Per la serie “Io non so parlar di musica“, questa volta ci fanno compagnia due degli artisti italiani che più amo in assoluto: “Faber” De André, e la PFM. Un’unione che, fra la diffidenza di tutti, diede vita nel 1979 a uno dei capolavori live della storia della musica: un incontro magico, il classico caso del tutto che supera il già elevatissimo valore delle parti. E, capolavoro nel capolavoro, la splendida “Amico Fragile“: una canzone la cui storia è nota, ma che vale la pena ricordare, grazie proprio alle parole di Fabrizio.
«Stavo ancora con la Puny, la mia prima moglie, e una sera che eravamo a Portobello di Gallura, dove avevamo una casa, fummo invitati in uno di questi ghetti per ricchi della costa nord. Come al solito, mi chiesero di prendere la chitarra e di cantare, ma io risposi -«Perché, invece, non parliamo? […] Perché non parliamo di quello che sta succedendo in Italia?». Macché, avevano deciso che dovessi suonare.
Allora mi sono rotto le palle, ho preso una sbronza terrificante, ho insultato tutti e sono tornato a casa. Qui mi sono chiuso nella rimessa e in una notte, da ubriaco, ho scritto “Amico fragile”. La Puny mi ha stanato alle otto del mattino, non mi trovava né a letto né da nessuna parte, ero ancora nel magazzino che finivo di scrivere.»
Al testo, ermetico e amaro, personale e universale, visionario e notturno, in pieno flusso di coscienza, e al suo rapido arpeggio di chitarra classica, si innesta un accompagnamento musicale discreto e trattenuto, che erompe poi nello sfolgorante assolo di Franco Mussida, come sempre in perfetto equilibrio fra tecnica, fuoco e cuore.
Mi fermo qui. La parola, come sempre, all’arte.
Fabrizio De Andrè e PFM – “Amico Fragile“
Con un bisogno di attenzione e di amore
Troppo “se mi vuoi bene piangi” per essere corrisposti
Valeva la pena divertirvi le serate estive con un semplicissimo “mi ricordo”
E a regalare a piene mani oceani ed altre ed altre onde ai marinai in servizio
Fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli senza rimpiangere la mia credulità
Ero più curioso di voi, ero molto più curioso di voi
Tipo “Come ti senti amico, amico fragile, se vuoi potrò occuparmi un’ora al mese di te”
“Lo sa che io ho perduto due figli?” “Signora lei è una donna piuttosto distratta”
Agitava per chissà quale avvenire il suo presente di seni enormi e il suo cesareo fresco
Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra
Mi sentivo meno stanco di voi, ero molto meno stanco di voi
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli di parlare ancora male e ad alta voce di me
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo con una scatola di legno che dicesse “perderemo”
Potevo assumere un cannibale al giorno per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle
Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci
Di essere più ubriaco di voi, di essere molto più ubriaco di voi
Grande Faber! Una decina d’anni fa vidi la PFM dal vivo riproporre il loro concerto con Faber nello stesso posto in cui lo fecero nel 1979, a Firenze (solo che la sala concerti nel frattempo aveva cambiato nome). Suonarono quasi tre ore, fu spettacolare!
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Hai vistpnol documentario “Il concerto ritrovato”? Interessante ma con riprese fisse e spesso indecifrabili
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No, quello mi manca! Leggo che è molto recente. Se mi dici che è interessante comunque me lo segno, grazie!
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Dovrebbe trovarsi su raiplay a meno nn l’abbiano poi tolto
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