Ciao a tutti, e benvenuti a una nuova puntata della rubrica “I miei dischi dell’anno“: ora è la volta del 1974, anno saturo di importanti eventi storici, fra cui il brevetto del Cubo di Rubik, il debutto americano della serie “Happy Days”, la scoperta in Cina dell'”Esercito di Terracotta”, la fine della dittatura di Salazar in Portogallo e di quella “dei Colonnelli” in Grecia, il Referendum sul Divorzio, la Strage di Piazza della Loggia e dell’Italicus, il leggendario scontro di boxe Clay-Foreman… E anche di parecchia buona musica!
Questo, per me, è uno dei periodi che preferisco, nella storia del rock: di tutto un po’, e sovente di altissima qualità. I generi sono praticamente tutti presenti, dal folk al Soul, dal pop alla canzone d’autore, con una preferenza per il Krautrock (con Tangerine Dream, Kraftwerk, Magma, Cluster e Popol Vuh sugli scudi), l’Art rock in tutte le sue declinazioni (Brian Eno, Residents, Robert Wyatt, John Cale e Todd Rundgren), e l’Hard Rock (Deep Purple, Blue Oyster Cult, Aerosmith). Due – ed è la prima volta che capita – i live citati (Lou Reed e Mountain), e tre i debutti assoluti (Kiss, Rush e Judas Priest). Il Progressive, invece, con l’ultimo lavoro dei Genesis di Gabriel e il debutto di Hatfield and The North, inizia un processo che ne porterà in breve al superamento. Continua a leggere “I miei dischi dell’anno #20 – Il 1974”