“Monk” – Tre canzoni (e mezza)

Ormai non fa quasi più effetto vedere qualcuno disinfettarsi le mani, dare il gomito a mo’ di saluto e fare lo schizzinoso al ristorante… Eppure, fino a diciamo 15 mesi fa, a far così erano solo tre categorie: i gravi immunodepressi, i maniaci ossessivi e il Detective Monk! Adrian Monk, per chi non lo conoscesse, è il protagonista dell’omonima fortunata serie tv (124 puntate) che miscela commedia e poliziesco… Adrian è un detective che collabora con la polizia di San Francisco, geniale quanto psicotico, minato da uno spaventoso disturbo ossessivo-compulsivo: ben 312 le fobie autodiagnosticate, tra cui i germi, i serpenti, gli aghi, il latte (sic!), le altezze e la folla.

Monk” è una delle serie che amo di più: la amo per la tenera follia del protagonista, per il suo amore sconfinato per la moglie (morta in un attentato), per le sue piccole e grandi manie (e chi di noi non ne ha?), per il tono leggero della narrazione, per i bravissimi coprotagonisti, per le trame gialle (raramente scontate), e per la sigla… Anzi, per LE sigle. Sì, al plurale: e questa è la loro storia.

Il tema guida della prima serie è intitolato laconicamente “Monk Theme” (ascoltalo qui): si tratta di un breve strumentale di chitarra acustica in stile manouche suonato dal jazzista Grant Geissman (numerose le sue nomination agli Emmy) e composto da Jeff Beal. Jeff – anche lui – è tutt’altro che un dilettante: collaboratore di Chick Corea, John Patitucci e Dave Samuels, ha anche scritto colonne sonore per il cinema e la tv. Ben 5 gli Emmy vinti per i lavori televisivi, il primo dei quali proprio per “Monk”, nel 2003. Il pezzo, dicevo, è piacevole, scanzonato e allegro: ma – chissà perché – alla fine della prima serie i produttori pensano di cambiare, e incaricano Randy Newman di scrivere un nuovo tema.

Ma chi è Randy Newman? Se volessi tagliar corto, direi che è colui che ha scritto “You Can Leave Your Hat On” (e i fans di Kim Basinger possono iniziare a sbavare…). Ma a prenderla un pelo più sul serio, diciamo che Randy (oggi settantottenne) è un autore e pianista, ha composto diverse colonne sonore (vincendo 2 Oscar) e un buon numero di album (5 Grammy), affermandosi come uno dei songwriter più eccentrici d’America. La produzione di Newman è uno splendido esempio di originalità: tanto nello stile (pop, swing, pianismo di New Orleans, ragtime, tutti shakerati) quanto nella narrazione. Le canzoni sono quasi sempre raccontate in prima persona dai protagonisti: personaggi che, parlando di loro stessi, fanno un’involontaria auto-parodia… Loro, e delle assurdità, delle cialtronerie, delle incongruenze e delle follie dell’American Way of Life.

Dico questo non per pedanteria, ma per spiegare come il tema scritto da Newman per “Monk”, “It’s a Jungle Out There” (ascoltalo qui) sia così a fuoco: su uno swingante pianoforte, è proprio Adrian Monk ad alludere alle sue paure, alla “confusione e disordine” che impazzano nel mondo, ai veleni nell’aria e nell’acqua, alle microspie nascoste.

It’s a jungle out there, disorder and confusion everywhere
No one seems to care well I do. Hey, who’s in charge here?
It’s a jungle out there, poison in the very air we breathe.
Do you know what’s in the water that you drink? Well I do, and it’s amazing.
People think I’m crazy, ‘cause I worry all the time, if you paid attention, you’d be worried too
You better pay attention, or this world we love so much might just kill you

Eccolo, il “tocco Newman“: il protagonista parla in prima persona, e facendolo fa una parodia di sé stesso… Ma questa volta poco feroce, anzi tenera e partecipe.

Il brano di Newman, nel 2004, vince l’Emmy: caso unico nella storia, per lo stesso telefilm due differenti sigle guadagnano l’ambito premio… Ma i fan non sono d’accordo, e reclamano a gran voce il ritorno del tema di Jeff Beal. Indietro non si torna, dicono i produttori: ma, a partire dalla fine della seconda stagione, fanno in modo di infilarne brevi segmenti qua e là (spesso in coda), per la gioia dei fans più nostalgici.

Adrian Monk e…Snoop Dogg!

La sigla di Randy Newman resta, e si impone per il resto delle sette stagioni: e diventa così iconica da meritare addirittura una rilettura rap (ascoltala qui) da parte di Snoop Dogg! Ciò avviene nell’episodio “a tema” “Mr. Monk and the Rapper”, in cui il famoso artista black interpreta un rapper accusato ingiustamente di omicidio.

Finita qui? No, c’è ancora lo spazio per una sorpresa. Per celebrare l’episodio finale della serie, “Mr. Monk and the End”, Randy Newman scrive una nuova canzone, “When I’m Gone“… Pezzo dolce e commovente (ascoltalo qui), in cui il detective – dato per spacciato – si prepara a congedarsi dal mondo, con una straziante dedica all’adorata moglie Trudy.

I’m a better man than I was before
knowing you has made me strong
and I sure am going to miss you when I’m gone

…Canzone molto bella, davvero: e che, manco a dirlo, si aggiudica un nuovo Emmy!

Bravo Jeff Beal, grande Randy Newman, e adorabile Adrian Monk: che poi, anche se paranoico, non ha tutti i torti. Di fronte alla nostra frenetica e incongrua quotidianità, viene davvero da canticchiare “It’s a Jungle Out There”… Eccome.

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