Domani avvenne: da lunedì 23 dicembre 2024 a domenica 29 dicembre

Quale musicista è nato oggi? Quale disco è uscito in quella data? Quale rocker è morto dieci anni fa? Ecco, per la settimana entrante, qualche risposta!

23 Dicembre 1964: mentre è in viaggio in aereo Brian Wilson – il genio assoluto dei Beach Boys – accusa una crisi nervosa, e deve interrompere il tour della band. Non tutti i mali vengono per nuocere: d’ora in poi potrà lasciare lo stress dei concerti e delle apparizioni pubbliche per dedicarsi al suo principale interesse, la composizione e il lavoro al mixer. O almeno così pare: il povero Brian, pur continuando a scrivere come un dio, dietro la sua aria paciosa e innocente sta covando una terrificante nevrosi, che culminerà nel ’67, durante la lavorazione del progetto “Smile”… La ripresa arriverà solo vent’anni dopo.

24 Dicembre 1912: a Cogoleto (Genova) nasce Natale Codognotto, in arte Natalino Otto. Giovane sarto, si innamora della batteria, e trova lavoro come musicista sui transatlantici diretti negli States: qui conosce lo swing, e ne fa la sua ragione di vita. Assieme all’amico Gorni Kramer fonda un sodalizio dallo straordinario e curioso successo: curioso perché i suoi dischi (osteggiati dal fascismo in quanto “barbara antimusica negra”) riescono a vendere senza potersi mai appoggiare alla radio! Famosissime le sue canzoni, swinganti e allegre: “Un sassolino nella scarpa”, “Mamma voglio anch’io la fidanzata” (poi campionata dagli Articolo31), “La classe degli asini”, “Laura”.

25 Dicembre 1954: a Aberdeen (Scozia) nasce Annie Lennox. Cantante dall’aspetto diafano e androgino, trova la prima popolarità nei The Tourists, e all’inizio degli anni 80 inizia una relazione sentimentale col musicista e autore del gruppo, Dave Stewart: il duo, dopo alcune vicissitudini, si rende autonomo e approda al nome definitivo di Eurythmics. All’inizio degli anni Ottanta il sodalizio amoroso si interrompe, ma non quello artistico: e gli Eurythmics conoscono il loro periodo d’oro, con un synth pop intelligente e di successo, e brani come “Sweet Dreams (Are Made of This)”, “Touch” e “There Must Be an Angel”. Nel ’90 il duo si scioglie: Annie inizia una carriera solista di ottimo successo, che continua ancora – seppur con uscite sempre più diradate – nel momento in cui scriviamo.

26 Dicembre 1999: a Roswell (Georgia), a soli 57 anni, minato dal diabete, ci lascia Curtis Mayfield. Chitarrista, polistrumentista, autore e vocalist, inizia la carriera nel 1958, negli Impressions, dove propone una variante levigata, orchestrale e jazzata, del Detroit Soul. Oltre alla scrittura in proprio, negli anni 60 compone anche parecchi hit conto terzi, e con la colonna sonora funky di “Super Fly” (1972) dà nerbo a uno dei più influenti film della Blaxploitation. Nella sua carriera ha ottenuto nove nomination ai Grammy Awards.

27 Dicembre 1950: a Los Angeles nasce Terry Bozzio. Batterista talentuoso, entra nel “giro grosso” grazie a Frank Zappa, con cui incide la storica e difficilissima piece “The Black Page”. Lasciato Zappa, forma i Missing Persons, e poi si dedica a un’affollatissima attività di session man, prestandosi a artisti e generi molto lontani (Duran Duran, Jeff Beck, Steve Vai, Robbie Robertson, Herbie Hancock, Korn).

28 Dicembre 1950: a Memphis (Tennesse) nasce il cantante, chitarrista e autore Alex Chilton. Sedicenne, entra nel gruppo “white soul” The Box Tops, coi quali ottiene il clamoroso successo internazionale di “The Letter”. Nel ’71, assieme a Chris Bell, forma i Big Star, gruppo seminale del genere noto come “power pop”: a metà anni Settanta passa alla produzione per The Cramps e i Tav Falco’s Panther Burns, prima di dedicarsi alle rimpatriate coi due gruppi più legati alla sua storia.

29 Dicembre 2022: nella natia Bologna, a 70 anni, dopo una lunga malattia, muore Giovanni Pezzoli. Batterista autodidatta, nel 1970 entra nell’entourage di Lucio Dalla: nel gruppo che accompagnerà Lucio nel tour “Banana Republic” incontra Marco Nanni, Fabio Liberatori e Ricky Portera, e coinvolge il suo amico Gaetano Curreri… Finito il tour, i cinque musicisti fondano gli Stadio: band molto famosa con cui (assieme al solo Curreri) resta fino allo scioglimento, nel 2016.

I miei vinili: #12 – I concerti

Ciao a tutti. Oggi la mia rubrica “I miei vinili” si occupa del mio rapporto con ciò che, di norma, rappresenta – o dovrebbe rappresentare – l’altra metà della musica: e cioè il concerto.

La performance, la rappresentazione, il concerto appunto, dovrebbe essere – per un “vero” appassionato di musica – un qualcosa di irrinunciabile, di essenziale: è bello ascoltare in cuffia una canzone, apprezzare la composizione, stupirsi delle finezze di arrangiamento: ma è solo dal vivo, nella comunione col pubblico, che il racconto musicale può “chiudere il cerchio“. E, non secondariamente, dal vivo puoi apprezzare la reale bravura dei musicisti, entrare in contatto con quella gente che – come te – condivide la passione per il tale artista, e godersi un po’ di sano divertimento.

Bene, fatte queste premesse, veniamo a me, per smentire – in parte – quello che ho detto! No, un attimo: non è che non amo la musica dal vivo… E’ che non capisco le giostre. Mi spiego meglio: ricordo benissimo, avrò avuto al massimo 5 anni, mia madre mi sedette su un cavalluccio di una giostra: mentre tutto girava, il giostraio mi fece balzare davanti la codina per acchiapparla, e vincere un premio… La musica spingeva, la base vorticava, i bambini urlavano: e io che mi dicevo “ma perchè? cosa vuole questo?”. Proprio così, lo giuro. Ecco, in un concerto di grosse dimensioni mi capita sempre questo: non riesco a immergermi, e anzi mi perdo, mi astraggo, mi allontano. Di “roba grossa” ho visto i Pink Floyd, gli Stones, Vasco, e altro… Ma ogni volta sono “uscito fuori” da me stesso, e ho vissuto il tutto come quel bambino sulla giostra: come un osservatore esterno. Continua a leggere “I miei vinili: #12 – I concerti”