Ciao a tutti. Quest’oggi, per la rubrica “Io non so parlar di musica“, prendo spunto da un post recentemente pubblicato dal collega di blog unallegropessimista, in cui si parlava di una delle tante canzoni fake che si trovano in rete in questi ultimi tempi: canzoni, cioè, frutto di una costruzione recentissima, a metà fra AI e la goliardia, cucite su un sound d’antan (anni Sessanta/Settanta, di solito) e attribuite a interpreti di fantasia (ma con tanto di biografia fittizia), miracolosamente evocati dalle nebbie del passato. Gli artefici si celano dietro la fantomatica etichetta Cantoscena: sono i titoli, e i testi – che davvero lasciano nessun spazio all’immaginazione – la spia più evidente della simpatica truffa… Roba come “Aprimi il culo”, “Pisciami addosso”, “La cappella del mio cuore” – che già sarebbero stati stretti agli Squallor – ben difficilmente sarebbero sopravvissuti alla tagliola censoria di quel periodo.
Ma non è del fenomeno Cantascena che voglio parlare: bensì di un brano che, se per titolo, nome dell’interprete e stile, potrebbe sembrare uno dei tanti del loro surreale catalogo, è invece realmente frutto degli anni Sessanta. Si tratta di “La cocaina“, di Gianna. Continua a leggere “Io non so parlar di musica # 31 – La cocaina”