Io non so parlar di musica #25 – Canzone senza inganni

Ciao a tutti. Per la rubrica “Io non so parlar di musica” oggi mi tocca partire dall’ufficio, e in particolare da una mia collega, Lucia-con-l’accento-sulla-u… Una coetanea con cui spesso ci scambiamo, fra il serio e il faceto, ricordi musicali della nostra adolescenza, tirando fuori dai famosi cassetti della memoria nomi, titoli e brani cui magari non pensavamo da anni, se non da decenni. In una di queste sfide ho evocato una canzone che, all’epoca, mi piaceva parecchio, e anche alla collega: e che mi dà modo di parlare di una delle mie più antiche passioni musicali, e di una curiosità discografica.

E’ il 1980, e la RCA ha da poco brevettato il formato “Qdisc“: un vinile a 33 giri a prezzo ridotto e con solo 4 pezzi incisi… Per promuovere il prodotto, riunisce tre artisti sotto contratto, gli organizza una piccola tournée condivisa, e poi pubblica un Qdisc contenente un brano di ogni musicista, e un inedito a firma collettiva.

Nel 1980 ho 12 anni, e – come ho scritto nel primissimo post di questo blog (e che per curiosità cito QUI) – ammiro moltissimo Ivan Graziani, la cui “Firenze (canzone triste)” e gli occhiali dalla montatura rossa mi hanno colpito tanto. Caso vuole che fra i vari (tre, in realtà) terzetti assoldati dalla RCA per i suoi Qdisc, uno sia formato da Ivan Graziani, Ron e il cantante di origine serba Goran Kuzminac: il mini-lp a loro nome si intitola “Q Concert”, è l’inedito è la piacevole “Canzone senza inganni“… Un pezzo dalla durata di 6 minuti (superiore, quindi, alla media canzone da radio) ma che scorre via come un buon bicchiere di bianco (o, per gli astemi, come un analcolico!), e che riesce a intrecciare una melodia originale, un ritornello di facile memorizzazione ed alcune osservazioni sull’amicizia e sul vivere tutt’altro che banali.

Le canzoni della mia adolescenza, e di quella di Lucia-con-l’accento-sulla-u, hanno una curiosa e comune caratteristica: rimaste nel limbo per magari trent’anni, all’ascolto di una sola nota sanno ripresentarsi alla nostra memoria complete, parola per parola, e nota per nota, come le avessimo sentite ieri. E questo pezzo non fa eccezione: appena ricordato e nominato, abbiamo entrambi iniziato a cantarlo così, in scioltezza e allegria. E con un pizzico, questo sì, di nostalgia. Ma di quella buona, che ti fa sorridere… Anche se, a pensare che due di questi tre musicisti non sono più con noi, un po’ di tristezza mi viene… Ma è la vita, no?!

Come sempre, la parola alla musica. Buon ascolto!

Ivan Graziani, Ron e Goran Kuzminac  – “Canzone senza inganni

Tratto da “Q Concert” (1980)

 

7 pensieri riguardo “Io non so parlar di musica #25 – Canzone senza inganni

  1. Fu bella l’iniziativa dei Q-Disc, che poteva riunire anche cantanti differenti, così come poi mi piacque l’idea degli EP, con canzoni dello stesso artista ma che aveva una durata media di 20 minuti, a metà strada tra singolo ed LP.

    Non conosco il disco che hai proposto, ma è bello tornare a quando ci innamoravamo dei cantanti anche per il loro look, oltre che per le loro canzoni. In quegli anni, per es, a me iniziava a piacere Alberto Camerini.

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      1. Esattamente. Anzi, quello di Dalla è quello che ricordo maggiormente, e forse anche quello che ebbe maggiore successo commerciale.
        Mi ricordo che nelle classifiche (tipo Discoring) avevano dubbi se metterlo tra i singoli o tra gli album, ma poi alla fine decisero di classificarli come album.

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