Sessant’anni possono essere pochi, tantissimi, o niente… Per una persona, sono spesso una buona fetta di vita; per un ragazzo d’oggi sono un tempo che equivale, più o meno, all’età della pietra; e per un buon disco, a volte, un nonnulla.
Sessant’anni fa, proprio oggi, la Parlophone – succursale della EMI – metteva sul mercato il primo album dei Beatles: intitolato “Please Please Me“, seguiva il singolo d’esordio “Love Me Do” (pubblicato a Ottobre ’62) e ripeteva il titolo dell’omonimo 45 giri uscito due mesi prima. Le aspettative erano alte: il singolo “Please Please Me”, come pronosticato dal producer George Martin, era arrivato al primo posto, e negli uffici di Londra si capiva che qualcosa bolliva in pentola. E così fu: dando il via a una carriera di straordinario successo e, ancor più importante, a una valanga destinata a travolgere e cambiare per sempre la musica pop.
-
Un po’ di storia
Con quattro canzoni già pubblicate, e contenute nei 2 singoli usciti precedentemente, i Beatles, l’11 Febbraio, si trovano negli studi della EMI per incidere l’album. I soldi messi a disposizione sono pochi (400 sterline), e il tempo ancor meno: dall’alba al tramonto. Lennon è pure raffreddato, ma non si può aspettare: l’ultimo 45 giri è stato un successo, e bisogna battere il ferro finché è caldo. In 15 ore di lavoro i Quattro incidono – praticamente in diretta – le altre 10 canzoni: un tempo da record! E, si stima, uno degli investimenti più fortunati della storia del rock, visto che da quelle 400 sterline e da quelle 15 ore iniziò tutto!
Dopo i mixaggi, avvenuti principalmente il 25 Febbraio, e una manciata di sovraincisioni, il disco esce il 22 Marzo 1963: per la copertina si usa una foto dei quattro ragazzi, puliti e in giacchetta, che si affacciano sulla tromba delle scale degli uffici EMI. L’11 Maggio il disco “Please Please Me” arriva al primo posto delle classifiche inglesi, e lì vi resterà per 30 settimane… Spodestato, manco a dirlo, dal secondo lp dei Beatles!
In America il disco sarà pubblicato solamente 10 mesi dopo, nel Gennaio 1964, col titolo di “Introducing… The Beatles”: ma, da allora, il successo non si fermerà più, e inizierà la British Invasion.
-
I pezzi
Il disco è strutturato in modo intelligente e efficace. In apertura c’è “I Saw Her Standing There”, pezzo vigoroso, scritto da McCartney durante una “sega” da scuola e già provato nelle torride serate di Amburgo: introdotto dal conteggio dal sapore live “one-two-three-four” è uno dei pezzi più caldi e rock’n’roll scritti dai quattro, e personalmente uno di quelli che amo di più. Suona ancora adesso benissimo, e non annoia mai: ogni tanto mi guardo la versione live di Springsteen, con ospite speciale McCartney, e godo di brutto!
La chiusura del disco è altrettanto, se non di più, sopra le righe: “Twist and Shout”, cover degli Isley Brothers e da tempo usata per chiudere i loro concerti. E, proprio come in un live, sarà l’ultimo pezzo registrato nell’estenuante session dell’11 Febbraio. E’ sera, il tempo è agli sgoccioli, le forze sono scarse, e Lennon ha le corde vocali in fiamme, curate a forza di latte e caramelle: ma, nonostante tutto, i Beatles consegnano alle stampe un rock’n’roll possente, aggressivo, sgolato ed entusiasmante… La voce di Lennon, in un paio di occasioni, pare sul punto di rompersi: ma tiene! Una versione tanto energica e vivace da coinvolgere nella bagarre anche lo staff tecnico, abitualmente controllato e british. Come non amare questo pezzo?!
Con due canzoni così, piazzate astutamente in apertura e chiusura del vinile, e i quattro pezzi dei singoli sistemati proprio in mezzo, per completare l’album basta poco: due cover delle amatissime Shirelles, un paio di titoli dal catalogo del Brill Building, e una manciata di nuovi brani… Pezzi di alterna qualità, ma che ben di rado tradiscono la fretta con cui sono stati registrati, e che per vari motivi meritano la citazione: “Misery” contiene una parte di pianoforte di George Martin accelerata al bancone di regia; “Boys” inaugura l’abitudine di riservare in ogni album un pezzo alla voce ottimistica e svagata di Ringo Starr; “Do You Want to Know a Secret” e “Chains” sono cantate da George Harrison; e con “There’s a Place”, per la prima volta, i Beatles si discostano dal tema dell’amore adolescenziale per sostenere la meditativa osservazione che “è tutto nella mia testa”.
Le mie preferite, oltre a “I Saw Her Standing There” e “Twist and Shout”, sono “P.S. I Love You” (in cui fa capolino la straordinaria abilità di Paul nel costruire melodie solide ed ariose), la rhythmandblueseggiante “Boys” (la voce di Ringo mi diverte sempre moltissimo!), e la title track “Please Please Me”.
-
Giudizio
Ascoltare l’album “Please Please Me” con le orecchie di adesso sarebbe parziale: certo, la qualità delle canzoni è ancora altalenante, non tutte sono capolavori o memorabili, il sound è elementare e – complice anche il risicato tempo a disposizione – qualche sbavatura si sente… Ma qui si fa la storia! L’album, fin dalla scaletta, rappresenta una ventata di aria fresca nel panorama uk del periodo: fino a “Please Please Me”, i 33 giri offrivano al massimo 12 canzoni, e non erano altro che raccolte di singoli: i Beatles, per la delizia dei loro fans, inseriscono nell’album ben 14 pezzi, fra cui dieci inediti (otto di propria penna). E tutto ciò contravvenendo a testa bassa l’ordine di George Martin, che pretendeva invece di rivolgersi ad autori terzi.
Ok, siamo ancora in pieno Beat, al “rock moderno” mancano ancora 3-4 anni: ma ciò non toglie che questo disco grondi freschezza e vitalità, ancora dopo 60 anni. Frizzante e immediato, sembra trascinare l’ascoltatore nell’atmosfera calda e spontanea di un concerto: e conferma come i Beatles, nei primi tempi, fossero molto più “rock’n’roll” di quanto le loro faccine sorridenti lasciassero supporre. E, ricordiamo, nel ’63, tutti assieme, gli Scarabei non arrivavano a 87 anni di età!
E, per finire, qualche curiosità
- Il produttore aveva pensato di intitolare l’album “Off the Beatle Track”, ma poi si scelse il più ovvio “Please Please Me”, per sfruttare la scia del fortunatissimo singolo;
- Sempre il producer aveva accarezzato l’idea di registrare il debutto dei Beatles con la ripresa di un live al Cavern: ma la EMI aveva altre idee…
- Il testo di prova di “I Saw Her Standing There” iniziava con “Well she was just seventeen / Never been a beauty queen” (“Lei aveva proprio 17 anni / mai stata una reginetta di bellezza”): per dare un pizzico di pepe, Lennon modifica maliziosamente il secondo verso in “You know what I mean” (“Sai cosa intendo”): un chiaro richiamo all’età legale minima (17 anni, appunto) per avere rapporti sessuali;
- “Misery” fu proposta anche alla sedicenne Helen Shapiro ma, a causa di un equivoco, fu ceduta a Kenny Lynch: cantante che diventa così il primo artista fuori dalla cerchia dei Beatles a pubblicare una canzone firmata dal duo Lennon-McCartney;
- La firma del fantastico duo qui presenta ancora la grafia “McCartney-Lennon”: sarà solo dal singolo “She Loves You” che la firma si tramuterà nel definitivo “Lennon-McCartney”;
- Per un’ostinazione mai chiarita del tutto, Martin pretende che in “Love Me Do” e in “P.S. I Love You” la batteria sia affidata al professionista Andy White: Ringo Starr siede, malinconicamente, al tamburello e alle maracas!
- Lennon, che mal sopportava “A Taste of Honey”, l’aveva ribattezzata “A Waste of Money” (uno spreco di soldi) 🙂
The Beatles – “Please Please Me” (studio album)
Pubblicazione: 22/03/1963 – Parlophone (EMI)
Tracklist
-
- I Saw Her Standing There – 2:52 (McCartney -Lennon)
- Misery – 1:47 (McCartney -Lennon)
- Anna (Go to Him) – 2:54 (Alexander)
- Chains – 2:23 (Goffin-King)
- Boys – 2:24 (Dixon-Farrell)
- Ask Me Why – 2:24 (McCartney -Lennon)
- Please Please Me – 2:00 (McCartney -Lennon)
- Love Me Do – 2:19 (McCartney -Lennon)
- P.S. I Love You – 2:02 (McCartney -Lennon)
- Baby It’s You – 2:35 (David-Williams-Bacharach)
- Do You Want to Know a Secret – 1:56 (McCartney -Lennon)
- A Taste of Honey – 2:01 (Scott-Marlow)
- There’s a Place – 1:49 (McCartney -Lennon)
- Twist and Shout – 2:33 (Medley-Russell)
Musicisti
- John Lennon – voce, cori, chitarra, armonica
- Paul McCartney – voce, cori, basso
- George Harrison – cori, chitarra, voce principale in 4) e 11)
- Ringo Starr – batteria (tranne 8) e 9)), voce principale in 5), tamburello in 8) e maracas in 9)
Musicisti occasionali
- George Martin – piano in 2), celesta in 10)
- Andy White – batteria in 8) e 9)
Sarò l’unico al mondo ma tolto qualche canzone non mi sono mai piaciuti.
Buon giorno.
"Mi piace""Mi piace"
Anche a me, fino a una quindicina d’anni fa, non mi piacevano, poi i gusti cambiano
Non sempre, ma a volte cambiano!
E buon giorno!
"Mi piace"Piace a 1 persona
chissà, se riuscissi anche io a fare articoli così approfonditi parlando di musica, nn flopperebbero sempre
"Mi piace"Piace a 1 persona
Lo intendo come un complimento! Li sai fare su cinema game ecc
"Mi piace"Piace a 1 persona
ma ogni tanto parlo pure di musica pop eh 😂
"Mi piace""Mi piace"