Un capodanno davvero speciale: 1° Gennaio 1962, i Beatles

Proprio un bel Capodanno!

Non è che Capodanno sia una ricorrenza che adoro, anzi… Fra feste noiose e serate assurde, alla fine sono giunto alla conclusione che un bel paio di ciabatte comode, un film in tv e un bicchiere di spumante siano la combinazione migliore. C’è da dire, però, che non ho mai passato un capodanno a Londra, fra pre-freak che cercano di abbordarmi, e gente che si butta nuda nella fontana di Trafalgar Square: e, soprattutto, sapendo che il giorno dopo mi aspetta un’audizione che potrebbe cambiarmi la vita.

A qualcuno è però successo: e sarà uno di quei capodanni memorabili, scolpiti nella storia (ah, le figure retoriche…)! Dunque, è il 31 Dicembre 1961, e quattro ragazzi intirizziti dal freddo – parcheggiato alla meno peggio un furgone preso in prestito – entrano al Royal Hotel di Russel Square: sono stanchi, da Liverpool a Londra ci hanno messo 10 ore. Colpa di quella neve che ha rallentato il viaggio, e ha fatto sbagliare strada all’autista. Ma, anche se al mattino li attende un appuntamento importante, i quattro vogliono farsi un giro: in fondo sono dei provinciali, e Londra è la capitale del mondo. Feste e mortaretti, gente ubriaca per strada, altra più “normale” e semplicemente allegra, qualche birra, un gruppo di tifosi della Maria che cerca di infilarsi nel loro furgone per condividere qualche cannone, e tutti a letto.

Alle 11 del 1° Gennaio 1962, lunedì (incredibile… oggi proprio non me la vedo una Mara Maionchi fare un’audizione in questa data) entrano negli studi Decca di West Hampstead questi signori: John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Pete Best (sì, perché Ringo Starr è ancora affiliato a Rory Storm & The Hurricanes), il loro road manager Neil Aspinall (quello che ha sbagliato strada), e l’ambizioso Brian Epstein – che sta facendo di tutto per diventare il loro manager – e che è arrivato in treno e ha dormito a casa di una vecchia zia, comodo comodo. Il co-produttore Decca, Mike Smith, è in ritardo: e Brian s’incazza! Ha poco da arrabbiarsi, però: mentre la Philips, la Emi, la Oriole, la Pye e perfino la piccola Embassy dei suoi protetti non hanno manco voluto sentir parlare, la Decca ha addirittura mandato Smith sino a Liverpool per ascoltarli: che, tornato entusiasta a Londra, aveva fissato l’auspicata audizione per il 1° Gennaio.

Jonh Lennon, George Harrison, Paul McCartney e Pete Best

Smith, alla fine, arriva: ma gli amplificatori dei Beatles (si, sono loro: e chi non l’aveva capito?) sono malconci oltre ogni dire… Sono gli stessi del Cavern, e i medesimi che per quattro volte li hanno seguiti nei più sordidi locali di Amburgo. La tensione si taglia col coltello: Epstein sbraita, vuole proporre un repertorio misto di cover, che metta in evidenza il loro eclettismo, John vuole invece fare casino, spingendo sul “lato r’n’r” e su pezzi a loro firma. Mezz’ora di pausa, trattative e compromessi, e si ricomincia: 15 pezzi cantati, quasi in egual misura, da Paul, John e George, e alle 14 tutto è finito. Smith non si sbilancia, deve prima parlare col grande capo, Dick Rowe, ma è ottimista. Epstein offre un pranzo ai ragazzi, e poi tutti tornano a Liverpool.

Brian Epstein

Passano tre giorni, e arriva giovedì: la rivista “Mersey Beat” pubblica i risultati finali del concorso indetto per stabilire il “miglior gruppo della città”, e la classifica mette i Beatles al primo posto; secondi, Gerry and the Pacemakers. E venerdì, per la Polydor, esce “My Bonnie”: 45 giri cantato dalla star country Tony Sheridan, con l’accompagnamento proprio dei Beatles (che, al momento, sono senza contratto).  “Dai che ci siamo!”, devono aver pensato Paul e John: ma la doccia fredda non tarda ad arrivare. All’inizio di Febbraio, con qualche riga battuta a macchina, la Decca comunica il suo niet. Con una di quelle frasi destinate a diventare storiche, come la leggendaria “Il cinema è un’invenzione senza futuro” dei Lumiere, il caudillo Dick Rowe sentenzia: “I gruppi con chitarre stanno finendo, i Beatles non hanno futuro nello show business”.

Epstein – diventato ufficialmente loro manager – non si arrende, torna a Londra, batte i pugni sul tavolo, ma Dick Rowe e Sidney Arthur Beecher-Stevens (il grande capo) non si smuovono: “Mr. Epstein, lei ha un negozio di dischi ben avviato a Liverpool: perchè non si concentra su quello?”.

Brian Poole and the Tremeloes

E pensa che bello scoprire che, al posto dei Beatles, i discografici avevano preferito i londinesi Brian Poole and the Tremeloes, provinati lo stesso 1° Gennaio, al pomeriggio! “Beh, allora andateci voi affanculo!”: e, con i nastri sotto il braccio, Brian lascia la Decca, scornato come pochi. Il tempo, da ora, inizia a correre: i Beatles tornano ad Amburgo per un giro di concerti allo Star Club e quando tornano, il 2 Giugno, hanno fra le mani un accordo con la EMI/Parlophone. Altri quattro giorni, e arriva l’audizione: alla fine della giornata, il contratto; ma Pete Best deve andarsene. Arriva Ringo, dai colleghi-rivali Rory Storm and the Hurricanes: e la storia cambia, per sempre.

Ma torniamo a quel Capodanno, e quelli che – a tutta prima – sembrerebbero i vincitori. Dunque, dai Tremeloes: dopo un 45 di assaggio, e un anno di preparativi, entrano in classifica a Luglio ’63 (quarto posto), e proprio con quella “Twist and Shout” che i Beatles hanno inserito nel loro primo lp, pubblicato nel frattempo con la EMI! Poche settimane, e arrivano in testa con la cover di “Do You Love Me”: ma la loro stella inizia a declinare, oscurata dalla supernova Beatles. C’è ancora il tempo per un secondo posto con “Someone, Someone” (1964), un clamoroso primo posto con “Silence is Golden” (’67) e poi, col passaggio alla Epic, la discesa si fa inesorabile. D’altronde i Tremeloes sono un gruppo senza carisma, senza idee e senza uno straccio di autore interno: se le cover potevano andare bene nel ’61 ora, con l’emergere di talenti come Lennon, Jagger, Townshend e soci, sono una prassi che sa inevitabilmente di stantio. Eppure la Decca aveva scelto loro: anche dopo aver visto i Beatles dal vivo.

Hugh Jackman e Deborra Lee Furness

Strano, vero? Ma d’altronde Pierce Brosnan sta con Keely Shaye Smith, e Hugh Jackman/Wolverine con Deborra Lee Furness… Ogni tanto qualcuno fa scelte che non sappiamo spiegarci (anche la mia compagna l’ha fatta quando ha scelto me! 🙂 ), fa parte delle cose del mondo: nel caso dei Tremeloes, si dice che furono scelti semplicemente perché londinesi, e quindi molto più comodi da gestire che i “lontani” Beatles. O forse questi ultimi, con la loro scaletta ondivaga, erano sembrati semplicemente banali, chi lo sa.

E i nastri di quello strano 1° Gennaio 1962? I master originali delle 15 tracce rimangono nei sotterranei della Decca e, alla fine degli anni Settanta, cominciano a spuntare come funghi in bootleg e antologie pirata. Il copyright è incerto, dato che all’epoca delle registrazioni i Beatles non avevano ancora firmato con la EMI, la EMI non ha mai reclamato i diritti sui prodotti registrati ante-firma, e la Decca non ha mai pubblicato i brani con il proprio marchio.

Dick Rowe

Certo che quella della Decca è una di quelle gaffes epiche, destinate e rimanere nei libri: Dick Rowe rimedia mettendo sotto contratto un gruppo di cui gli parla George Harrison, durante un concorso Beat… I Rolling Stones, pensa te! Dick Rowe, “il ragazzo che non amava i Beatles, ma i Rolling Stones”.

 

 

 

The Decca Audition tracklist (1° Gennaio 1962)
  1. Like Dreamers Do” (John Lennon/Paul McCartney)
  2. Money (That’s What I Want)” (Gordy/Bradford)
  3. Till There Was You” (Meredith Willson)
  4. The Sheik of Araby” (Smith/Wheeler/Snyder)
  5. To Know Her Is to Love Her” (Phil Spector)
  6. Take Good Care of My Baby” (King/Goffin)
  7. Memphis, Tennessee” (Chuck Berry)
  8. Sure to Fall (In Love with You)” (Carl Perkins/Bill Cantrell/Quinton Claunch)
  9. Hello Little Girl” (Lennon/McCartney)
  10. Three Cool Cats” (Leiber/Stoller)
  11. Crying, Waiting, Hoping” (Buddy Holly)
  12. Love of the Loved” (Lennon/McCartney)
  13. September in the Rain” (Warren/Dubin)
  14. Bésame Mucho” (Consuelo Velázquez)
  15. Searchin’” (Leiber/Stoller)

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