Meditando sui miei ultimi post (…siamo un po’ autoreferenziali?!), ho avuto la conferma di come proprio non riesca a sguazzare nella contemporaneità: nel cinema abbastanza, ma in musica ho più difficoltà. Non ho mai trovato la chiave per seguire le ultime uscite, e buttarmici: bisogna fidarsi di qualcuno, e rischiare. Preferisco andare sul sicuro, e ri-scoprire il passato, ragionarci sopra, vedere dove un certo gruppo, o un certo disco, ha portato, da dove arrivava, e cose così. Ma questo atteggiamento non mi esime certo da buchi madornali, di cui mi accorgo anche venti e passa anni dopo: oggi vi parlo proprio di uno di questi, i Morphine e il loro strepitoso disco d’esordio, “Good“.
Quando, incuriosito da quanto letto su Sull’Amaca Blog, ho subito cercato un loro video, ho fatto un grave errore, condizionando inevitabilmente l’ascolto con le immagini… Ed è un vedere che stupisce. Perché i Morphine erano un terzetto (e fin qui nulla di strano), con in organico la batteria (ok…), un sax – o a volte due, ma suonati contemporaneamente dal medesimo musicista (già più strano…), nessuna chitarra (ecco, ci avviciniamo…), e un cantante-bassista, con un basso a due corde (wow!), spesso suonato col bottleneck (ri-wow!). Mark Sandman (il bassista-frontman… e si chiama pure “Sandman”, come uno dei miei fumetti preferiti!), fra il serio e il faceto, raccontò di aver imparato su una corda sola, e aver poi aumentato a due: più facile, per un artista con un pelo sullo stomaco come lui (e che a Boston aveva già scorrazzato per anni nell’underground), pensare a una scelta meditata e ragionata, alla ricerca di un sound e di uno stile personale.
Dicevo, appunto, che vederli prima di sentirli mi ha un po’ fregato: al solo ascolto, si sente subito che c’è qualcosa di strano, di tenebroso, cool e denso… Senza video, chissà quanto ci avrei messo a capire l’arcano. Ma poi chi se ne frega: l’importante, nell’arte, è sì il “come”, ma soprattutto l’effetto che fa. E qui l’effetto proprio non si discute. I Morphine partono dal blues: e lo immergono nel fumo del jazz da night, nel distacco nobiliare della new wave, in un cupo crooning à la Jim Morrison (ma anche Danzig…), nell’umidità paludosa del Deep South, nell’urbanismo di Tom Waits, nel sudore pelvico del rockabilly e nella psicotica litania dei Cramps… Ma tutto in totale autonomia, senza mai sembrare qualcun altro, ma solo se stessi.
Mark Sandman sintetizzò il loro stile con due espressioni fulminee, che non significano letteralmente granché ma suggeriscono ed evocano moltissimo: “grunge implicito” e “esperienza baritona“. Si sente che la loro non è una canzone rock standard, ma un viaggio in territori particolari e minimali, avvolgenti e – sì – intimamente blues: un blues di fine millennio, monotono nella sua formula astratta ma sorprendentemente mutante e affascinante nei risultati. Si dice che i Morphine siano fra i gruppi più difficili da coverizzare della storia: troppo originali, dalla prima all’ultima nota. E il loro disco d’esordio, “Good“, lo evidenzia in ogni canzone: non vi tedio nella descrizione dei singoli pezzi, ma ascoltare per credere.
“Grazie Palestrina. È una serata bellissima, è bello stare qui e voglio dedicarvi una canzone super-sexy“: appena terminate queste parole, durante un concerto nella storica città laziale, il 3 Luglio 1999, Sandman si accascia al suolo, stroncato da un infarto. Ha 46 anni, e coi Morphine ha inciso altri 3 album. Ora, sulla scalinata che porta ai Giardini del Principe, una targa in pietra ricorda il frontman dei Morphine: ma ben più duratura e incisiva è l’eredità lasciata da Sandman e soci nella storia del rock. Si, sono passati quasi 30 anni, a scoprirli ci ho messo una vita, ma sono fatto così: e poi, per i capolavori non è mai tardi.
Morphine – “Good” (studio album)
Pubblicazione: 8 Settembre 1992 – Accurate/Distortion
Tracklist
- Good – 2.34
- The Saddest Song – 2.53
- Claire – 3.08
- Have a Lucky Day – 3.30
- You Speak My Language – 3.26
- You Look Like Rain – 3.40
- Do Not Go Quietly unto Your Grave – 3.19
- Lisa – 0.50
- The Only One – 2.44
- Test-Tube Baby/Shoot’m Down – 3.10
- The Other Side – 3.54
- I Know You (Part I) – 2.17
- I Know You (Part II) – 2.46
Tutte le tracce sono composte da Mark Sandman, eccetto “Lisa” (Colley), “The Other Side” (Sandman, Colley)
Musicisti
Morphine
- Mark Sandman – 2-string slide bass, vocals, organ, guitar, tritar
- Dana Colley – baritone saxophone, tenor saxophone, double saxophone, triangle
- Jerome Deupree – percussion
Additional musicians
- Billy Conway – drums on (5) e (6); backing vocals on (6)
- Jim Fitting – bass harmonica on (12)
Finiti troppo presto.
Rimane la musica.
Complimenti per l’articolo e la ricerca, non conoscevo che il comune i Palestrina avesse dedicato una targa a Mark Sandeman.
Grazie per la citazione del mio blog.
"Mi piace"Piace a 1 persona