I miei vinili #15 – Ti faccio una cassetta (ma non per San Valentino!)

Attenzione, post solo per persone con più di 40 anni 🙂

Per chi, come me, ha ancora usato le cosiddette “musicassette“, i ricordi si sprecano. Le cassette erano comode, piccole e economiche: le autoradio di allora accettavano solamente le cassette, così come i primi esperimenti di “musica da passeggio” (i mitici walkman) contemplavano proprio l’ascolto di cassette in cuffia.

E poi, soprattutto: le cassette “vergini” erano registrabili direttamente dallo stereo, senza il bisogno di apparecchi professionali. Potevi copiare un disco su una cassetta e passarlo a un amico, duplicare da una cassetta a un’altra o farti una compilation personale, attingendo da un disco o dalla radio.

Ho ben impresso di quando, senza una lira in tasca da spendere ma già appassionato di Battiato e Lucio Dalla, stavo per ore alla radio – e col dito sul tasto rosso del “Rec” – in attesa che, nel flusso del palinsesto, passasse qualche pezzo del loro ultimo disco… E costruirmi così, con calma, magari anche in un mese, tutto un loro album!

Ma il ricordo più tenero connesso alle cassette è legato ai primi approcci sentimentali: quando confezionavi una piccola compilation a una ragazzina che ti piaceva, e gliela consegnavi dicendo “Ti ho fatto una cassetta”. Più semplice di una lettera, meno compromettente di una dichiarazione verbale, quell’omaggio voleva dire che lei ti interessava davvero: nella scelta dei pezzi miscelavi quanto piaceva a te, per farti un po’ conoscere, e qualcosa che pensavi potesse garbare anche a lei… Continua a leggere “I miei vinili #15 – Ti faccio una cassetta (ma non per San Valentino!)”

Blue Valentines

Una canzone struggente, cantata da una voce che – lo so – non tutti tollerano… Ma pazienza.

Perché San Valentino non è sempre e solamente questione di cioccolatini, bacetti, candele e serenità… Ma anche di malinconia, di vite grippate, di catrame, fumo, whisky e rossetti sbavati, di occasioni perse e di letti sfatti.

Questo, piaccia o meno, è Tom Waits. E’ questa è la sua “Blue Valentines” (1978): dove, per chi non lo sapesse, “blue” qui significa “triste”, “malinconico”, e “Valentines” sono le lettere d’amore del 14 Febbraio.

Fammi piangere ancora una volta, Tom.

She sends me blue valentines
all the way from Philadelphia
to mark the anniversary
of someone that I used to be
and it feels just like a warrant
is out for my arrest
baby, you got me checkin’
in my rearview mirror
that’s why I’m always on the run
that’s why I changed my name
and I didn’t think you’d ever find me here

To send me blue valentines
like half-forgotten dreams
like a pebble in my shoe
as I walk these streets
and the ghost of your memory
baby, it’s the thistle in the kiss
it’s the burglar that can break a rose’s neck
it’s the tatooed broken promise
I gotta hide beneath my sleeve
I’m going to see you every time I turn my back

She sends me blue valentines
though I try to remain at large
they’re insisting that our love
must have a eulogy
why do I save all of this madness
here in the nightstand drawer
there to haunt upon my shoulders
baby, I know
I’d be luckier to walk around everywhere I go
with this blind and broken heart
sleeps beneath my lapel

Instead, these blue valentines
to remind me of my cardinal sin
I can never wash the guilt
or get these bloodstains off my hands
and it takes a lot of whiskey
to make these nightmares go away
and I cut my bleedin’ heart out every night
and I’m going to die a little more on each St. Valentines day
don’t you remember, I promised I would write you
these blue valentines
blue valentines
blue valentines

Lei mi manda lettere d’amore tristi
fin da Philadelphia
per celebrare l’anniversario
di quello che ero un tempo
Mi sento come ci fosse
una taglia sulla mia testa
che mi squadra sullo specchietto retrovisore
e sono sempre in fuga
per questo ho cambiato nome
pensavo che qui non mi avresti mai trovato

Per mandarmi lettere d’amore tristi
come sogni svaniti a metà
come un sassolino nella scarpa
mentre vado per la mia strada
e il fantasma del tuo ricordo
è la spina dentro un bacio
il ladro che spezza una rosa
il tatuaggio di una promessa rotta
che nascondo sotto la manica
e ti vedo ogni volta che mi giro

Lei mi manda lettere d’amore tristi
anche se non mi faccio più vedere
insistono che il nostro amore
deve essere commemorato
perché conservo tutta questa follia
nel cassetto del comodino
a tormentarmi con il fiato sul collo?
Cara, lo so, per me è meglio vagare in ogni posto che vado
con il cuore spezzato e triste
che mi dorme sotto i risvolti della giacca

Lei mi manda lettere d’amore tristi
per ricordarmi il mio peccato mortale
non potrò mai lavare la colpa
o le macchie di sangue dalle mie mani
e ci vuole un bel po’ di whisky
per scacciare questi incubi
Ogni notte mi strappo il cuore a pezzi
e tutti i San Valentino muoio un po’ di più
Ricordo che ti avevo promesso di scriverti
queste tristi lettere d’amore
tristi lettere d’amore
tristi lettere d’amore