Break a leg! Di mamme, fratture e strani auguri

Più o meno si sa: gli attori del mondo anglosassone, prima di entrare in scena, si apostrofano con l’augurio “Break a Leg!“, che equivale un po’ al nostro “In bocca al lupo!“. Due modi di dire un po’ strani: il nostro – e cito l’Accademia della Crusca – “sembra risalire ad un’antica formula di augurio rivolta per antifrasi ai cacciatori, alla quale si soleva rispondere “Crepi!” (sottinteso: il lupo)“. Ma ci sono altre teorie: essere “in bocca al lupo”, per un cucciolo, significa essere protetto, accudito; e, da qui, il nuovo modo di rispondere – in voga fra gli animalisti – “Viva il lupo!“, in ossequio a un animale ingiustamente perseguitato dalla storia, e al suo istinto di protezione… Come peraltro sanno benissimo Romolo e Remo!

Su “Break a Leg”, invece, che tradotto alla lettera significa “rompiti una gamba“, le ipotesi si sprecano: da un lato potrebbe essere il solito augurio ironico e scherzoso dal “valore apotropaico”, ma da un altro potrebbe alludere alla linea (“leg line“) che separava il palco dal dietro le quinte. Superarla (“to break“) significava quindi esibirsi di fronte al pubblico e, di conseguenza, essere pagati.

Beh, tutto questo per dire cosa? Che mia madre si è rotta il femore (sinistro)! Break a leg, letteralmente! E siamo a quattro ricoveri, più o meno recenti: la frattura del polso, l’intervento di colecisti, e l’altro femore, il destro, 7 anni fa… Un intervento di protesi programmato, causa artrosi: ma ciò che doveva essere una cosa rapida (“3 settimane, signora, e torna a casa!“) diventò un piccolo calvario, con una lussazione post-operatoria, un ulteriore intervento, e i tempi che si dilatarono a 2 mesi abbondanti.

Questa volta, invece, la cosa più banale del mondo: uno scalino non visto. Per fortuna è stata soccorsa in fretta, e operata altrettanto rapidamente: qualche giorno di ospedale, e poi inizierà il percorso riabilitativo… Complicazioni escluse, ovviamente: che quelle ci sono per chiunque, a maggior ragione per un’85enne.

“C’è di peggio”, direte: si, ovvio. Ma il fatto che io sia figlio unico, e abiti e lavori a 50 chilometri di distanza – oltre alle regole strette imposte dagli ospedali per le visite ai pazienti – non rende la cosa semplice…

Scrivo questo post un po’ per sfogarmi e condividere: e, anche, per proporre una via d’uscita ironico-musicale alla situazione. Ho cercato in rete canzoni inerenti malattie e amenità del genere, ma o sono troppo tristi, o sono allusioni al rapporto amoroso (tipo “mi ammalo d’amore per te”, “tu sei la mia malattia”, e così banalizzando), oppure sottintendono a droghe, viaggi e similari… In ogni caso, nulla che mi vada di accostare a mia madre! (anche se un po’ di “fumo” non le farebbe male…)

Due canzoni mi sono però venute immediatamente in mente!

Una è “Walk This Way“, degli Aerosmith: l’ispirazione per il brano arrivò dalla scena di “Frankesnstein Junior”, in cui il gobbo Igor , appoggiandosi a un bastone, suggerisce al Dr. Frankenstein di “camminare come lui”. Un must cinematografico assoluto, che mi diverte solo a pensarci! Mi ci vedo, ad accompagnare mia madre sotto braccio, mentre mi cazzia che non la seguo a dovere…

E l’altra è “I Will Survive“, di Gloria Gaynor. Che, ok, parla della ripresa dopo la rottura col partner: ma che si presta anche all’augurio che faccio alla borbottante e cocciuta genitrice, che come più volte ha fatto nella sua vita si è ripresa dalle piccole e grandi batoste, e col suo sguardo accigliato da sotto in su, attraverso le lenti degli occhiali, è tornata al suo tran tran di tutti i giorni, sopravvivendo alle sfighe.

Nessun “Break a leg”, però! Siamo italiani, e superstiziosi. E poi, è cosa già fatta…

Ma un “in bocca al lupo” si, eccome!

14 pensieri riguardo “Break a leg! Di mamme, fratture e strani auguri

  1. In bocca al lupo. Ti capisco, anche mio padre si ruppe il femore e qui mi fermo. Comprendo benissimo le tue difficoltà, in più ti cazzia pure. Tenace e tosta, bene, ma per te è dura.
    Mio fratello chiamava papà il lupo 🐺 senti da che pulpito. Mio padre è un agnellino e prima che si introducesse la versione animalista, dentro di me dicevo speriamo che non crepi.
    Conobbi un tale di cognome Lupi, diceva sempre speriamo che non crepino. Ha sposato una donna che di cognome fa Dell’Agnello.
    Per cercare di distrarti un po’.
    Un caro saluto 👋 Chicco
    Valeria

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