Cazzeggiando per il Torino Film Festival39 #1

Non è certo la prima volta che Giusi e il sottoscritto vanno al TFF… E non è nemmeno la prima che si prendono l’intera settimana di ferie per goderselo meglio! Il mio immancabile file excel, anzi, assicura che, con questo, siamo giunti alla nostra personale tredicesima esperienza “immersiva”.

Per noi il Torino Film Festival è sempre un vero piacere: grazie ad un abbonamento a poco prezzo (50 euro), è possibile godersi qualunque film possa venire in mente, purché nella fascia 9-17. Dato che siamo entrambi fatti a modo nostro, evitiamo quasi sempre (tranne rari casi) le proiezioni serali, davvero troppo affollate, e – per lo stesso motivo – quelle del sabato pomeriggio e della domenica; mentre godiamo come dei ricci ad andare agli spettacoli  del mattino! Eh si: pensare che, mentre entriamo in sala, i nostri colleghi stanno strisciando il badge… ci ha sempre dato un piacere quasi sadico!

Il TFF si svolge in circa 8-9 sale, ed è strutturato in varie sezioni: il concorso, i fuori concorso, la parte sul cinema horror, la sezione sperimentale, una personale su un autore “minore” (ma vivente), i documentari, i corti, e la retrospettiva (su un certo autore, o su un filone tematico). Tutti i film sono in lingua originale, e sottotitolati in italiano (e/o in inglese). Noi amiamo svolazzare come farfalle da una sezione all’altra, senza affezionarci troppo a nessuna: e, in media, ci pappiamo circa 17-18 film a festival! Per una buona cinquina d’anni abbiamo pure beccato il vincitore del concorso: ma senza tirarcela, anche perché la scelta di quel film è spesso stata del tutto casuale!

L’anno scorso, per i noti eventi “sanitari”, il TFF si è tenuto in modo virtuale, tramite la piattaforma MyMovies. Quest’anno, invece, si è tornati alla presenza fisica in sala, pur con tutte le cautele e le limitazioni di legge previste (green pass + mascherina). Ma non è la stessa cosa… E non lo è non tanto per le cautele sanitarie (delle quali non patisco: indossare la mascherina per un paio d’ore, nel silenzio, non mi pesa per nulla), ma per altre limitazioni, imposte in modo indiretto dalla pandemia.

Per evitare le file alle biglietterie, quest’anno l’acquisto va fatto in modo esclusivamente preventivo e telematico: e, contemporaneamente, sono stati aboliti gli abbonamenti liberi. I vantaggi non mancano: il posto è tuo, numerato e assegnato, e puoi presentarti praticamente all’ultimo minuto; mentre con l’abbonamento non c’erano mai certezze, e per assicurarti una sedia decente dovevi arrivare minimo minimo 30-40 minuti prima…  Perché per noi “posto decente” non ha mai significato “centrale”: ma quello dove fossimo abbastanza sicuri di riuscire a leggere lo schermino dei sottotitoli. Cosa che non sempre – soprattutto per due “nani” come noi – era garantita dalla scelta casuale del posto: se per caso davanti ti si piazzava Branduardi, o una signora col cappellino, col cazzo che ci capivi qualcosa! Era tutto un ondeggiare di testa e un cristonare sottovoce.

Per la nota positiva garantita dalla prenotazione obbligatoria, ce n’è una altrettanto negativa. Si perde, infatti, quello che di un festival è lo spirito: girare di palo in frasca, scegliere al momento, cambiare programma a seconda dell’ispirazione, della stanchezza, delle opinioni raccolte al volo, magari proprio durante le estenuanti file in ingresso… Il fare non dico amicizie, ma incontrare gente, scambiare due parole, riconoscere il tale già visto alla tale proiezione, avere piacere di farci quattro chiacchiere, o al contrario evitarlo come la peste, perché noioso, saccente o maleodorante (eh si: una volta il mio compagno di sedia era “fresco” di una abbondante bagna cauda… e il film durava oltre due ore :-)). Ora è tutto diverso: si arriva all’ultimo, nessuna coda, si entra, si spengono le luci, e via, verso il film successivo, senza familiarizzare con nessuno. E se, per caso, hai sentito che lo spettacolo che hai prenotato è una vaccata, o ce ne sarebbe uno da vedere assolutamente ma non lo avevi considerato, non c’è quasi modo di correggere la rotta.

Strano che a lamentarmi di questo sia io, che di natura sono uno iper-organizzato: eppure si, mi manca l’imprevedibilità, lo sconvolgere giorno per giorno il palinsesto, scarabocchiare di continuo il programma cartaceo, correre da una sala all’altra… In fondo anche questo era un gioco: e mi piaceva! Ma tant’è: prendiamo quel che c’è, e godiamocelo.

Ok, ragazzi, per ora è tutto: ma ci sentiamo fra pochi giorni, occasione in cui vi parlerò dei film che nel frattempo avrò visto, e tirerò le somme di questa esperienza, così uguale alle precedenti, e così diversa.

5 pensieri riguardo “Cazzeggiando per il Torino Film Festival39 #1

  1. Bellissimo, goditi il festival! Guarda, da poco sono passato all’acquisto online di biglietti del cinema e anche se non posso più mettere il bigliettino nell’agenda… È più comodo. Anche quando sono stato al festival del cine europeo qui a sevilla ho fatto così e ho notato una mancanza di atmosfera, ma se il tempo è limitato non c’è altro modo! :–)

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      1. È il festival “del cine europeo”, ogni anno ha un paese invitato di cui si presentano molti film e varie “rubriche” tra cui esordienti, corti, retrospettive… Ci sono tanti registi che vengono a discutere delle loro opere col pubblico post proiezioni, e tanti eventi satellitari come concerti e dibattiti.

        Se avessi potuto scegliere, avrei preferito avere il Festival del cine fantástico di Sitges al lato di casa, ma non mi lamento! :–D

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