Vedi come passa il tempo? Siamo già al quarto appuntamento, e manco ce ne siamo resi conto! (più o meno…). Ma bando alle ciance, che i cd spolverati e messi nel lettore si accumulano: e ogni tanto spunta qualcosa di mai sentito, o che mi pare tale. Dunque, in questa tornata vi parlerò di oggetti un po’ particolari:
- AC/DC – “Big Gun“. Un mini-cd con 3 pezzi… Che cacchio mi invento ora? Beh alla fine le cose da dire ci sono dai. Innanzitutto che la title-track è un pezzo tirato, con il solito riffone di chitarra elettrica a spingere, la voce chioccia di Brian Johnson che scatravetra le parole e la ritmica a pompare come non ci fosse un domani… Ma fino qui, nulla di nuovo.
Interessante è che la canzone è stata pensata per il film “Last Action Hero“: una parodia degli action movie con il buon Swartzie nel ruolo di protagonista. Nel video, durante un concerto degli Eisidisi, il muscoloso attore (non ancora governatore della California) sale sul palco e, indossato il cappellino di Angus Young, si trasforma in un suo sosia, con tanto di completo da college, chitarra a tracolla e duck walk. E mai che uno che finga di suonare una chitarra lo sappia far bene. Ok che Arnold non è uscito dagli Actor’s Studio, ma un po’ di impegno, suvvia…
- Elio e le Storie Tese – “Ho fatto due etti e mezzo, lascio?“. Un live degli Elii, come al solito in perfetto equilibrio fra scurrilità, tecnica pazzesca, cabaret e infinite citazioni . Nessun inedito (anche se un paio di robette finora reperibili solo su singolo ci sono), amenità triviali in abbondanza (il fantastico funky di “La visione”: e cosa si vedrà mai da vicino che inizia per “fi…”?), continue incursioni situazioniste del sodale Mangoni, e il conclusivo “Largo al factotum”: ok, bel disco, ma quindi?
Il fatto è che questo è un “CD Brulè’“: il primo esempio italiano di “instant cd”, e cioè di cd registrato e masterizzato in diretta durante il concerto, e distribuito al pubblico in una custodia di cartoncino (400 cd). Non sono così fortunato da avere una copia originale: ma possiedo la cosiddetta “Rolling Stone Edition”, sorta di compendio dei 3 cd brulé pubblicati, e allegato all’omonima rivista. Geni assoluti, gli Elii: e dire che per qualcuno sono solo dei buffoni…
- Grateful Dead – “Dick’s Picks Volume 1“. E saliamo ancora di livello con i più grandi improvvisatori rock-pop-psichedelici di tutti i tempi, i Dead. Veri e propri fanatici della digressione melodica e della frantumazione delle strutture formali, per decenni hanno macinato migliaia di ore sui palchi degli States: le improvvisazioni live rappresentano, in modo quasi tangibile, quanto di più radicale sia mai stato tentato con la musica in termini di fuga dal Sistema, di libertà espressiva e di vita alternativa.
Quasi maniacale la cura con cui i Dead – e i loro tifosi, i Deadhead – hanno documentato ogni concerto: tanto che, una trentina d’anni fa, si sono decisi a pubblicare in proprio alcuni dei nastri dello sterminato archivio: e, visto che l’archivista si chiamava Dick Latvala, ecco i “Dick’s Picks”, oggi arrivati al nr 36. Qui parlo del nr 1, riferito al concerto del 19 Dicembre 1973 a Tampa: basato su un nastro stereo a 2 tracce, presenta una qualità sonora buona anche se non eccellente (tanto che sul cd c’è un avviso in proposito!), e una scaletta di 14 pezzi. Due ore buone di grandissima musica, con pezzi “normali” che si alternano a mini-suite che superano spesso i 15 minuti: nessuna pesantezza, nessun virtuosismo, ma un caleidoscopio in continua rotazione, un serpente di cellule sonore che divampano a intermittenza, sfaldandosi e ricomponendosi all’infinito. Fra le cover, “Big River” di Johnny Cash, una quasi irriconoscibile “Nobody’s Fault but Mine” e una fedele e rockandrolleggiante “Around and Around” di Chuck Berry. E pulire lo sgabuzzino non è mai stato tanto facile!
Stay tuned, people! La musica non si ferma…mai.
Abbiamo parlato di:
AC/DC – “Big Gun” (ATCO, 1993)
Elio e le Storie Tese – “Ho fatto due etti e mezzo, lascio? – Rolling Stone Edition” (Hukapan, 2004)
Grateful Dead – “Dick’s Picks Volume 1” (Grateful Dead Records, 1993)
Forte i Dead, ho un amico che ne ha parecchi dei Dick’s.
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E gli Elii non sono a modo loro da meno
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