Ciao a tutti. Continua, con questo post, la serie dedicata alla musica pop in Unione Sovietica: dopo la prima parte, incentrata sul Jazz e sul non-mercato musicale, oggi ci occupiamo della censura verso il rock, e dei metodi (a dir poco fantasiosi) usati dai più ribelli per aggirare i divieti. Leggete, ne troverete delle belle!
Per i ragazzi sovietici, imbrigliati dagli infiniti lacci ideologici imposti dal Cremlino, interessarsi di musica occidentale è una cosa non solo difficile, ma spesso impossibile: nulla deve trapelare dei modelli di vita capitalistici, e soprattutto di una cosa così libertaria e alternativa come il rock… Anche a costo di usare il KGB!
Pare, infatti, che a Marzo 1959, proprio mentre Elvis Presley è in Germania per la leva militare, il servizio segreto moscovita tenti di incaricare (senza successo, ovviamente) un agente segreto di Berlino Est per uccidere il Re del Rock’n’roll, con lo scopo di mettere a scompiglio l’esercito statunitense, stanziato nell’allora Germania Ovest.
Ma questa non è, per fortuna, l’unica strada! Vuoi mettere la cara, vecchia, censura? I Beatles, inizialmente trattati come un curioso ma irrilevante fenomeno di costume, presto acquistano una carica sovversiva tale da mettere in allarme la Segreteria del Partito: scatta immediatamente la contropropaganda e la censura. Verso loro, e le altre rock band, escluse tassativamente dai circuiti ufficiali: oggi, domani e dopodomani. Continua a leggere “La musica pop in Unione Sovietica #2 – Il rock ai Raggi X” →