Tre film #11

Ciao a tutti. Se l’ultima volta ho parlato di tre film con nulla in comune, ebbene… Questa volta proseguo sulla stessa linea, con tre pellicole accomunate solamente dall’essere tutte reperibili su Prime Video, ma di epoche e generi completamente differenti. Vediamo se ne conoscete qualcuna… Si parte!

  1. Sound of Metal“. La storia è presto detta: Ruben, batterista di un duo noise rock, perde improvvisamente l’udito. E inizia un percorso attraverso le canoniche tappe di elaborazione del lutto: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione, accettazione. In mezzo, tanti spunti e sotto-generi: il romance (la cantante del duo è la sua ragazza, da cui si separa nel tentativo di trovare una cura); la vita in una comunità di sordi, con le sue regole e i suoi rituali; gli scontri col “saggio Joe”, per cui la sordità non è un limite o un handicap, ma uno stato pieno di dignità (o, chissà, un modo per auto-ghettizzarsi?); il romanzo di formazione, abitato dalla fatica di trovare – obtorto collo – la propria strada; le speranze, le “disperanze”, e la nuova rabbia; e, infine, l’approdo a un’accettazione forse inevitabile, ma dai risvolti non banali. Perché quei suoni che tanto voleva recuperare, restituiti dal costoso e innovativo impianto corticale, sono fastidiosi, stridenti, metallici (ed è questo cui si riferisce il titolo): e lui, il sudato interprete di una musica tutta caos e decibel, ora è colui che, sfinito e deluso, stacca l’apparecchio, e siede, nel silenzio più totale, ad ammirare i raggi del sole che filtrano da un albero. Nessun buonismo: ma il ritratto di un’interiorità profonda e finalmente scoperta. Il film – e non potrebbe essere altrimenti – usa l’elemento sonoro in modo completo e intelligente, a volte in oggettiva, e a volte in soggettiva (e sono momenti di angosciosa partecipazione). Nel film recitano parecchi attori sordi non-professionisti: Paul Raci è inoltre figlio di genitori sordi, ed è stato meritatamente candidato all’Oscar come migliore attore non protagonista. Non mancano, ovviamente, momenti e percorsi un po’ “telefonati”: ma è un film molto riuscito, e che suscita alcuni interrogativi e parallelismi interessanti.
  2. I tre volti della paura“: gioiellino italiano del terrore anni Sessanta, firmato dal maestro Mario Bava con lo pseudonimo di John Old. Tre episodi, incorniciati da un’ironica presentazione di Boris Karloff, e tutti di derivazione letteraria: “Il telefono” di F.G. Snyder (erroneamente accreditato a Maupassant); “I Wurdulak” di Tolstoj; “La goccia” di Anton Čechov. Dei tre, quello meno riuscito è il secondo, che ha come tema il vampirismo, e che si situa nella campagna russa ottocentesca: l’ho trovato piatto, e con uno svolgimento abbastanza prevedibile. Splendidi, invece, gli altri due, ambientati in epoca recente: gli spunti narrativi sono esili, ma ben sviluppati, e figurativamente geniali. Luci verdi e rosa, vagamente psichedeliche, che spuntano ovunque, donne affascinanti (una è Michèle Mercier, la famosa interprete del ciclo di “Angelica”) e burrose, un accenno a una relazione lesbica, suoni over artificialmente amplificati, riprese lente e ampio utilizzo del fuori campo… Gran parte del lessico argentiano è già qui. Curioso il finale, ironicamente felliniano. Altra chicca: pare che quattro musicisti di Birmingham, a fine anni 60, abbiamo preso dal titolo internazionale del film (“Black Sabbath”) l’ispirazione per il nome del loro gruppo…
  3. Sir Gawain e il Cavaliere Verde“: uscito nel 2021, attinge alla mitologia del ciclo di Re Artù e del suo nipote Gawain (in italiano, Galvano) per dare vita a un fantasy adulto, figurativamente interessante (splendidi i colori e la fotografia) e dalla forte ambiguità. Nella storia – che si riferisce a una saga per noi italiani abbastanza oscura – si intrecciano religiosità cristiana e paganesimo, magia e senso dell’onore, favola e morale cavalleresca, viaggio e ricerca di sé; lo svolgimento è lento, ma non pesante, ed è bello perdersi nel chiaroscuro delle scene a lume di candela, e nei colori lividi della brughiera. La Camelot del film è tutt’altro che luccicante, ma intima, povera, in dissolvimento: proprio come l’epopea cavalleresca, che continua a perpetuare valori e miti, ma che si deve confrontare con lo spettro della fine. Non a caso, i momenti registicamente più riusciti riguardano le scelte di Gawain, e il destino di morte che ne può derivare: una fine per inedia, immaginata dal protagonista e resa attraverso una lenta panoramica circolare; e una fine per viltà, restituita da un flash forward a episodi efficacissimo e drammatico. Un film non per tutti, probabilmente: ma di quelli che più ci pensi, e più trovi motivi per affrontare una seconda visione.

Abbiamo parlato di:

  • Sound of Metal” (2019, USA, 120 min)

Regia: Darius Marder

Soggetto e sceneggiatura: Darius Marder

Interpreti principali: Riz Ahmed (Ruben Stone), Olivia Cooke (Lou), Paul Raci (Joe)

Musica: Nicolas Becker, Abraham Marder

  • I tre volti della paura” (1963, Italia/Francia, 90 min)

Regia: Mario Bava (“John Old”)

Soggetto: F.G. Snyder, Aleksej Tolstoj, Anton Čechov

Sceneggiatura: Alberto Bevilacqua, Mario Bava, Marcello Fondato

Interpreti principali: Michèle Mercier (Rosy), Boris Karloff (Gorca), Jacqueline Pierreux (Helen Chester)

Fotografia: Ubaldo Terzano, Mario Bava

  • Sir Gawain e il Cavaliere Verde” (“The Green Knight“) (2021, Usa/Canada, 130 min)

Regia: David Lovery

Sceneggiatura: David Lovery

Interpreti principali: Dev Patel (Sir Gawain), Sean Harris (Re Artù), Ralph Ineson (Cavaliere Verde)

Fotografia: Andrew Droz Palermo

12 pensieri riguardo “Tre film #11

  1. dai, mi ricordavo del tuo commento di ieri e sei il primo articolo bloggoso che leggo oggi^^
    e avevi ragione, non ne ho visto nessuno ma il terzo è stato molto parlato e gossippato quando è uscito

    mi interessa il secondo
    ma non ho prime video

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    1. Prime ce l’ho in realtà per i pacchi, ma alla fine usiamo molto di più la “funzione” film… Ce ne sono parecchi aggratis, è una buona soluzione a un prezzo oggettivamente conveniente

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Se ti va, rispondi, mi farà piacere leggere e rispondere ad un tuo commento, grazie! :-)

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