L’evidenza della natura

Ciao a tutti. Anche quest’anno le vacanze sono andate: vacanze che, nel caso della mia signora e mio, sono coincise con un viaggio abbastanza impegnativo, e che ci ha dato grandi soddisfazioni. Entusiasti dell’esperienza dello scorso anno, nella Scozia “continentale”, questa volta abbiamo continuato nello spirito del “sempre più in alto” annunciato nel post del 2024, e abbiamo visitato gli arcipelaghi delle Orcadi e delle Shetland.

Le Orcadi sono un arcipelago di isole e isolette a nord-est della Scozia, distanti approssimativamente una trentina di chilometri dalla terraferma, mentre le Shetland sono ben più a nord: altri 200 chilometri, più o meno. Si tratta di terre poco abitate (21.000 abitanti per ciascun arcipelago) e molto selvagge, dove abbiamo potuto fare escursioni e passeggiate: amiamo molto il silenzio e la natura, e in questo viaggio ne abbiamo avuto a bizzeffe! Le spiagge e le scogliere a picco sul mare sono un classico, in queste terre: e ci sono stati momenti di rapimento quasi mistico, davanti alla potenza, alla bellezza e all’evidenza della natura. Il mare che, schiumando, si infrange sugli scogli, faraglioni, gabbiani e pulcinelle di mare, distese di erica e prati immensi, appoggiati fra il blu delle onde e quello del cielo, e la sensazione di essere gli unici abitanti della Terra… Continua a leggere “L’evidenza della natura”

Il pudore della bellezza

Ciao a tutti.

Qualche post fa (precisamente QUI) vi ho raccontato di un momento particolarmente toccante delle mie recenti vacanze in Scozia. Come ho detto, ci sono state occasioni in cui mi sono sentito profondamente in pace, in quei giorni, come se appartenessi a quel posto, a quei paesaggi, a quel ritmo. Oltre alle sensazioni provate al porto di Ullapool, e ad altri istanti preziosi vissuti davanti al mare e alle scogliere, un’altra circostanza mi ha lasciato un ricordo vivissimo: e vedrete che la musica, come sempre, avrà la sua parte.

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Sempre più in alto

Un pallino rosso sulla mappa della Scozia, lungo la costa Ovest, direzione Nord: Ullapool. Milletrecento anime, qualche pub, vetrine che espongono plaid e tartan, file di casette di legno a un piano, un porticciolo. Siamo arrivati qui venerdì, tardo pomeriggio, più o meno a metà del nostro giro: abbiamo dormito in un bed & breakfast (più bed che breakfast: la colazione era tutta in un piccolo cestino con due pere, qualche croccantino, un porridge liofilizzato e poco altro), dopo essere andati a cena nel ristorante di un hotel (il vicino di tavolo era uguale-uguale all’Eric Clapton di una decina d’anni fa…), e presto a nanna.

Al mattino, spostiamo l’auto al porto, per comprare qualche souvenir. Da dietro l’angolo sbuca un tipo, col suo fumante bicchierone di carta; e, poco più in là, un minuscolo bar. Entriamo, e ci prendiamo due coffee-to-go, due caffè “americani” da passeggio. E’ metà Luglio ma qui, se è nuvolo – e oggi lo è – non si superano i 16 gradi: il bicchiere ci scalda le mani, ogni tanto beviamo un sorso di quel caffè un po’ slavato, lungo lungo, ma che stamattina ci sta proprio bene.

Pochi passi, e siamo al molo dei ferry. Da Ullapool partono i traghetti per l’isola di Lewis e Harris, nelle Ebridi Esterne: gente va e viene, indaffarata e allegra, per raggiungere un festival di musica folk che si sta svolgendo lì, proprio in questo fine settimana. Sul marciapiede, due ragazzi custodiscono i loro voluminosi strumenti, imballati in tele cerate. Nel parcheggio, l’autista del bus – un omone barbuto, grande e grosso come l’orco buono delle fiabe – scherza con un amico, mentre aspetta il momento di mettersi in moto. Continua a leggere “Sempre più in alto”