Cazzeggiando per il Torino Film Festival39 #2

Come promesso, eccoci alla seconda (e ultima) puntata di questa brevissima serie sul TFF39.

Dunque, come dicevo, rispetto alle precedenti edizioni ci sono state alcune novità, principalmente dovute al noto evento epidemico, e ve ne ho parlato qui. C’è però un’altra variazione, che con il Covid non c’entra proprio nulla, e che riguarda la soppressione della retrospettiva: sezione che nella storia recente – grazie anche alla ex-direttrice Emanuela Martini – ci ha regalato interessanti viaggi nella New Hollywood, nel cinema inglese, e nella filmografia di Joseph Losey, John Huston, Nagisa Oshima, Nicholas Ray, Brian De Palma, Jean-Pierre Melville… E pare – da notizie di terza mano – che si tratti di scelta non tecnica, ma “politica” e mercantile: vero o no, spero sinceramente che sia la prima e l’ultima volta.

Detto questo, veniamo ai (pochi) film che abbiamo visto: pochi perché 11- rispetto alla nostra media abituale – non è certo un record… Ma, vista la situazione contingente, va bene così.

Torino39

  • Aloners” (Hong Seong-Eun, Corea del Sud, 2021, 91′): la storia di una ragazza anaffettiva che, trascinata obtorto collo da strane circostanze, si arrende pian piano al sorriso, al sentimento e alla condivisione. Di quelle protagoniste, insomma, che ti viene voglia di scuotere per le spalle per vedere se mai avrà una reazione… Ma che poi non è così diversa da te. Ritmi lenti, immagini limpide, silenzi.
  • Between Two Dawns” (Selman Nacar, Turchia/Francia/Romania/Spagna, 2021, 91′): ecco, per noi (fra quelli visti!) il migliore del concorso. Film asciutto e che tocca un tema di attualità (una morte sul lavoro) senza facili partigianerie e cerchiobottismi, ma con un rigore e una fermezza esemplari. Quando morale e potere si scontrano.
  • Le Bruit des Moteurs” (Philippe Gregoire, Canada, 2021, 79′): e, subito dopo il più bello, il più insulso… Riporto quanto scritto sul bugiardino: “Esordio alla regia di un giovane regista québécois che ritorna agli anni in cui, lavorando alla dogana, sognava di realizzare film“. Beh, non sempre “sognare di” va a braccetto con l’esserne davvero capaci. Ma ci sta: ogni festival che si rispetti prima o poi ti rifila la sua inchiappettata!
  • The Day is Over” (Qi Rui, Cina, 2021, 103′): l’andazzo classico di certo cinema cinese, contemplativo e scarno, incontra un piccolo/grande dramma (i bambini delle campagne, abbandonati e soli, in un mondo di adulti indifferenti) e ci consegna una della pellicole più tristi del festival. Bello, si, importante, pure: ma di una dolenza tanto profonda quanto statica e disperata;
  • El Planeta” (Amalia Ulman, USA/Spagna, 2021, 79′): una Gijón piovosa e in piena crisi economica, un nitido bianco e nero, una serie di quadri statici e senza un solo movimento di macchina… Ecco l’ambiente in cui Leo (esponente di una “Y Generation” senza fuoco e lacrime) e la madre (con le tasche vuote, e in placida attesa dello sfratto) vivacchiano, fra piccoli raggiri, sogni, avventure e delusioni. Film laconico e sospeso, che si fa vedere ma che ti lascia così, in mezzo al guado…
  • La Traversée” (Florence Miailhe, Francia/Germania/Rep. Ceca, 2021, 84′): l’altra grande pellicola del concorso, a nostro gusto appena un filo sotto “Between Two Dawns”. Film di un’animazione pittorica e per nulla disneyana, ma che ricalca la grande scuola dell’Est Europa, e che ripercorre l’odissea di due orfani, fuggiti (siamo a inizio Novecento) dalla furia devastatrice di una persecuzione etnica, e in cerca di rifugio. Fra saccheggi, ladri-bambini, campi di prigionia, tendoni da circo e miseria, troveranno alfine la salvezza. Ispirato alla storia della nonna della regista (scampata al pogrom di Odessa del 1905), ma facilmente e dolorosamente applicabile al nostro presente.

Torino39 Corti: quest’anno, ogni film in concorso è stato abbinato a un corto di 15′, più o meno “a tema” col lungometraggio. Per questioni di spazio ne cito uno solo: “La Cattiva Novella“, bel corto di animazione di Fulvio Risuleo, scritto in collaborazione col cantautore italiano Mirkoeilcane: che ha composto le tre canzoni attraverso cui si narra la stramba e commovente vicenda dell’anziano Giovanni.

Fuori Concorso

  • Jhilli (Discards)” (Ishaan Ghose, India, 2021, 92′): vivere nell’immensa e soffocante discarica di Calcutta. Uno di quei film che, mentre li vedi, ti chiedi se davvero esistano persone che passano le giornate fra carcasse putrescenti di animali, fango, fornaci e rifiuti, sognando la città e facili guadagni: e che devono pure pregare che – come invece accade – la città non si svegli, e decida di scipparli pure di quel nulla. E non resta che sparare (con le dita) agli aerei.

TFLab

  • Piccolo corpo” (Laura Samani, Italia/Francia/Slovenia, 2021, 89′): recitato in dialetto carnico e sloveno, la drammatica via crucis di una mamma in cerca di un miracoloso “santuario del respiro” dove resuscitare – per un solo attimo – il “piccolo corpo” della sua bimba, nata morta. Una religiosità ancestrale e quasi pagana, il corpo femminile e i suoi umori, la stanchezza, i silenzi, la neve, il “Caronte” del remoto lago di montagna, e il mare da cui tutto inizia, e in cui tutto finisce. Bello, ipnotico, ma ovviamente non per tutti i palati.
  • Zbornica (The Staffroom)” (Sonja Tarokic, Croazia, 2021, 120′): visto su MyMovies. Grazie a questo film ho scoperto che nelle scuole croate esiste la figura della pedagogista, che fa da raccordo fra insegnanti, alunni e genitori… Ma fra rivalità e gelosie, giochi sottobanco e meschinerie, amicizia e follia, la nostra protagonista perderà giorno dopo giorno il suo equilibrio, fino ad arrendersi a un ipocrita ma inevitabile gioco delle parti. Racconto esemplare ed ellittico; perfetta la protagonista.

Le stanze di Rol

  • La Abuela” (Paco Plaza, Spagna/Francia, 2021, 100′): ah, un bell’horror! Di quelli senza sangue, ma che ti conquistano con la loro atmosfera e si, con qualche jump scare. Perché fin dall’inizio, fra specchi, vetri smerigliati e matrioske, si capisce dove si andrà a parare: ma sono il come, l’infernale e inarrestabile progressione, gli scarti narrativi, le micro espressioni dei volti, a catturarti e farti tremare. Della serie: non sempre le nonne dalle mille rughe sono angeli…

TffDoc/Fuori concorso

  • The First 54 Years – An Abbreviated Manual for Military Occupation“(Francia/Finlandia/Israele/Germania, 2021, 110′): e, per finire, un documentario sull’occupazione israeliana della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Filmicamente didascalico, ha dalla sua la partecipazione dell’organizzazione non governativa “Breaking the Silence”, istituita da veterani dell’esercito israeliano: e fa venire i brividi sentirli raccontare, in prima persona, fra sorrisi amari e sguardi sfuggenti, le lucide atrocità secondo cui il piano di occupazione è nato, è proseguito, e va avanti da appunto 54 anni. Che mondo di merda. Visto su MyMovies.

E così abbiamo finito. Questa sera si sapranno i vincitori delle varie sezioni, e vedremo se – come sempre a muzzo – avremo o no beccato uno dei premiati. Speriamo davvero, in ogni caso, che l’anno prossimo sia un’edizione più “libera”, e con il reintegro della retrospettiva. Per intanto, a pranzo mi aspetta una piemontesissima e gorgogliante bagna cauda: ma, si intende, a festival terminato, senza intossicare i miei vicini di poltrona! Così si fa, fra personcine rispettose 🙂

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