Mamma al volante…

Ciao a tutti! In queste ultime due settimane sono stato parecchio assente dalla piattaforma, e mi scuso con gli amici di blog se non ho praticamente commentato o seguito, ma il tempo è stato davvero poco, e non sono di quei blogger capaci di scrivere e cliccare ovunque e comunque: se non ho testa, mi defilo. Non amo inoltre molto dire del mio privato, ma questa volta voglio proprio raccontarvi tutto.

Premessa: mia madre ha quasi 87 anni, riesce ancora a farsi 3 piani di scale, è abbastanza autonoma, e la testa è sufficientemente lucida: ma guida l’auto… E qui iniziano i problemi. La sua Cinquecento rossa del ’98 è un pezzo quasi storico, e la usa solo per andare al mercato rionale, in banca, al supermercato, e da sua sorella: 400 km l’anno, più o meno.

Due domeniche fa ero dagli suoceri a pranzo (per chi non lo sa: mamma abita a Asti, io a Torino, suoceri a Pinerolo, per cui mi alterno continuamente), e verso le 13 squilla il telefono: “Ho avuto un incidente a pochi metri da casa – Ma sto bene – La macchina l’ha presa il carroattrezzi – Non ho firmato nessun CID, ma qualcosa su un tablet – C’erano i vigili – Non so cosa è successo, ma ho preso un’auto parcheggiata – Ma tranquillo, sto bene”. Calma, ma ovviamente con le idee un po’ confuse… La vicina, che lavora nel campo infermieristico, va a trovarla, la vede a posto e mi rassicura. Ma è qui che inizia il casino.

Sono i giorni del ponte del 25 Aprile, in ufficio manca il mio alter-ego, c’è un puttanaio di roba da fare, di ferie manco a parlarne, e ho pure dei lavori in casa: ma, anche “da remoto”, bisogna pur provvedere… Il meccanico, i vigili, la vicina, i parenti, l’assicurazione e la vecchia signora che, da casa, di lasciar perdere non ne vuole sentir parlare, e ribadisce: “Dell’auto ho bisogno!“.

La 500 è da rottamare: ma come cacchio avrà fatto a fare un danno così, in città, e in una via stretta, contro una macchina parcheggiata? I ricordi, su quello, sono confusi. Contatto la vigilessa che ha verbalizzato il sinistro, incrocio le dita sperando mi dica che non le rinnoveranno la patente: “Guardi, ci ho pensato: ma alla fine non segnalo nulla, anche se forse sarebbe stato il caso, fra età e dinamica”. Eccheccazzo.

E allora, mettiamoci l’anima in pace e cerchiamo un usato… Spunta presto una Cinquecento del ’97, stesso modello e colore, un po’ pallida e scricchiolante, in cintura di Torino. L’appuntamento per provarla, per vari motivi, da uno diventa tre, ma mi sto abituando a tribolare! E vai su e giù più volte, Asti – Torino – periferia, organizza l’assicurazione, l’acquisto, la demolizione della vecchia, la voltura, mentre il lavoro non mi lascia un minuto tranquillo (manco ci vado, al cesso, per capirci). E pazienza se è una Euro2, mamma è irremovibile: “La compro lo stesso, se mi fanno la multa amen, MI SERVE!“. Ma Dio solo sa che rapporto ha, con la guida…

Per capirci: ha preso la patente a 45 anni, quando mio padre ci lasciò. Per lei è stata una conquista faticosa (107… si, CENTOSETTE guide, un record!), ma anche un orgoglio infinito: il suo “non voglio aver bisogno di nessuno” è un mantra su cui ha costruito la sua tenacia di giovane vedova, e gli anni a seguire. E a ogni piccolo o grande intervento chirurgico, la molla per riprendersi è sempre stata quella di essere autonoma: e per questo la ammiro, credetemi. Ma l’anagrafe non è un’opinione: per quanto attenta e scrupolosa, è comunque rallentata, e i riflessi non sono certo al massimo. E quando esce in auto non sono mai davvero sereno. Per lei, e per gli altri.

Che fare? Di abbandonare la guida non vuole nemmeno sentirne parlare: ogni discorso ragionevole su età e riflessi – e avremo discusso ore, letteralmente, a più e più riprese… – si schianta contro un “niet” da borocrate del Cremlino. Capisco tutto: immagino quando qualcuno dirà a me “Forse è meglio che non guidi più…“, e sono conscio della botta psicologica di uno “stop all’auto” senza se e ma. E infatti, contro ogni razionalità, gliela ho comprata.

Le ho però proposto un patto: la usa solo in emergenza, e al giovedì sarà accompagnata alle sue spese da una signora che ben conosce, giovane, affidabile e sveglia: così chiacchiera un po’, non è sola, e qualcuno la aiuta anche con le borse. Tanto poi nel weekend scendo io, e integro l’assistenza. Molti mugugni, ma alla fine ha accettato… O fa finta? Le vecchiette sono diaboliche, sanno prenderti in mezzo fra sensi di colpa e mezze parole con un’abilitá luciferina

Le incombenze non sono ancora finite, ma pian piano si stanno sistemando. E per fortuna non ha avuto danni fisici, se non il segno della cintura (e dire che non la voleva mai mettere…): quindi tutto bene, no? Di che mi lamento?

Io sono figlio unico, e cerco di fare del mio meglio per vederla contenta, ma mica è facile: ancora di più quando si è lontani, e di pensione manco a parlarne. Ogni tanto, anche se non vorrei, perdo la pazienza: e allora mi ammonisco, ricordando che nei prossimi anni dovrò averne sempre di più, perché difficilmente le cose miglioreranno. La vita è tutta strana: ma poche cose sono più strane del far da genitori ai propri genitori.

Per intanto una toppa l’ho messa, e spero che la mia proposta organizzativa si realizzi presto, diventando prima un’abitudine, e poi uno standard irrinunciabile: e magari, chi lo sa, capisca che farsi aiutare (almeno nella spesa!) non è così disonorevole. Anche perché per ora il resto è a posto: sabato, tornato a Asti sulla traballante Cinquecento, ho trovato la torta di mele e gli zucchini in carpione, e una mamma di nuovo allegra, e che non vede l’ora di scendere in garage, per provare il suo bolide… Che il dio delle vecchiette patentate le tenga una mano sulla testa!

11 pensieri riguardo “Mamma al volante…

    1. Il problema più che tecnico è psicologico. Potrebbe benissimo organizzarsi con la signora delle pulizie o in altri modi, ma è questione di orgoglio, dignità e di non sentirsi “vecchia”. D’altronde loro hanno badato a noi, e noi ora badiamo a loro

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  1. Io ho lo stesso pensiero per mio padre, tra pochi mesi 90enne, che vuole ancora guidare, ma è reduce da un grave ed urgente intervento chirurgico, ed è molto provato, anche se in lieve ripresa. Nulla da fare, l’automobile la vogliono!

    In bocca al lupo, auguri alla mamma, dai!

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