Domani avvenne: da lunedì 20 gennaio 2025 a domenica 26 gennaio

Quale musicista è nato oggi? Quale disco è uscito in quella data? Quale rocker è morto dieci anni fa? Ecco, per la settimana entrante, qualche risposta!

20 Gennaio 1975: per la Columbia esce “Blood on the Tracks“, quindicesimo album di Bob Dylan. Lavoro di altissimo livello, indubitabilmente il migliore di tutti gli anni Settanta, secondo molti pervaso dal sentimento di perdita dovuto al divorzio dalla moglie (ma, secondo Dylan, ispirato invece ai racconti di Cechov!), contiene perle assolute come “Tangled Up in Blue”, “Simple Twist of Faith”, “Idiot Wind”, “Lily, Rosemary and the Jack of Hearts” e “Shelter from the Storm”.

21 Gennaio 2002: a Bel Air (California), a 82 anni, ci lascia Norma Deloris Egstrom, in arte Peggy Lee. Nata in North Dakota da una famiglia di emigrati scandinavi, a 17 anni fugge da casa: cantante dilettante, è notata da Benny Goodman ed entra nella sua band, e nel ’44 inizia una carriera solista (cantante, ma anche attrice) di splendida fortuna: la sua voce e il suo stile sono perfetti e cristallini, al pari di quello delle immense Sarah Vaughan e Ella Fitzgerald. Fra le sue canzoni più famose, “Mañana”, “Why Don’t You Do Right?” e la sensualissima “Fever”.

22 Gennaio 1972: il singolo “American Pie“, del cantautore statunitense folk Don McLean, raggiunge il primo posto della classifica americana. Brano dolente, si appella al ricordo del disastro aereo del 1959 in cui persero la vita Buddy Holly e Ritchie Valens (“il giorno in cui la musica morì“) per sancire la fine delle illusioni e del Sogno Americano.

23 Gennaio 1910: a Liberchies (Belgio) nasce Django Reinhardt, uno dei più originali, apprezzati e geniali chitarristi jazz di tutti i tempi. Di etnia sinti, menomato alla mano sinistra da un incendio che lo lascia privo di medio a anulare, riesce alla faccia della sfortuna a sviluppare una tecnica incredibile, e sbaraglia la concorrenza, proponendo – col suo Hot Club de France – un’eccitante mistura di swing, strumenti a corda, ritmo indiavolato, flamenco, musica gitana e virtuosismo, detta “jazz manouche“.

24 Gennaio 1941: a New Orleans nasce Aaron Neville. Cantante, è parte della straordinaria famiglia musicale dei Neville Brothers, attiva fin dal ’78, e che esprime un genere proteiforme, senza etichetta, definibile solamente come un misto fra RNB, soul, reggae, jazz e cajun. Una famiglia che ha spesso conosciuto il carcere, molto litigiosa, ma capace di produrre capolavori!

25 Gennaio 1955: a Roma nasce Mario Castelnuovo. Cantante e autore, è scoperto da Amedeo Minghi: nel 1981 esordisce col singolo “Oceania”, e nel 1982 la sua “Sette fili di canapa” attira le attenzioni della censura, che (sic!) sospetta che il brano si riferisca alla droga! Ancora due anni e arriva il suo maggior successo, “Nina”: e continua così la sua carriera, ancora attiva al momento in cui scriviamo, anche se con minori soddisfazioni commerciali.

26 Gennaio 2020: ai Grammy Awards del 2020 la cantautrice indie statunitense Billie Eilish si aggiudica ben sei candidature e cinque primi premi!

Domani avvenne: da lunedì 10 maggio 2021 a domenica 16 maggio

10 Maggio 1974: per la Atlantic esce “Monkey Grip“, di Bill Wyman. Scritto e cantato interamente da Wyman, e suonato con comprimari del calibro di Dr. John, Leon Russell, Lowell George e Ringo Starr, è il primo album solista mai inciso da uno Stones durante la sua permanenza nella band.

11 Maggio 1965: a Hamilton (Ohio) nasce Greg Dulli. Durante una notte in carcere, arrestato per ubriachezza, conosce un ragazzo, Rick McCollum, come lui chitarrista e amante della musica: assieme al batterista Steve Earle, incontrato all’università, dopo poco i tre tempo fondano gli Afghan Whigs… Gruppo destinato a modeste vendite, ma all’approvazione di ampia parte della critica per la loro originale mistura di grunge, soul e violenza abrasiva. Di rilievo le sue partecipazioni nei side-project Gutter Twins (in compagnia di Mark Lanegan) e Twilight Singers.

12 Maggio 1928: a Kansas City nasce Burt Bacharach. Pianista, autore e arrangiatore, inizia la carriera nell’orchestra che accompagna Marlene Dietrich in tour: ma è la composizione di “Magic Moments” a dargli la fama internazionale. Da qui inizia una carriera di autore di prim’ordine, in coppia col paroliere Hal David, con brani cantati da Aretha Franklin, Tom Jones, Stevie Wonder e soprattutto Dionne Warwick. Fra le sue gemme “Alfie”, “I Say a Little Prayer”, “Walk On By”, “My Little Red Book”, “Arthur’s Theme” e That’s What Friends Are For”. Settanta i suoi brani che hanno stazionato nella Top 40 americana.

13 Maggio 2011: una giuria di critici, musicisti e scrittori, interpellati dal Rolling Stone Magazine per decidere quale sia la miglior canzone di Bob Dylan, sceglie “Like a Rolling Stone“. Non tutti, ovviamente, sono d’accordo: e, guarda un po’, sono Jagger e Richards (dei Rolling Stones!) a dare indicazioni alternative: il primo sceglie “Desolation Row”, il secondo “Girl From The North Country”.

14 Maggio 1952: a Dumbarton (UK) nasce David Byrne. Dalla natia Scozia, la famiglia Byrne si trasferisce presto nel Maryland: dopo alcune esperienze amatoriali, nel 1974 David fonda i Talking Heads, una delle band più intelligenti e influenti di sempre. Accanto agli Heads, nei quali David ricopre il ruolo di autore principale e cantante, Byrne ha affiancato eclettici progetti personali, collaborazioni sfidanti (Brian Eno, Ryūichi Sakamoto) e composizioni di colonne sonore.

15 Maggio 1953: a Reading (UK) nasce Mike Oldfield. Figlio e fratello d’arte, polistrumentista e autore, inizia la carriera a fianco di Kevin Ayers, ma sfonda col progetto solista “Tubular Bells” (1973): eclettica composizione strumentale di circa 50 minuti, quasi interamente suonata da Mike (che agisce su circa 20 strumenti differenti) e che piazza milionate di copie… Peccato che Mike, nei dischi successivi, sia stato solo occasionalmente capace di svincolarsi dalla formula.

16 Maggio 1953: a  Samois-sur-Seine (Francia), per un’improvvisa emorragia cerebrale, ci lascia Django Reinhardt, uno dei più originali, apprezzati e geniali chitarristi jazz di tutti i tempi. Di etnia sinti, menomato alla mano sinistra da un incendio che lo lascia privo di medio a anulare, riesce a sviluppare una tecnica incredibile, e sbaraglia la concorrenza, proponendo – col suo Hot Club de France – un’eccitante mistura di swing, strumenti a corda, ritmo indiavolato, flamenco, musica gitana e virtuosismo, detta “jazz manouche“. Django, alla morte, ha solo 43 anni.