Facile, tristemente facile, in questi ultimi mesi, trovare l’ispirazione per una nuova puntata della serie “Io non so parlar di musica“: basta sentire un telegiornale, aprire un quotidiano o affacciarsi sul Web, per leggere o sentire di morti, armi, missili, soldati e sangue. Il pensiero è così volato, quasi per istinto, a “Brothers in Arms“, dei Dire Straits: pezzo che dà anche il nome all’omonimo album del 1985.
La canzone “Brothers in Arms”, scritta come sempre da Mark Knopfler, è ispirata alla Guerra delle Falkland: conflitto consumatosi nel 1982 nell’arco di 73 giorni, ma che creò un vero e proprio spartiacque nella politica della Gran Bretagna thatcheriana, e aprì un solco profondo nella coscienza di tutti gli inglesi.
Il testo è una sentitissima elegia per i combattenti di tutte le guerre, poetica e mai banale: nei suoi pochi versi si legge lo sconforto per un dramma che l’uomo sempre rinnova e mai sa evitare, la coscienza di quanto sia irrisorio il limite fra vita e morte, la nostalgia per la casa, la famiglia e la pace, e la vicinanza profonda fra milite e milite, uno sconosciuto “compagno d’armi” contro cui la follia umana costringe a combattere. La musica è dolente e morbida, struggente e dolcissima: e la chitarra del maestro Knopfler ricama note, fraseggi e melodie meravigliose, intime e commoventi, intrise di dolore e speranza, mentre la sua voce, essenziale, interiore e risonante, ci racconta partecipe di quella pazzia cui pare proprio non sappiamo rinunciare.
Ma ho già parlato troppo. La parola, come sempre, va – e deve andare – alla musica. Questa volta non metto il link al video ufficiale, ma a una versione live del solo Mark, tratta da un concerto del 2007 a Berlino: e, per una volta, invece del testo inglese, riporto la sua traduzione italiana.
Dire Straits – “Brothers in Arms“
COMPAGNO D’ARMI
Queste montagne coperte dalla nebbia
sono come una casa per me ora
ma la mia vera casa è in pianura
e lo sarà sempre.
Un giorno tornerai
alle tue valli, alle tue fattorie
e non avrai più voglia
di essere un compagno d’armi.
Da questi campi di distruzione
battesimo del fuoco
sono stato testimone della tua sofferenza
mentre infuriava la battaglia
e sebbene mi abbiano gravemente ferito
nella paura e nell’agitazione
non mi hai abbandonato,
mio compagno d’armi.
Ci sono così tanti mondi diversi
così tanti altri soli
e noi abbiamo solo un mondo
ma viviamo in mondi diversi.
Ora il sole andrà all’inferno
e la luna cavalcherà alta nel cielo
lasciatevi salutare per l’ultima volta.
Ogni uomo deve morire:
ma è scritto nella luce delle stelle
e in ogni linea del palmo della tua mano
siamo pazzi a combattere una guerra
con i nostri compagni d’armi.
Tratto da “Brothers in Arms” (1985) – Versione live del 2007
Buon giorno di pace
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Bella canzone, gran pezzo. In questi momenti disperati, ogni guerra è un abominio e qualsiasi voce va bene per evidenziare la sua pazzia.
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Bellissima. Peccato che sia sempe così attuale. :–(
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