Visto al cinema – “Marcel the Shell”

Scrivo a pochissime ore dalla visione di questo bel film: e ne scrivo subito perché non voglio che il grip emotivo e intellettuale che ne ho tratto si disperda, abbruttito da troppi ragionamenti, dalla quotidianità del lavoro e dalla normalizzazione indotta dal sonno.

Il film si propone, essenzialmente, come un prodotto di animazione: infatti, delle pochissime persone presenti in sala, i due terzi erano occupati da famiglie con prole; l’altro terzo eravamo la mia compagna ed io! Eppure, basta una sequenza per accorgersi che si tratta di ben altro.

Marcel, il protagonista della storia, è una piccola conchiglia, con un occhio di vetro e due minuscole gambette, con tanto di scarpe da ginnastica; nella casa in cui vive, un tempo c’era una comunità di suoi simili, ma ora è rimasto solo, con la nonna Connie. Nella villetta  è  da poco arrivato Dean, un essere umano, che inizia a riprendere la vita di Marcel con una telecamera, con l’idea di farne un documentario: chiacchiera con Marcel, lo osserva arrabattarsi mentre si procura il cibo, beve, corre e gioca, e lo intervista. La prima sequenza, dopo un iniziale smarrimento, chiarisce subito che quanto stiamo vedendo sullo schermo non è una storia in oggettiva, ma sono le riprese di Dean, gli spezzoni catturati dalla sua camera, e i montaggi che sta eseguendo sul pc. Siamo, insomma, in un classico mockumentary, un “falso documentario”: espediente narrativo in cui una serie di eventi di fantasia sono presentati come fossero reali, utilizzando come grimaldello proprio la pratica del documentario.

Col procedere della storia, capiamo in che modo il povero Marcel ha perso il contatto col resto della sua comunità di conchigliette: mentre, proprio grazie ai filmati messi in rete da Dean, il nostro eroe diventa una grande celebrità social, con tutti i pericoli e le devianze tipiche di questo mezzo… I follower arrivano a milioni, ne assediano la casa per farsi selfie, intasano la sua pagina Youtube di emoji e cuoricini: ma, come argutamente sussurra lo stesso Marcel, “questa non è una comunità ,ma un pubblico“, che nulla può contro la sua solitudine. Sarà solo grazie a un’intervista mandata in onda su un talk televisivo d’indagine che Marcel potrà ritrovare la sua famiglia: e, nel frattempo, molto sarà successo a lui, a Dean, alla nonna e alla sua anima.

Il film è, senza mezzi termini, un piccolo capolavoro di equilibrio, riuscendo ad essere contemporaneamente delizioso, intelligente, teorico e emozionante. L’animazione è fenomenale, realistica e assieme fiabesca, confezionata attraverso uno stop-motion e un design dei personaggi di fantasia geniale, e perfettamente integrato con le riprese live-action. La critica al mondo dei media e dei social è pungente e lascia il segno, ma non è mai moralistica o sguaiata: così come le osservazioni sull’amicizia, la famiglia, e sul bisogno di trovare, anche nella protezione della comunità, un angolino per se stessi. I personaggi di Marcel e della nonna Connie sono divertenti e tenerissimi: muove al riso vederli impegnati nelle mille preoccupazioni quotidiane, risolte in modi fantasiosi e con soluzioni a dir poco creative, e fa venire gli occhi lucidi osservarne i momenti di tristezza, di rimpianto e di scoperta del mondo e di un se stesso che sta cambiando.

E’ nel rapporto con la natura, con l’esterno, che Marcel ci fa vivere i momenti più profondi: quando, guardando fuori dalla finestra, osserva i rami muoversi al vento, o quando, in giro sull’auto di Dean, scopre quanto immensa e insospettata (ma anche anonima e meccanica) possa rivelarsi la città in confronto a un tramonto rosso fuoco… Un’idea e una raffigurazione della natura che istintivamente mi ha ricordato, in scala ridotta, il “sentimento panico” così ben evocato dai film di Terrence Malick. E, nonostante un afflato poetico e sentimentale tanto forte, questa pellicola riesce anche a proporre una riflessione teorica sul “farsi” stesso del prodotto cinematografico, grazie il pretesto narrativo del mockumentary, lo schermo-nello-schermo dei pc e delle riprese amatoriali, la troupe televisiva che invade lo spazio privato della casa, i selfie e le riprese sul telefonino degli invadenti follower… Un “farsi” che, per molti versi, riprende l’origine di questo progetto cinematografico, nato proprio da una serie di corti realizzati dai due soggettisti tra il 2010 e il ’14, e che a oggi hanno totalizzato oltre 48 milioni di visualizzazioni!

In tutto questo intrecciarsi di significati e emozioni, di ragionamenti, sorrisi e idee, dimentichiamo quanto la premessa narrativa sia assurda, surreale, irrazionale: perché il fatto che una conchiglia abbia un occhio e le scarpe da tennis, parli con gli umani, legga libri, vada in tv e – saltellando su una tastiera – digiti messaggi, è dato per scontato e normale: il tutto svolgendosi in un mondo che più realistico e concreto non si potrebbe! Lo so, si chiama “sospensione della credulità“: ma poche volte l’ho vista rappresentata e trattata con tanta leggerezza e efficacia. E dire che il film nasce dopo un processo di produzione di circa 7 anni!

Si capisce che il film mi è piaciuto, vero? Ve lo consiglio, caldamente. Se non avete ancora visto questo piccolo gioiello, andate: e poco importa che siate bambini o adulti. Farà bene ai vostri occhi, alla vostra mente e al vostro cuore. Poi mi direte!

Abbiamo parlato di:

  • Marcel the Shell” (“Marcel the Shell with Shoes On“, 2021, USA, 90 min)

Regia: Dean Fleischer Camp

Soggetto: Dean Fleischer Camp, Jenny Slate

Sceneggiatura: Dean Fleischer Camp, Jenny Slate, Nick Paley

Interpreti principali: Dean Fleischer Camp (Dean)

Doppiatori originali: Jenny Slate (Marcel), Isabella Rossellini (Connie)

Doppiatori italiani: Tiziana Martello (Marcel), Mirta Pepe (Connie)

Musiche: Disasterpeace

5 pensieri riguardo “Visto al cinema – “Marcel the Shell”

  1. sì mi aspettavo che fosse un bel film, ma vedere una conchiglia con le gambe proprio non fa per me
    nel we pensavo a Gli spiriti dell’isola se lo danno ancora o The Whale, al cinema vicino al mio appartamento, è pure scontato perke è affiliato alla scuola

    Piace a 1 persona

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