Io non so parlar di musica #8 – Roberto Benigni

Facilissimo, oggi, trovare un tema per la rubrica “Io non so parlar di musica“… Visto che, in particolare, questa è stata abbastanza una giornata di merda, e il periodo in generale lo è ancora di più, diamo fiato alle polveri e alla musica con una canzone che proprio di questo parla: “L’inno del corpo sciolto“, di Roberto Benigni.

Dove la cacca, le feci, gli escrementi, la pupù… la merda, insomma, non sono solo un modo come un altro per sbroccare con la più infantile delle volgarità – e volgare, anzi triviale, il pezzo, lo è! – ma un mezzo per vendicarsi dei soprusi, per irridere i caporali di ogni epoca, per “far la rivoluzione” insomma… Beninteso, apartitica e apolitica! Elio seguirà una strada analoga, anche se in modo più fumettistico, con il suo “Shpalman”, un fantomatico supereroe che “spalma la merda in faccia” ai cattivi: ma qui Benigni è insuperabile.

Innanzitutto perché stiamo parlando del 1979: e, quando cantò il pezzo in tv, da Arbore, la cosa non suscitò certo ammiccamenti e sorrisini tirati, ma scalpore. E poi perché, 40 anni fa, Benigni non era ancora “Benigni”, il noioso normalizzatore degli ultimi anni, un bravo performer per la carità ma prigioniero della sua strabiliante affabulatoria, della retorica istituzionale e del suo personaggio: ma, piaccesse o meno, era ancora “Roberto”, la furia dissacrante e surreale fatta persona, senza freni e riverenza. E chi ha avuto la fortuna di vedere gli sketch del “sottoproletario Mario Cioni“, sa di cosa parlo.

Ma basta con le parole. Ecco la canzone, ecco il testo, ecco (perché c’è anch’essa) la musica, ed ecco Roberto, quello vero. E andate a cagare tutti quanti! 🙂

Roberto Benigni“L’inno del corpo sciolto”

È questo l’inno del corpo sciolto
lo può cantare solo chi caca di molto
se vi stupite la reazione è strana
perché cacare soprattutto è cosa umana.
Noi ci svegliamo e dalla mattina
il corpo sogna sulla latrina
le membra riposano in mezzo all’orto
perché questo è l’inno, l‘inno sì del corpo sciolto.
Ci han detto vili brutti e schifosi
ma son soltanto degli stitici gelosi
ma il corpo è lieto lo sguardo è puro
noi siamo quelli che han cacato di sicuro.
Pulirsi il culo dà gioie infinite
con foglie di zucca di bietola o di vite
quindi cacate perch’è dimostrato
ci si pulisce il culo dopo aver cacato.
Evviva i cessi sian benedetti
evviva i bagni, le toilettes e gabinetti
evviva i campi da concimare
viva la merda e chi ha voglia di cacare.
Il bello nostro è che ci si incazza parecchio
e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio
la vogl’arreggere per una stagione
e colla merda puoi far la rivoluzione!
Pieni di merda andremo a lavorare
poi tutt’a un tratto si fa quello che ci pare
e a chi ci dice, dice te fai questo o quello
gli cachiam addosso e lo copriam fino al cervello
Cacone, merdone, stronzone, puzzone:
La merda che mi scappa si spappa su di te!
Tratto da “L’inno del corpo sciolto” (1979, Philips)

4 pensieri riguardo “Io non so parlar di musica #8 – Roberto Benigni

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