I miei vinili: #3 – I CD

La mia piccola narrazione, a proposito dei supporti per la musica che girano in casa (“la musica che gira intorno” :-)), si era interrotta a Giugno: la riprendo ora, e dopo le cassette e i dischi tocca (era ora di modernizzarsi un po!), ai Compact Disc. Che poi moderni non sono per nulla: per le nuove e nuovissime generazioni, il Compact Disc è un oggetto vintage di cui non c’è alcun reale bisogno… Ma per me si, eccome: già abbandonare (seppur non totalmente) i vinili fu un atto di coraggio, figurarsi lasciar perdere anche i cd. E ne sa qualcosa il concessionario auto di Asti, che quando (quasi 3 anni fa) ordinai l’auto nuova e chiesi “ma il lettore cd c’è?”, mi guardò come fossi un UFO.

Va beh, comunque iniziamo. Il primo cd che comprai fu un “due in uno“: le tracklist di due vecchi vinili, insomma, compresse su un solo supporto. Alchimia resa possibile dal fatto che i classici rock dei ’60 e ’70 raramente superavano i 35 minuti, mentre su un cd ne stanno poco più di 74. Il cd in questione fu “Truth / Beck-Ola” di Jeff Beck: e mi ricordo distintamente che, più che ascoltare religiosamente i pezzi, mi persi (e per diversi giorni) nella magia di fare cose che coi vinili non si potevano, tipo impostare una programmazione personale, fare una rapida scansione di 10 secondi al pezzo, saltare da un brano all’altro con un semplice tasto, sentirlo su un’autoradio e cose così.

Da lì i cd presero piede, per vari motivi: mai per una fascinazione tecnologica (ne sono abbastanza immune), ma per questioni di più facile reperibilità dei titoli (non c’era ancora la “rinascita del vinile”) e di risparmio di spazio. E, con i cd, alcuni mini-cd, che (non so ora), ma all’epoca garantivano l’inclusione di qualche benefit, come incisioni alternative del lato A, inediti assoluti, o registrazioni live: fra i primissimi, “Enter Sandman” dei Metallica seguiti – ma per motivi squisitamente collezionistici – da parecchi dei Maiden.

Altra figata connessa ai cd sono i cofanetti: molto comodi, perché di solito in una confezione ci sono 4 cd (con una media di 80-100 pezzi totali) e un bel librettone esplicativo, il tutto spesso a un prezzo ragionevole. Ne ho di vari tipi: quelli antologici (e lì la benemerita Rhino Records non teme rivali), dediti a un genere o a una scuola, e quelli monografici (con due sottogeneri: la discografia omnia, o raccolte ricche di chicche e curiosità). Fra i cofanetti più preziosi annoto:

  • VV.AA. – “Nuggets“, “Nuggets 2” e “Children of Nuggets” (Rhino Records): 3 cofanetti per scofanarsi tutto quello che esiste in materia di garage rock, psichedelia e neo-psichedelia;
  • VV.AA. – “Beg, Scream & Shout!” (Rhino Records): un cofanetto costruito a mo’ di valigetta,  con tanti cd che imitano la forma dei vinili, e con il meglio del Soul dei Sessanta;
  • VV.AA. – “Anthology of American folk music” (Folkways Records): in 6 cd, un ampio spettro della folk music americana pre-war… La Bibbia su cui si è formata un’intera generazione di folk singer, rilasciata prima in lp (nel 1952), e poi in digitale;
  • VV.AA. – “Lords of Oi!“: un piccolo cofanetto che vomita rabbia e disagio… Quella del “Punk di strada”, operaio, delle prime teste rasate: prima che queste diventassero sinonimo di razzismo e fascismo;
  • Beach Boys – “The Pet Sounds Sessions“: tutto, ma proprio tutto, comprese versioni di prova, tracce pre-missaggio e rifacimenti, del capolavoro assoluto del pop barocco, quel “Pet Sounds” tanto venerato da McCartney;
  • Bob Dylan – “The Bootleg Series“: se è il premio Nobel medesimo a spulciare nei sui archivi, che vuoi di più? Un’operazione solo apparentemente autocelebrativa, ma in realtà da autentico ricercatore. Libidine assoluta!
  • Arturo Benedetti Michelangeli – “Le registrazioni in Vaticano“: un po’ di classica, se no sembro un ignorante! 🙂 E allora. uno degli interpreti più osannati di sempre, in alcune performance leggendarie.

Oltre i cofanetti, il mondo dei cd si esplicita in prodotti collaterali, come i bonus mini-cd allegati al cd-padre, i cd auto-prodotti e venduti solamente su reti private (ad esempio, quello degli anarcoidi Franti, di cui parlai qui), e i cd allegati a riviste musicali (e non posso dimenticare quelli, per me splendidi, venduti assieme al Mucchio Extra).

La produzione dei cd, molto più semplice ed economica, ha portato con sé enormi vantaggi, come appunto i cofanetti, e la ristampa di materiale storico altrimenti introvabile. Ma ha anche abbassato (seppur indirettamente) la qualità artistica del singolo prodotto musicale: in un disco di 35, massimo 40 minuti, ci stavano si e no una decina di pezzi; in un cd di 80 minuti, il doppio… E, quindi, roba che sarebbe diventata uno scarto del vinile, piazzata – se va bene – sulla B-side di un singolo, o direttamente cestinata, ora entra nella scaletta di un cd come fosse chissà cosa, giusto per riempire lo spazio! Le varie ristampe “potenziate” di dischi classici, ad esempio, molto spesso ribollono di roba inutile, come re-mix o prove appena abbozzate, al limite del buon gusto.

E poi, soprattutto: rispetto al disco, vuoi mettere la magia della copertina colorata, della lettura della busta interna, del rito della pulizia del vinile, del crepitio della puntina, e del girare il disco finito il lato A? E non parlo di qualità sonora, che come ho detto mi interessa molto poco: ma di qualità di sensazioni.

10 pensieri riguardo “I miei vinili: #3 – I CD

  1. Ho da poco ricominciato ad ascoltare musica da CD dopo che per anni i miei CD se ne stavano a migliaia di km da dove abitavo. Piano piano me li sto portando tutti nella mia nuova casa (il covid ha fermato questo piano)…

    Comunque il piacere di ascoltare un album intero dall’inizio alla fine è impagabile. Però ricordo che in adolescenza per ogni CD avevo delle programmazioni che facevo per ascoltare solo le canzoni che mi piacevano di più… impensabile, adesso. Metto un CD e via, Play!

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  2. In questi giorni ho pensato che l’invenzione del CD sia stata solo una questione economica ! Ho ripreso in mano un pò di vinili ed è qualche giorno che ascolto solo quelli !
    Le copertine sono grandi e la musica si sente bene senza tanti esoterismi !
    Mi sono riempito la casa di CD, ma amo da morire il vinilone !
    Eppoi si sente bene uguale !

    (…Sono mie impressioni, ovviamente !)
    Ciao !

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