di successo, i BB da questo momento in poi ne conosceranno a palate: a Settembre ’62 firmano con una major, e iniziano un tourbillon di album, singoli, tour e incassi da far paura. In tutta la carriera, 36 singoli top-ten, e 100 milioni di copie vendute!

Torniamo però a bomba. Nel giro di poche ore (una manciata, considerando i fusi orari!) due dei più grandi gruppi di sempre hanno in qualche modo dato una svolta importantissima alla loro straordinaria carriera: chi – i Beatles – con un’audizione fallimentare (ma di cui faranno tesoro), chi  – i BB – con un esordio live che gli aprirà gli occhi su un mondo ancora sconosciuto.

Ma non solo: pochi mesi dopo, dalla delusione per essersi lasciato scappare i Beatles, il manager della Decca troverà coraggio per scritturare, senza badare a spese, una nuova band, che sta facendo sfracelli al Crawdaddy Club di Richmond: i Rolling Stones! Eh sì: doveva proprio esserci qualcosa nell’aria, in quel capodanno!

Buon 2022 a tutti, amici preziosi. E che il nuovo anno sia, anche se in un modo più banale di quanto occorso a Stones, Beatles e BB, un positivo punto di svolta.

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